“Paola Del Vescovo – Immaginazioni del Grand Tour”
Venerdì 26 ottobre alle ore 17:00 si è svolto nella sala Bariatinsky di Palazzo Chigi, alla presenza di un folto pubblico, l’incontro con l’artista Paola Del Vescovo, originaria di Frascati, titolare della cattedra di restauro all’Accademia di Belle Arti di Napoli e già docente all’Universität der Kunste di Berlino (UDK), attiva internazionalmente, con numerose esposizioni, principalmente in Italia e in Germania, come pure in Repubblica Ceca, Belgio, Romania e Cina dove nel 2016 ha partecipato come rappresentante per l’Italia alla prima Expo della Via della Seta, la Silk Road International Cultural Expo a Dunhuang.
Dopo i saluti istituzionali del Vicesindaco e Assessore all’Ambiente del Comune di Ariccia, Enrico Indiati, gli interventi del curatore di Palazzo Chigi, Francesco petrucci, e dell’archeologa-museologa Maria Cristina Vincenti, l’artista ha fatto conoscere al pubblico attraverso una videoproiezione, quei lavori per lo più inediti del ciclo, “IMMAGINAZIONI DEL GRAND TOUR”, che non hanno trovato spazio nei suggestivi ma circoscritti spazi della Locanda Martorelli.
L’esposizione documenta la ricerca pittorica degli ultimi anni di Paola Del Vescovo su un tema sicuramente nuovo per l’arte contemporanea. Il ciclo “Immaginazioni del Grand Tour” vuole ricondurre a quel fenomeno che ha interessato la storia culturale del mondo occidentale, costantemente per almeno quattro secoli.
I paesaggi di Paola Del Vescovo si pongono come rappresentazioni di un viaggio non certo reale ma nell’inconscio, che è anche inconscio collettivo di una civiltà, con il riaffiorare di frammenti, vocaboli paradigmatici di una cultura, con la valenza di una riflessione sulla propria identità, di uno sguardo sulla propria storia, sullo scorrere del tempo.
L’esposizione presenta così interessanti implicazioni, ponendosi anche come occasione di riflessione sul ruolo culturale attuale svolto dall’Italia in relazione agli altri paesi occidentali, con uno sguardo al nostro patrimonio passato e alle sue condizioni di valorizzazione, conservazione e fruizione.
In questo senso, per le molteplici chiavi di lettura, la città di Ariccia e in particolare la Locanda Martorelli, Museo del Grand Tour, si pongono come luogo ideale per un simile evento.
L’artista, davanti ad un pubblico attento e colto, ha illustrato la poetica della sua ricerca pittorica, “il significato dei suoi “non finiti” con le parti bianche, non dipinte, che sono parte della rappresentazione, e svolgono la funzione di sollecitare l’”immaginazione” dello spettatore-fruitore oltre quella di contribuire al superamento del concetto tradizionale di quadro, inteso come superficie circoscritta.”
In modo sintetico, chiaro anche per i “non addetti ai lavori” e nello stesso tempo coinvolgente, Del Vescovo ha toccato temi fondamentali: da quello dell’infinito, dell’enigma dei processi percettivi, “alla dimensione dell’ incanto, che, connessa alla spiritualità, può essere risvegliata proprio dall’arte.”
Per l’esposizione sono state scelte appositamente quattro opere che con Ariccia e i Castelli Romani suggeriscono tematiche molto famigliari. Alla natura vulcanica dei Colli Albani richiamano le due opere: “Prima dell’eruzione” e “Nella bocca del vulcano”. Realizzate con tecniche miste complesse, dai pigmenti legati direttamente con il medium pittorico sulla tela per esprimere la matericità della terra incandescente, agli smalti nebulizzati per la resa dei gas e dei vapori delle fumarole, i dipinti dei “Vulcani” si ricollegano adun “topos” molto amato dagli artisti del “Grand Tour”, pur distanziandosene profondamente nell’essenzialità rappresentativa propria della contemporaneità.
Anche gli altri due lavori: “Immaginazioni del Grand Tour III” e “Immaginazioni del Grand Tour V” contengono tematiche molto significative perla città di Ariccia.
In “Immaginazioni del Grand Tour III” vi è l’immagine prospettica di un ponte maestoso, che non è la raffigurazione del ponte di Ariccia, perché nessuna delle immagini dei lavori dell’artista sono rappresentazioni di luoghi reali, ma è comunque un tema che per la città, per la sua immagine e storia, svolge un ruolo fondamentale.
Così anche l’opera “Immaginazioni del Grand Tour V”non rappresenta un reale specifico sito archeologico ma suggerendo percorsi antichi, arcaici, cosparsi di rovine, che si perdono nella campagna luminosa, rimanda indirettamente ai luoghi, tanto importanti perla storia di Ariccia e dei Colli Albani, dell’antica via Appia.
Il ciclo di opere “Immaginazioni del Grand Tour” è stato definito da Marco Di Capua come “frammenti di un discorso amoroso che Paola Del Vescovo rivolge all’Italia: Italiamitica e non esistente in realtà ( l’unica Italia amabile ?), smontata e rimontata in una riconvocazione di alberi e ville e rovine, con pezzi sceltissimi, disarcionata, sbriciolatain versi e aforismi, ma con devozione, con dedizione, come in quei restauri di affreschi dove non tuttoè ricostruibile e le scialbature restano a testimoniare “in bianco” ciò che è ormai irrecuperabile.”
L’evento ideato da Maria Cristina Vincenti è nato dalla collaborazione con il Comune di Ariccia e il Palazzo Chigi, ha lo scopo di far conoscere l’opera di Paola Del Vescovo e rivalorizzare come luogo espositivo il Casino Stazi nel ‘700 e poi Locanda Martorelli nell’800, luogo di soggiorno e ispirazione oltre che di incontro di numerosi artisti tra cui Turner e Corot, oltre che di numerosi drammaturghi e letterati italiani ed europei.
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