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Paolo Gentiloni a “Velletri Libris Christmas”: la sfida “impopulista” e le mosse per tornare a vincere secondo l’ex premier

Paolo Gentiloni a “Velletri Libris Christmas”: la sfida “impopulista” e le mosse per tornare a vincere secondo l’ex premier
Dicembre 22
09:31 2018

In un Auditorium della Casa delle Culture e della Musica gremito si è svolta, nel mercoledì sera veliterno, l’ultima serata della mini-rassegna “Velletri Libris Christmas”, ideata e realizzata dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano-Genzano. Un momento di ritrovo, sempre nel segno dei libri, per darsi gli auguri di buon Natale e felice anno nuovo e ascoltare il presidente Paolo Gentiloni, autore del libro “La sfida impopulista”, edito da Rizzoli. Prima di lasciare il palco all’ex premier, intervistato come di consueto da Ezio Tamilia, ha preso la parola il titolare della Libreria, Guido Ciarla, per ringraziare tutti i presenti e ripercorrere un cammino straordinario fatto di eventi settimanali e di tantissimi nomi di primo piano nel panorama nazionale. Una programmazione molto variegata e che coinvolge la cittadinanza a trecentosessanta gradi, comprese le scuole di ogni ordine e grado. L’intuizione di Velletri Libris, con oltre seimila presenze nel Chiostro dell’ex Convento del Carmine, alla sua seconda edizione, e i tanti scrittori e musicisti che arrivano a Velletri pongono la nostra città in un ruolo cruciale per la cultura contemporanea.

Poi la parola al presidente Gentiloni, autore di una lunga disamina sulla situazione politica attuale, vista dall’interno e dopo un’esperienza da capo del governo oltre che quella, precedente, al Ministero degli Affari Esteri. Il primo tema trattato ha riguardato proprio una notizia dell’ultim’ora, ovvero l’accordo per la legge di bilancio a Bruxelles: «Trovo bizzarro – ha dichiarato l’ex primo ministro – che un governo fatto di anti-europeisti e anti-tecnocrati comunichi di aver trovato a Bruxelles, proprio nel cuore di quell’Europa tanto odiata, l’accordo sulla legge di bilancio prima di riferire in Parlamento. C’è qualcosa che non torna». Secondo Gentiloni il problema di fondo che caratterizza il governo gialloverde è quello di frapporre alla sostanza l’apparenza: «Io credo che non si sia mai visto un Ministro degli Interni che con un tweet interviene su tutte le questioni, anche quelle non pertinenti al suo Ministero. Siamo stati abituati, per anni, con vari governi, ad ascoltare il Ministro dell’Interno al massimo due o tre volte all’anno, quando chiamato in causa. Invece Salvini, come gli ho ripetuto più volte in aula, prosegue imperterrito nel cavalcare i problemi e le paure senza poi di fatto muovere un dito per risolverli. Non occorre aggiungere ferocia agli eventi di attualità scatenando la pancia della gente. Se sei lì, a capo di un Ministero, devi risolvere quello che c’è sul tavolo e non parlare e basta». L’attacco al leader leghista ha inevitabilmente aperto la parentesi sul Partito Democratico: Tamilia ha chiesto a Gentiloni quali fossero, a suo avviso, le principali colpe del partito che ha guidato il paese fino alle elezioni del marzo scorso.   «Penso che il PD abbia peccato di ottimismo – ha dichiarato il presidente – perché i dati effettivamente erano confortanti, ma sul lungo termine, e sul breve termine non si è vista una risposta immediata. Il mio però non è un libro sul PD, anche se ne faccio parte. Ho cercato di analizzare le ragioni di una sconfitta, che provengono sicuramente dall’incapacità di comunicare alla gente e da una deriva populista che preoccupa per il fatto che gli esponenti di governo si esprimano come se fossero al bar». Se per Gentiloni il PD ha le sue colpe nel non aver fermato questa deriva, in merito al consenso che l’esecutivo sembra riscuotere l’ex premier resta cauto: «I sondaggi sono da prendere con le molle. In Italia siamo abituati ad esperienze governative che partono con un largo gradimento e poi non resistono al tempo. Uno degli esempi più eclatanti è quello del governo Monti, che ha raggiunto percentuali di gradimento ben più alte di Conte, anche dopo la legge Fornero, salvo poi fare la fine che ha fatto. Ed è successo anche con molti altri governi, sia di centro-destra che di centro-sinistra». Gentiloni ha analizzato anche la questione dei migranti, dando diversi dati oggettivi e segnalando come la deriva populista vada fermata anche in questo senso: «Le proposte e le misure ci sono, non si vogliono applicare perché è più comodo così». Nel libro, inoltre, si parla di un blocco democratico, con al centro il PD, da contrapporre agli estremismi e alle politiche del Movimento Cinque Stelle e della Lega: «Le forze europeiste, quelle moderate e quelle progressiste soffrono questo vento anti-tecnocratico che poi non è reale, vedasi l’esempio della legge di bilancio a Bruxelles. Io credo che il campo progressista debba accogliere intorno a sé tutte quelle realtà, come per esempio queste organizzazioni di donne che stanno proponendo varie manifestazioni, con un’idea precisa. Mi appassiona poco il dibattito su chi sarà il prossimo segretario del PD, credo che il campo vada allargato con cognizione». Un’altra domanda ha esplorato il tema dei dossier che si passano da un governo all’altro, su tutti quello di Alitalia. Per Gentiloni una costante da non ripetere, anche se in alcuni casi le difficoltà sono oggettive e le proposte rifiutate dalle opposizioni non corrispondono a nuove soluzioni. Molto interessante, infine, il racconto che l’ex Ministro degli Esteri ha fatto sulla concezione che nel mondo si ha dell’Italia: «Ho fatto oltre mille chilometri al giorno, vi posso dire che ho incontrato sempre persone che amano il nostro Paese e le sue ricchezze di ogni tipo. Quando vogliamo sappiamo far bene, sappiamo farci rispettare. Dobbiamo valorizzarci maggiormente. Pensiamo all’organizzazione del G7 a Taormina o la nostra presenza sulla scena internazionale per i fatti di Libia e Siria. Appena eletto – ha svelato Gentiloni – Trump mi ha chiamato. Una telefonata molto cordiale, anche se lui fa sempre domande mirate per cercare di arrivare a capire dal suo interlocutore determinati meccanismi. Anche Trump era colpito dal fatto che l’Italia fosse, dopo la Germania, il secondo paese esportatore negli USA».

Alla fine della presentazione Aurora De Marzi ha rinnovato i ringraziamenti ai presenti e gli auguri di serene festività, rimandando agli appuntamenti del 2019 – quindicesimo anno dell’attività della Libreria di via Pia – con grandissimi nomi già in calendario: per citarne qualcuno si pensi a Luigi Viva, Giancarlo Fisichella, Roberto Costantini, Erri De Luca. E sarà davvero un altro anno di cultura e di emozioni, con la testa già a lavoro per la terza edizione di “Velletri Libris”. (nell’immagine l’on. Paolo Gentiloni e il giornalista Ezio Tamilia)

 

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