PARTE A BRESCIA IL CONGRESSO ANNUALE DEGLI ESPERANTISTI ITALIANI
PARTE A BRESCIA IL CONGRESSO ANNUALE DEGLI ESPERANTISTI ITALIANI CON UN MESSAGGIO DI PACE E DI FRATELLANZA TRA I POPOLI
“La pace non capita per caso: il ruolo attivo delle relazioni tra città gemellate nella costruzione di un popolo europeo” è questo il tema, quanto mai attuale, che caratterizza l’89° congresso nazionale della Federazione Esperantista Italiana che si terrà a Brescia dal 20 al 27 agosto 2022.
Il congresso vedrà la presenza di oltre 200 delegati, di tanti ospiti stranieri e di diverse personalità che porteranno il loro contributo alle varie discussioni.
Il programma è molto ricco e prevede, oltre a corsi intensivi di Esperanto, conferenze, dibattiti, ma anche concerti, spettacoli teatrali, proiezioni che coinvolgeranno tutta la città. Si terranno ad esempio eventi sulla lingua e la cultura occitane, sugli attuali conflitti nel Mediterraneo, su Esperanto e anarchismo, sul ruolo delle città gemellate per la ricerca della pace in Europa, ma anche su temi più particolari come la conferenza su “La biochimica e l’innamoramento”, senza tralasciare argomenti inerenti all’ambiente, all’arte e all’istruzione.
Come da tradizione ci sarà, sempre molto apprezzata, anche la messa in Esperanto.
Sarà proiettato, sia in Esperanto che in Italiano, il film “Pino – Vita accidentale di un anarchico” dedicato all’esperantista Pino Pinelli e alla sua drammatica vicenda seguita all’attentato di piazza Fontana, nel 1969. A questa proiezione saranno anche presenti le figlie di Pino.
Non mancheranno le escursioni per far conoscere il territorio bresciano e altri eventi, insomma un programma ricchissimo consultabile su www.kongreso.esperanto.it/89/programma/
Scopo dell’Esperanto, come afferma Luigi Fraccaroli, presidente dell’associazione nazionale e del gruppo bresciano, è quello di “Abbattere ogni tipo di barriera, non solo linguistica, tra i popoli del mondo”: ne è stato lo scopo fin dal suo inizio.
Era il 1887 quando un medico ebreo di nome L.L. Zamenhof pubblicò il primo libro sull’Esperanto. Zamenhof viveva a Bialystok (un tempo polacca, poi prussiana, russa e ora di nuovo parte della Polonia) città delle diversità, con la presenza di polacchi, tedeschi, russi ed ebrei ashkenaziti di lingua yiddish. Ognuno usava un linguaggio diverso e guardava con sospetto e ostilità i membri delle altre comunità. Zamenhof sognava un linguaggio comune che permettesse la reciproca comprensione, un linguaggio di pace. Così nacque l’Esperanto, una lingua semplice, che trae origine dalle maggiori lingue europee e che si propone non di superare o annullare le lingue esistenti, che sono un patrimonio culturale dell’umanità, ma di essere semplicemente uno strumento di comunicazione, senza alcuna prevaricazione e imposizione da parte delle lingue e dei Paesi più forti.
Oggi l’Esperanto è una realtà consolidata, con una propria letteratura e una “biblioteca” composta da migliaia di opere di tutte le lingue e di tutto il mondo tradotte nella lingua internazionale.
I parlanti Esperanto sono circa 2 milioni sparsi in tutti i continenti, legati da una fitta rete di contatti e di iniziative comuni: più che mai l’Esperanto è la lingua della pace e dell’uguaglianza tra i popoli.
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