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Palazzo Grassi invita la Biennale de L’image en Mouvemen

Palazzo Grassi invita la Biennale de L’image en Mouvemen
Novembre 11
10:27 2016

Da lunedì 14 novembre a mercoledì 16 novembre 2016
Teatrino Di Palazzo Grassi

Palazzo Grassi invita la
Biennale de L’image en Mouvement.
Una selezione di 9 film dalla Biennale de l’Image en Mouvement di Ginevra
presentati dagli autori: Yuri Ancarani, Alessio Di Zio, Bodil Furu, Boris Mitic, Emilie Jouvet, Evangelina Kranioti, Jenna Hasse e Wu Tsang.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Film in lingua originale.
In collaborazione con il Centre d’Art Contemporain Genève.

Evangelia Kranioti, still de Obscuro Barroco, 2016 |
COURTESY de l’artiste et Galerie Sator, Paris

Il Teatrino di Palazzo Grassi prosegue l’investigazione sul cinema d’artista, rinnovando per il secondo anno consecutivo la collaborazione con la Biennale de l’Image en Mouvement, alla sua 15esima edizione.

Da lunedì 14 a mercoledì 16 novembre, il Teatrino di Palazzo Grassi presenterà una selezione di 9 film scelti appositamente per il pubblico veneziano, che saranno proposti nel corso della Biennale ginevrina.

Lo speciale calendario prevede per ognuna delle serate a partire dalle 18.00 la proiezione in lingua originale di:

Mangeurs de cuivre di Bodil Furu;
L’Enfant que j’étais, l’adulte que je suis, l’enfant que j’aime(rai) di Emilie Jouvet;
The Challenge di Yuri Ancarani;
Genesee e Sioux Rapids di Alessio Di Zio;
Obscuro barroco di Evangelina Kranioti;
Once upon a nothing di Boris Mitić;
Soltar di Jenna Hasse;
Duilian di Wu Tsang.

Ogni proiezione sarà anticipata da un incontro con l’autore dell’opera che introdurrà il pubblico del Teatrino alla visione.

Jenna Hasse, still de Soltar, 2016 | COURTESY Louise Productions

La Biennale de l’Image en Mouvement è una manifestazione ibrida, tra festival cinematografico, costellazione di mostre personali e spazio di ricerca e sperimentazione, nata nel 1985 da un’idea di André Itan come una delle prime esperienze europee dedicate al linguaggio dell’immagine in movimento in senso lato.

Yuri Ancarani still de The Challenge, 2016 | courtesy de l’artiste

L’edizione 2016 si svolge nuovamente sotto la curatela di Andrea Bellini, direttore del Centre d’Art Contemporain Genève, in collaborazione con Cecilia Alemani, curatrice e direttrice dell’High Line Art di New York, Caroline Bourgeois, curatrice e conservatrice presso la Collezione Pinault, ed Elvira Dyangani Ose, curatrice del Göteborg International Biennial 2015. Commissionati e prodotti, o co-prodotti, dal Centre d’Art Contemporain Genève, i 27 film d’artista sono firmati da giovani autori internazionali che cercano di costruire un dialogo sul mondo attuale attraverso un punto di vista femminile.
Il Teatrino di Palazzo Grassi è la prima tappa italiana di un tour internazionale che porterà le produzioni della BIM in tutto il mondo.

Wu Tsang, still de Duilian, 2016 | courtesyOURTESY de l’artiste et Galerie Isabella Bortolozzi, Berlin

La Biennale de l’Image en Mouvement 2016 è organizzata dal Centre d’Art Contemporain Genève, in collaborazione con il Fonds d’art contemporain de la Ville de Genève (FMAC) e il Fonds cantonal d’art contemporain, Genève (FCAC) e coprodotta da Faena Art e In Between Art Film.

Tutti gli appuntamenti del Teatrino sono comunicati, costantemente aggiornati, sul sito di Palazzo Grassi nella rubrica “attività”, www.palazzograssi.it.

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI

Lunedì 14 novembre

Ore 18.00
Bodil Furu (1977, Askim, Norvegia)| Mangeurs de cuivre
Bodil Furu presenta Mangeurs de cuivre, un film che ritrae gli operai di una miniera di rame in Katanga, nella Repubblica Democratica del Congo (DRC). Seguendo un capo locale, un manager e un operaio, la pellicola offre vedute contrastanti su come l’attività di escavazione del rame influenzi in maniera determinante la vita nei villaggi e in tutto il paese. Il paesaggio, vittima silenziosa, è rappresentato con le sue consistenti alterazioni, mettendo in evidenza la costante privazione dei propri diritti che subisce la popolazione locale. Il film mira a fornire strumenti di comprensione del sistema neocolonialista, affrontato in maniera controversa e con un finale aperto. Bodil Furu è attivo nel genere documentaristico, dove quesiti umani persistenti incontrano le problematiche attuali legate alla globalizzazione e attraverso la mediazione di scene tratte dalla vita reale. Il suo linguaggio visivo spesso esamina paesaggi intaccati dalla presenza umana, plasmati dall’attività e dai conflitti locali.

