Pastine si, Pastine no
Sono poco più di 14000 i cittadini coinvolti dal rapporto Cristal pubblicato da ARPA Lazio alcuni mesi or sono, di cui una buona parte sono abitanti di Roma sottoposti allo strazio di abitare proprio sotto al corridoio di discesa degli arei in atterraggio.
Il problema principale sembra essere il rumore dei motori un po’ in tutti gli orari con un lieve calo di notte.
La chiusura ai voli civili del Pastine provocherebbe le seguenti conseguenze:
– Diminuzione del personale che opera nello scalo, indotto compreso, ovvero assistenti di terra, addetti al rifornimento, addetti al check in, addetti alla ristorazione, calo importante del lavoro per i tassì e le compagnie di trasporto pubbliche e private.
– Chiusura di molti dei tanti alberghi e bed & breakfast esistenti a Ciampino che perderebbero il grosso della propria clientela non essendo certo Ciampino un polo di attrazione turistica
– Calo del lavoro per ristoranti e bar. A cascata ne risentirebbero ovviamente tutti gli altri commercianti di Ciampino.
I benefici per i soli residenti nella zona dell’aereoporto e per gli abitanti nei pressi dei corridoi di atterraggio e decollo sarebebro i seguenti:
– Minore inquinamento acustico
– Minore inquinamento da gas di scarico ma resta da vedere quanto dell’inquinamento Ciampinese è da attribuire al flusso enorme e costante di traffico veicolare e quanto agli aerei.
In ogni caso i tempi per lo spostamento dello scalo a Viterbo (sede designata a sostiruire Ciampino con l’aereoporto militare Fabbri) sarebbero lunghi in quanto sarebbe prima necessario ottimizzare i collegamenti tra questa città e Roma, attualmente drammatici a causa di un lungo tratto di Cassia non raddoppiato e per la ferrovia insufficente. Ad oggi Viterbo è servito ancora dalla ferrovia Roma Nord, perfino cone le vecchie littorine sulle quali viaggiava il duce, con tempi di percorrenza, a causa delle tantissime fermate e della vetustà della linea non inferiori alle 2 ore e mezzo con punte anche di 4 ore.
La diffida presentata dall’avvocato Taormina due mesi or sono per conto delle amministrazioni comunali di Marino e Ciampino è andata inascoltata, non è dato sapere per ora se le due ammnistrazioni intendono passare ai fatti portando il ministro in tribunale. L’ultima presa di posizione di Alemanno sulla questione (pensiamoci bene prima di spostare il Pastine) è stata stigmatizzata tanto dal sindaco di Ciampino Perandini quanto dalla giunta PDL Viterbese mentre secondo Marrazzo è già operativo un piano regionale per il trasferimento dell’aereoporto che però sarebbe ancora al livello di studi di fattibilità e consulenze di settore.
E’ vero che, a Ciampino, le case nella zona dell’aereoporto furono costruite abusivamente ma è anche vero che nel tempo furono sanate ed oggi godono dell’abitabilità ed è quindi giusto tutelare i cittadini che vi risiedono mentre è altrettanto vero che buona parte della cittadinanza non si sente colpita dal problema e quindi lo ignora semplicemente.
La Destra di Ciampino ritiene:che sia ora di finirla con le parole e a trascinare in avanti una questione annosa che viene sistematicamente ritirata fuori nei momenti di difficoltà dell’amministrazione comunale e che si debba pensare seriamente ai cittadini, che il sindaco, nell’attesa che si realizzino le condizioni che possano permettere lo spostamento dei voli a Viterbo (si parla di anni, non pochi mesi) si faccia forte delle sue prerogative ed imponga alla società Aereoporti di Roma la realizzazione di strutture idonee all’assorbimento almeno parziale del rumore sul lato dell’aereoporto dove sorgono le case, strutture che in ogni caso saranno utili anche se e quando l’aereoporto tornerà ad essere dedicato esclusivamente ai voli militari, ai voli di stato ed alla protezione civile;
che la giunta si debba fare carico di un piano di ricollocamento di tutti quei residenti che con il trasferimento dell’aereoporto perderebbero il lavoro o dovrebbero chiudere le loro attività onde evitare che il disagio sociale della zona si acuisca e che Ciampino, una città di quarantamila abitanti non diventi un megaquartiere dormitorio popolato solo da pensionati e pendolari, possibilmente con idee e progetti reali e non con contratti trimestrali nell’ASP preassegnati secondo la tessera.
Massimo Zito
Coordinatore dell’Ufficio degrado sociale e indigenza; segretario cittadino de La Destra di Ciampino;
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