Pane, amore e [omissis……]
Interventi a gamba tesa
Per diverse settimane un irritante cartellone stradale ha invaso ogni parete, ogni angolo, ogni incrocio, tanto che a volte se ne potevano vedere anche due uguali affiancati. Questo inutile e sovrabbondante orpello, peraltro, non pubblicizzava nulla, non promuoveva né un prosciutto, né un’automobile, né una mutanda. Nulla. E allora, direte voi, cosa diavolo mai tentava di dirci? Bella domanda: il comunicatore si è ben guardato dal……comunicarlo. Il faccione gigante di una bella infermierina straripante di salute si limitava ad affacciarsi in mezzo alla frase “Pane, amore e sanità”. Dopo lunghe e faticose ricerche abbiamo appreso, in sintesi, che il manifesto intendeva celebrare (!!) i primi trent’anni del Servizio Sanitario Nazionale. Bastava dirlo, ma forse hanno avuto paura, perché in fondo non c’è molto da celebrare: le vecchie mutue assicuravano prestazioni superlative, quella di oggi impone mesi o anche anni di attesa per un esame di routine. Ad Ancona ci vogliono cinque anni per una mammografia, ma anche a Roma non si scherza. Forse la tecnica è questa: nel frattempo il paziente muore e il Servizio risparmia! Anzi, si vocifera pure che presto verranno sorteggiate vacanze premio tra gli assistiti, lussuose crociere sulla nuovissima motonave Titanic 2°…….. E mentre il degrado e il malgoverno si mangiano gli ospedali pubblici, la Sanità Pubblica……festeggia! Beh, giusto: con quello che negli anni si sono mangiati gli amministratori ad ogni livello, era giusto rendere omaggio al benefattore di tanta grascia. Qualche sprovveduto ha osato domandare “ma con quello che è costata una così inutile campagna, non era meglio comprarci qualche ambulanza in più?”. Bel sempliciotto, rispondiamo noi. Pensa solamente a quanta gente ci ha lucrato sopra: il committente, i suoi consiglieri, gli inevitabili clientes, la commissione per l’attribuzione dell’appalto, la ditta pubblicitaria e poi ancora i “creativi”, i disegnatori, i tipografi, i distributori, gli attacchini, ecc. E mentre la gente muore in ambulanza mentre gli fanno fare un indesiderato giro turistico degli ospedali sperando di trovare libero un posto letto (che coi tagli in atto diventa pure sempre più raro), la Sanità si autocelebra con una sorridente infermiera con le gote bianche e rosse ma che allo spettatore induce ben più maliziosi pensieri. Detto questo, cosa avrà dunque mai da ridere? Lei niente, ma provate a sostituire il bel visino con il grasso faccione del riverito onorevole Cialtroni o del celebrato onorevole Ladroni e allora sì che capirete cosa hanno da ridere, alla faccia nostra………
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