Partecipato presidio cittadino in piazza a Genzano
Partecipato presidio cittadino in piazza a Genzano per chiedere la tutela integrale dei boschi del Parco dei Castelli
Romani e il ripristino dei luoghi danneggiati dai lavori in via Perino
Domenica 7 aprile un buon numero di persone incuriosite dalla mostra sul taglio selvaggio nel Parco dei
Castelli Romani esposta in piazza Frasconi a Genzano, si è fermata per ascoltare e discutere in merito ad una
problematica diffusa ormai nei principali comuni di zona.
Molte di loro erano già al corrente situazione locale, riguardante il progetto di “messa in sicurezza” di via
Perino e della successiva costruzione di una strada ciclopedonale al posto di quella attualmente dissestata che
giunge sulla spiaggia del lago di Nemi.
Il Comune di Genzano ha da poco rescisso il contratto con le ditte incaricate dei lavori che, invece di mettere in
sicurezza il costone, lo hanno raso al suolo andando anche oltre il previsto e senza alcuna pietà per una lecceta
secolare, facendo anche emergere un problema di inquinamento dovuto ai numerosi rifiuti “riaffiorati”.
In settimana, il Comitato per la Protezione dei Boschi, ha potuto interloquire direttamente con il sindaco di
Genzano al quale sono state rivolte domande, preoccupazioni e proposte per far sì che quell’importante luogo
per i genzanesi e non possa tornare nel più breve tempo possibile ad essere fruibile, in sicurezza, ma anche con
il ripristino della vegetazione e la rimozione dei rifiuti.
Ricordiamo che il progetto complessivo, per un breve tratto di strada e di costone, supera i 3 milioni di euro
finanziati dal PNRR e che anche il Comune di Nemi per il suo territorio di competenza prevede interventi
impattanti sul lungolago.
La perplessità maggiore che abbiamo espresso riguarda il mancato coinvolgimento iniziale della cittadinanza su
un’opera così importante e l’assenza dei controlli addebitati alla scarsità del personale. Sembra incredibile ma
nonostante i finanziamenti a favore delle ditte private, l’ente pubblico non sente la necessità di chiedere e
dotarsi dei fondi strutturali per assumere personale competente in materia.
Purtroppo, i rifiuti di via Perino rimarranno a lungo in bella mostra, la strada chiusa anche al transito pedonale,
la vegetazione non si sa se, come e quando sarà ripristinata, mentre è già realtà la perdita di un importante fetta
di bosco anche per la fauna e per il paesaggio tanto decantato, nonché l’aumento del rischio idrogeologico e
l’esposizione del Comune nei confronti di alcuni cittadini che hanno subito un danno specifico in loco.
Un piccolo “capolavoro” sotto tutti i punti di vista: amministrativo, ambientale, economico, imprenditoriale,
turistico e d’immagine, con responsabilità politiche evidenti che nessuno può cavalcare in piena campagna
elettorale, viste le vicende simili che riguardano la gestione del territorio anche negli altri comuni castellani.
Durante l’iniziativa di piazza, molti sono stati gli interventi che hanno fatto luce sulla quantità notevole di
cantieri forestali disseminati in tutto il Parco Regionale, il quale lamenta anch’esso la scarsità di risorse per i
controlli ma non si fa problemi a rilasciare i nulla osta per i tagli. Non c’è più sentiero che non sia interrotto e
deturpato dai cingolati che si trovano molto più a loro agio di tutti gli escursionisti, i camminatori e i ciclisti che
vorrebbero vedere tutelato l’ambiente circostante e non ritrovarsi di fronte una devastazione apocalittica.
Il “Comitato per la protezione dei boschi dei Colli Albani” ritiene quindi necessario un fermo di tutti i cantieri
forestali riguardanti il taglio dei boschi, che stanno assumendo proporzioni enormi, e ricorda che 1 solo ettaro
di castagno è in grado di togliere ogni anno dall’atmosfera circa 9 tonnellate di anidride carbonica.
Centinaia di ettari di bosco in meno significano gravi danni per l’ambiente, la fauna e la salute umana.
Tutto questo si inserisce nelle criticità che già insistono nei nostri territori, tanto che in piazza erano presenti
anche alcuni comitati che si battono contro l’ipotesi dell’inceneritore che il sindado di Roma, Gualtieri, vorrebbe
impiantare a S.Palomba per bruciare 600.000 tonnellate l’anno di rifiuti indifferenziati.
Comitato per la Protezione dei Boschi Colli Albani
e-mail: comitatoboschicollialbani@inventati.org
profili social: Instagram e Facebook
Come abbiamo potuto vedere in questi giorni, il “lavoro” è già stato portato avanti da chi ha reso possibile
l’incendio nella discarica di pneumatici abusiva di Montagnano (Ardea) che ha sta impestando l’aria per decine
di kilometri fino al centro di Roma.
Nuovamente, ci risiamo. Dopo gli incendi al TMB della “Pontina Ambiente” di Roncigliano, alla “EcoX” di
Pomezia, alla “Eco Logica 2000” di Ciampino, al TMB di Malagrotta e sicuramente ne dimentichiamo altri, la
gestione dei rifiuti e del territorio in generale va completamente rivista.
Crediamo che non ci debba essere nessuno spazio per “progetti” calati dall’alto, senza confronto con la
popolazione, i quali poi vengono lasciati senza alcun controllo da parte degli enti preposti.
Il taglio dei boschi ha creato un danno locale enorme, dando il suo fattivo contributo ai processi climalteranti
già in corso su scala globale: per questo e per la fuibilità dei nostri ambienti chiediamo che venga
immediatamente fermato agendo d’urgenza, utilizzando prima ancora che gli strumenti amministrativi, una
buona dose di volontà politica sotto la spinta di tutta la cittadinanza.
A breve informeremo sulle nostre prossime iniziative per continuare questo nostro percorso che auspichiamo
possa allargarsi il più possibile, sempre ponendo al centro gli interessi della collettività
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento