PARCO CALAHORRA: QUALE FUTURO?
Lo stralcio dell’erba regolare, secondo le stagioni, implica tra le altre cose cura del manto erboso che non si indebolisce ma anzi, tramite l’accestimento, si sviluppano gli steli, non da spazio a piante infestanti, non sopraggiungono parassiti, c’è un’estetica del luogo, il manto si fortifica contro la siccità e il calpestio, etc. Generalmente, il taglio deve garantire omogeneità di altezza (circa 1/3 dello stelo e comunque sotto i 10 cm) e non deve essere troppo frequente (la cicatrizzazione del taglio impedisce che lo stelo possa subire malattie, etc.). Nel 2012, il parco ha ospitato eventi (IV edizione, Brother Park), nel 2020 furono censite centonovantadue piante dall’amministrazione comunale, individuando sette specie differenti di alberi e fornendo alcuni dati (superficie di 11.000 metri quadrati, pendenza 15-18% e 525-600 metri di altitudine), nel 2021 è stata eseguita la messa in sicurezza degli alberi pericolanti, nel 2022 nel parco, chiuso, è stata eseguita la giornata ecologica da diverse associazioni che hanno contribuito alla sua pulizia e poi aperto con eventi (Pro Loco e Appha Onlus) mentre nel 2023 sono state messe a dimora diverse piante: 4 camelie, 7 oleandri, 2 gerani e 1 rosa (Archeoclub sede di Monte Compatri). Il parco può certamente ospitare eventi organizzati ma, in generale, cosa deve essere? Quale la sua identità? Di base un parco “orto botanico” che sappia raccogliere ed esprimere la flora tipica dei Castelli Romani? Cercare di riprodurre il bosco misto originario di queste zone caratterizzato da querce, tigli, aceri, faggi (sostituito dal bosco ceduo di castagno mentre nella fascia di minor altitudine la sughera e il leccio sono stati sostituiti dalla vite e dall’olivo) e la flora spontanea? Gli alberi e arbusti indicati dal Parco dei Castelli Romani sono: Acero campestre, Acero di monte, Acero fico, Agrifoglio, Alaterno, Albero di Giuda, Bagolaro, Berretta del prete, Biancospino, Borsolo, Carpino bianco, Carpino nero, Castagno, Cerro, Corbezzolo, Corniolo, Erica arborea, Faggio, Farnia, Ginestra dei carbonai, Ginestra odorosa, Lauro, Leccio, Ligustro, Nocciolo, Olmo campestre, Ontano nero, Orniello, Prugnolo, Pungitopo, Pino domestico, Roverella, Rosa selvatica, Sanguinello, Sambuco, Stracciabraghe, Storace, Sughera, Tiglio, Viburno; mentre le piante spontanee sono Acetosella, Aglio selvatico, Alliaria, Alloro, Asparago, Bardana, Borragine, Buglossa, Borsa del pastore, Bugola, Calendula, Cardo mariano, Cappero, Cicoria, Crespino, Elicriso, Erba cipollina, Farinaccio, Finocchio selvatico, Fragolina di bosco, Iperico, Lamio, Lunaria, Luppolo, Malva, Melissa, Mentuccia, Menta, Ortica, Papavero, Parietaria, Piantaggine, Piattello, Pisello selvatico, Porro selvatico, Portulaca, Pratolina, Ramoracce, Robinia, Rosa canina, Rovo, Rucola selvatica, Silene, Tarassaco, Timo, Veronica, Violetta. Il parco ha bisogno di una destinazione attrattiva e di una manutenzione costante per garantire la fruibilità.
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