Palazzo Mattei a Cave
Comune in provincia di Roma, a 380 metri d’altezza, Cave è situato all’estremità meridionale dei Monti Prenestini e si affaccia sulla profonda valle Collerano.
Il Castello medioevale è fra i più antichi del Lazio. Ebbe origine da enfiteusi dell’abbazia di Subiaco. Nel 970 il territorio Prenestino, dove in seguito nascerà il paese di Cave, fu ceduto da Papa Giovanni XIII in feudo alla senatrice Stefania per la durata di tre generazioni, dopo di che sarebbe dovuto tornare alla Santa Sede. La prima citazione storica del feudo si riscontra in una bolla del 24 aprile 988, iscritta nel “Regesto Sublacense di Santa Scolastica”, con il quale il Vescovo di Palestrina riconosceva ufficialmente la Chiesa di San Lorenzo edificata nel Castrum Cavae. Sul finire dell’XI secolo Pietro Colonna, avendo sposato una pronipote della senatrice Stefania, che non aveva più diritto al possedimento delle terre, occupò con le sue milizie il territorio del feudo, dando così origine alle cruenti lotte con il Papato che si protrarranno per lungo tempo.
Feudo dei Colonna, il paese è storicamente noto perché vi fu firmato il trattato del 1557 tra Filippo II di Spagna, papa Paolo IV e Erico II di Francia.
Nel XIII secolo, passato sotto il dominio degli Annibaldi, il paese fiorì sia economicamente che civilmente grazie allo statuto, voluto dal nobile Riccardo Di Tebaldo Annibaldi, che regolava la vita dei cittadini mediante una serie di norme civili e penali alle quali tutti dovevano attenersi.
Agli Annibaldi succedette la Signoria dei Caetani e a questa la famiglia dei Conti finchè, con la salita al soglio Pontificio di Martino V (Oddone Colonna), i Colonna tornarono ad essere padroni incontrastati del territorio. Appena eletto, il papa esonerò Cave dal pagamento dell’imposta sul sale, sul focatico e di ogni altra somma dovuta all’erario Papale. Il paese volle ricambiare la sua generosità dichiarandosi suddito privato nomine in modo che il Papa potesse trasmettere il diritto di egemonia ai suoi eredi personali.
Con “fidecommesso” del primo febbraio 1427 Martino V dispose che il feudo di Cave ed altre località limitrofe rimanessero dominio perpetuo ed indiviso fra i suoi tre nipoti: Antonio, Edoardo e Prospero.
Eugenio IV, non ritenendo giusto l’operato del suo predecessore, reclamò la restituzione dei territori, riaccendendo il conflitto con i Colonna che continuarono a coinvolgere il feudo nelle loro vicende politico-militari. Nel 1557, nel Palazzo Leoncelli, oggi proprietà Mattei, fu firmato il trattato di pace che poneva fine alla disastrosa guerra fra Filippo II re di Spagna, alleato dei Colonna, e il pontefice Paolo IV Carafa. Il XVII e XVIII secolo furono periodi relativamente tranquilli nei quali fiorirono le attività locali e vennero edificati nuovi palazzi e chiese.
Il palazzo a due piani si caratterizza archittetonicamente per la rampa semplice della balaustra, che porta all’ingresso preceduto da un pronao ad un’arcata su pilastri, e dalle finestre del piano nobile dall’interessante cornice ad architrave spezzata e su due livelli, databili al XVIII secolo.
L’edificio era il seminario di un complesso conventuale, iniziato a partire dal 1616 a spese di alcuni fratelli francescani cappuccini, ed è stato di recente restaurato e restituito ai religiosi.
Bibliografia (Istituto Italiano Castelli-Lazio – Aurigemma – Bonechi – il Castello V°/VI° anno
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