Palazzo Pamphili ad Albano
Per volere del cardinale Benedetto Pamphili alcune costruzioni esistenti ad Albano ed adiacenti le une alle altre vennero accorpate allo scopo di creare una sola ed unica residenza: Palazzo Pamphili. Eletta a luogo di riposo durante il periodo estivo la villa fu centro di ricevimenti e di incontri tra uomini di cultura.
Nel XVIII secolo l’architetto Filippo Leti riconobbe come corpi di fabbrica già esistenti al momento della trasformazione del complesso architettonico un edificio a due livelli, un’area di forma trapezoidale con cortile e il casino del marchese Prospero Maculani. Per rendere omogeneo e ampio l’intero nucleo venne inserito nel progetto anche il casino con sviluppo ad L e posto sul retro dell’area e proprietà dei marchesi Bottini.
L’intero processo di ristrutturazione e trasformazione iniziò nel 1708 sotto la direzione del già menzionato Leti e con il contributo di Simone Costanzi e si concluse in una prima fase che vide l’intervento di Domenico Paradisi.
Seppur condizionati dalle strutture preesistenti sia il Leti che il Costanti eseguirono un sapiente lavoro architettonico e decorativo. Tutte le finestre sono distribuite con ordine e logica sulla facciata principale e le aperture reali sono alternate a finte finestre che bilanciano il gioco chiaroscurale.
Agli edifici sopra indicati se ne aggiunse un’altra proprietà: il casino dei marchesi Giannini. Questo favorì la realizzazione del così detto “cortile della cavallerizza”. Tale cortile si raccordava al cortile principale del palazzo grazie ad una scala ovata realizzata da Carlo Stefano Fontana su ispirazione del Cortile del Belvedere in Vaticano.
All’esterno l’edificio si mostra al primo livello scandito da un bugnato liscio e orizzontale e da finestre ovali, al piano nobile segnato da una coppia di finestre reali e da una coppia di finestre cieche e all’ultimo livello si apre una splendida loggia coperta realizzata dal Costanzi dal quale si gode di un meraviglioso panorama.
Nel 1764 si ritiene concluso il periodo di possesso della famiglia Pamphili, infatti, di lì a poco il palazzo, divenendo di proprietà del Collegio Nazareno si trasformò in residenza dei convittori. Anche in questo caso l’intero complesso subì interventi di riadattamento che furono coordinati da Giuseppe Tarquini.
Nel XIX secolo Palazzo Pamphili è soggetto a lavori di minore entità e nel XX secolo venne frazionato allo scopo di ricavare abitazioni private. Ciò determinò un’alterazione della struttura che intaccò soprattutto l’apparato decorativo interno.
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