Paolo Crivelli e Marco Fajer alla Galleria Wikiarte di Bologna
Bologna – sabato 9 aprile 2022 si è tenuta l’apertura delle mostre personali di Paolo Crivelli e Marco Fajer
L’arte, frutto di ricerca continua e di passione, capace di sospendere e rendere infinita l’immensa gioia dell’atto vitale posto all’origine della creazione. Ed ancora arte, espressione compiuta della società corrente, che scava nell’immaginario collettivo volgendo l’attenzione alla massa, il cui vivace dinamismo disorienta l’individuo inducendo quest’ultimo a difendersi, indossando una maschera.
Campano, classe 1959, Paolo Crivelli alimenta sin dall’infanzia la passione per il disegno. L’orientamento iniziale, di matrice figurativa, scandisce un percorso evolutivo in cui risiede l’essenza della sua pittura. Paesaggi ed interni, di grande formato ed impronta metafisica, sono l’incipit di una ricerca il cui apice, raggiunto gradualmente e contaminato dall’influenza di Grandi Maestri quali Caravaggio, Van Gogh e Picasso, risente piacevolmente del vigore del gesto, evocativo dell’espressionismo astratto d’oltreoceano. Da cui un’estetica distintiva, trait d’union tra figurativo ed astratto: celato il primo, custode di passioni e dell’energia vitale che scorre fluente tra le mani e nel cuore dell’artista. Velato dal secondo, nel cui tratto in apparenza istintivo, si cela la grande cura della pennellata: ampia o stretta, lunga e corta ma sempre studiata. Figlia dell’esercizio ed emblema di una manualità pittorica cui spetta l’arduo e delicato compito di ‘imprigionare’ momenti di vita, quasi a rallentarne lo scorrere nel tempo.
Malinconia, di un fiore caduto, come della giovinezza ormai trascorsa. Stato d’animo e compagna fedele nel districarsi continuo, tra rapide scelte e correnti imprevisti, a scandire la frenesia della vita. Che il marchigiano Marco Fajer, classe 1977, reinterpreta artisticamente in chiave ‘pop’: oggetti d’uso quotidiano, quali chiavi o telefoni, ed icone, del fumetto e del cinema, tra le altre. Qui intesi come maschere, da indossare secondo necessità, marcandone il loro duale valore. In termini di strumento, o funzionale mimesi nel raggiungimento di un fine, inevitabilmente volto a celare la prodigiosa autenticità dell’essere se stessi. Ed in termini di forza, conclamata dall’impiego di vibranti cromie che completano, con abile maestria, un tratto quasi grafico, deciso ed immediatamente riconoscibile. Nonché riconducibile, ad espressione di un vivo e comune sentire, in cui l’arte non solo rappresenta ma cura, come una medicina, le profonde ferite celate in ogni anima.
Testo critico e presentazione: Pietro Franca
Sponsorizzata e pubblicizzata da:
Durata mostra:
09 aprile – 21 aprile 2022
dal martedì al sabato dalle 11.00/13.00 – 15.00/18.00
21 aprile chiusura ore 13.00
Info e contatti:
Mail: info@wikiarte.com
Sito: www.wikiarte.com
Galleria Wikiarte
Galleria Falcone e Borsellino 2/D Bologna
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