Il pannello della memoria al comune di Genzano di Roma
Consegnato nella sala Belvedere del Comune di Genzano di Roma il Pannello della Memoria “Cercavano la verità. 28 nomi, una sola storia”, con i nomi e i volti dei giornalisti italiani uccisi a causa del loro lavoro.
Il Pannello – che sarà esposto in maniera permanente sopra la sala dedicata alle riunioni della Giunta comunale – è stato consegnato nella giornata odierna dal segretario di Ossigeno, Giuseppe Mennella, nel corso di una cerimonia alla presenza del sindaco Daniele Lorenzon e degli assessori alle Politiche sociali, Elisabetta Valeri, e ai Lavori pubblici, Pamela Pezzotti. All’incontro hanno partecipato anche i dipendenti del Comune.
“La libertà di stampa è uno dei diritti fondamentali di ogni Paese civile. Cito testualmente dell’articolo 21 della nostra Costituzione: ‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’. È impensabile che oggi, nel 2017, ci siano ancora persone che vengono uccise durante lo svolgimento del proprio lavoro – ha dichiarato il sindaco Daniele Lorenzon -. Ringrazio l’Osservatorio Ossigeno non soltanto per la consegna del Pannello, ma soprattutto per il lavoro quotidiano che svolge. Ho letto sul vostro sito che solo nel 2017 avete documentato minacce a 117 giornalisti (di cui 76 verificatisi quest’anno e 41 di cui l’Osservatorio è venuto a conoscenza solo nell’anno in corso). Il nostro, il mio impegno, a fianco di queste persone, lavoratori come noi, è quotidiano: perché sappiano che non sono sole e che questa amministrazione promuove i valori di legalità”.
Il segretario di Ossigeno, Giuseppe Mennella, ha ricordato le tappe che hanno portato alla nascita dell’Osservatorio, frutto di un “lavoro volontario e professionale. Abbiamo costruito un metodo scientifico per individuare le minacce e le intimidazioni che si fanno all’articolo 21 della Costituzione, cioè il diritto ad essere informati. Il diritto all’informazione è un diritto nei confronti dei cittadini: impedire a un giornalista di esercitare il proprio lavoro, di dare notizie nell’interesse pubblico in modo corretto significa impedire ai cittadini di conoscere la realtà, la verità, di essere consapevoli del mondo in cui vivono. Uno degli strumenti che abbiamo escogitato per ricordare l’importanza di questo diritto è non perdere la memoria: senza memoria saremmo perduti, un Paese che perde la memoria è un Paese perduto. La formazione e l’informazione sono gli strumenti per salvare la memoria. La storia non si cancella, bisogna coltivarla, ricordarla e trasmetterla”. Mennella ha poi ricordato che “dal 2006 abbiamo censito 3.202 casi di giornalisti minacciati, di cui almeno 18 che vivono sotto scorta armata. Il numero più elevato si registra nel Lazio, con 625 casi”.
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