“Parole a Ciampino”
Mai titolo come questo è oggi azzeccato per la città aeroportuale romana, alle prese con una Roma che sui problemi dell’insostenibile attività del Pastine versa, appunto, “parole”, solo. Lasciando i problemi ai politici e governatori romani (o alle loro caricature) e torniamo al libro. Brevi, delicati, gustosi come bon-bon, e moderni racconti (una decina di altrettanti scrittori laureati a Tor Vergata) quotidiani, non banali, con scenario la moderna città aeroportuale il rimembrare qui è il leit motiv, ora forte, caratterizzante dei protagonisti e dei loro racconti e storie. Ciampino la marco spesso come quell’area, qui la porzione tra l’Anagnina e la Via dei Laghi, di frontiera tra la cultura propriamente latina, qui degli Albani, fortemente viticola e sotto Marino, e quella romana, questa caotica cultura e società romana moderna, odierna, che, specialmente e proprio nelle zone di frontiera tra il bacino del Tevere – Aniene e i Colli d’Albalonga e Tusculum, ha creato i danni e gli squilibri, i turbamenti maggiori, a livello di impatto fisico quanto di quello antropico. Città e zona legate al Pastine e alla sua gloriosa storia (da qui partì Nobile per l’Artico), ora castellana, Marino principalmente, dalla Memoria e Identità molto sedotta (e traviata) dai “grandi numeri” scatenati in quel di Roma negli ultimi 30 anni almeno. Eppure. Nelle parole degli scrittori emergono ora tratti, segni caratteriali distintivi propri di maturi intellettuali e scrittori ben radicati e devoti amanti di questa “vulcanica” terra a cavallo tra il Tevere, il Tirreno e l’Appennino (bello il racconto l’odore del Lago con protagonista il Nemi). Presentato nel 2004 a Tor Vergata, il libro è una bella testimonianza di moderno neorealismo italiano, linguaggi asciutti, “giornalistici” (racconto la spia dell’acqua) narrazioni tinte ora con sfumature oniriche che, personalmente, sanno di «brumate d’ottobre romano», partoriti in questo inizio Millennio qui dalle nuove leve degli scrittori latino-romani. Libro che rende onore alla città di Ciampino, che tra i mille problemi attuali di una realtà urbana di fatto appendice periferica di Roma, oggi per giunta aggravata dall’ormai insostenibile attività dell’aeroporto (cui paradigma socio-culturale-tecnico-spirituale è ben marcato nel libro), ha voluto e vuole segnarsi di una vivace azione di promozione culturale (Casale dei Monaci) tra le più importanti e qualificate nel territorio e nel Lazio.
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