Ore 20.00
Emilie Jouvet (1976, Parigi) | L’Enfant que j’étais, l’adulte que je suis, l’enfant que j’aime(rai)
Emilie Jouvet presenta L’enfant que j’étais, l’adulte que je suis, l’enfant que j’aime(rai), una pellicola che parla dei genitori, dell’identità e della famiglia queer. Attraverso una serie di ritratti di persone dal volto inclinato verso il ventre, l’artista propone diverse storie e spunti di riflessione sulla maternità, la paternità, l’infanzia, il desiderio presente, o meno, di avere dei bambini. Interamente girato con l’ausilio di smartphone, il film è un viaggio intimo, raccontato con parole sensibili, divertenti o commuoventi, un album familiare contemporaneo. Avendo esplorato i movimenti queer, femminista e post-porno per 15 anni, per mezzo di ritratti e altre messe in scena estremamente immersive, i film di Emilie Jouvet mettono in discussione e disgregano gli standard sociali che affliggono la prassi e la rappresentazione del desiderio umano.

Ore 21.00
Yuri Ancarani (1972, Ravenna) | The Challenge
The Challenge affronta il viaggio di un artista che diviene antropologo, esplorando le tranquille attività dei cittadini del Qatar, piccolo stato che ha attirato una notevole attenzione da parte dei media di tutto il mondo negli ultimi anni per via del suo stile di vita non convenzionale e dell’esuberante benessere che lo caratterizza: un evoluto tecno-capitalismo dove gli antichi simboli del potere monetario (oro, macchine sportive, armi etc) sono onnipresenti. La Caccia mostra il ruolo di falconi molto rari e costosi impiegati in forme rituali di caccia. L’opera di Yuri Ancarani trasforma i codici del docu-film in una dimensione monumentale. L’uomo in azione, protagonista dei suoi girati, appare trasfigurato in una rigorosa costruzione di immagine e suono.

Martedì 15 novembre

Ore 18.00
Alessio Di Zio (1992, Italia) | Genesee e Sioux Rapids
Alessio Di Zio presenta una serie di cortometraggi volti all’utilizzo estremo di un immaginario fantastico e improvvisato, ambientati in uno scenario artificiale dove si manifestano momenti di strana magia, finzione e prendono forma immagini iconiche, impressioni e barlumi della sua stessa fantasia. Lavorando impulsivamente come musicista e regista, Alessio Di Zio sceglie ambienti specifici nei quali immergersi al fine di costruire visioni personali. All’inizio i girati avevano esclusivo uso personale, in seguito i suoi film hanno acquisito grande notorietà per il grande valore artistico e per il trattamento molto particolare riservato alle immagini.

Ore 19.00
Evangelia Kranioti (1979, Atene) | Obscuro barroco
Obscuro Barroco è un racconto sulle illusioni e le trasformazioni generatesi a Rio de Janeiro (Brasile) alcuni mesi prima delle Olimpiadi. Il film esplora il gender e i rituali urbani nel regno edonistico della cidade maravilhosa. Affrontando questioni di spiritualismo e transessualità, dal baccanale di Sambodromo al carnevale delle favelas, due creature – un clown errante e la regina delle travestite carioca — raccontano la storia di corpi in incessante metamorfosi. Evangelia Kranioti è un’artista attiva in ambito cinematografico, fotografico, testuale e nella video installazione. La sua pratica artistica prevede l’immersione in differenti contesti sociali, culminando nella creazione di fiction o documentari. La ricerca artistica e antropologica di Kranioti esplora le tematiche dell’esilio, le origini, il nomadismo e il desiderio.

Ore 20.15
Boris Mitić (1977, Leskovac, Serbia) | Once upon a nothing
Boris Mitić presenta Once upon a Nothing, una parabola impressionista. In questo lungometraggio parodistico in stile documentario, Nothing, stanco di essere frainteso, scappa di casa parlandoci per la prima e ultima volta. La narrazione di Nothing, tratta dalla bibliografia più eclettica mai usata in un film documentaristico, è illustrata metaforicamente da un unico ‘documentary footage of Nothing’ filmato da dozzine di cineasti che si completano, provenienti da tutto il mondo, inserito in un processo di brainstorming online che è stato presentato parallelamente al film.

Mercoledì 16 novembre

Ore 18.00
Jenna Hasse (1989, Lisbona) | Soltar
Jenna Hasse dirige Soltar che narra la vicenda di due personaggi, Margaux (interpretata dall’artista) e Bruno, alla partenza per le loro vacanze in Portogallo. Nel corso del film, il pubblico vive un’ansia crescente, causata dalla paranoia di Bruno. L’artista colloca i due personaggi nel cuore di una scissione, due entità che per Bruno sono impossibili da riconciliare. Questo sentimento è accentuato dall’ambiente, un festival di musica elettronica con una massa di persone scatenate in danze selvagge, la vita in comunità che contrasta con la vita della natura circostante con le sue spiagge infinite e l’oceano non molto distante. Nella duplice veste di attrice e regista, Jenna Hasse indaga la dualità della sua stessa condizione attraverso i suoi set, dove mette in scena l’intimità tramite la vita dei suoi protagonisti. Tra i molteplici influssi dei quali la sua arte si nutre, il peso maggiore è dato dalla sua vicenda personale, dall’analisi del rapporto che l’uomo riesce a instaurare con la natura e dalle emozioni e le sensazioni che ne derivano.

Ore 19.00
Wu Tsang (1982, Massachussetts, USA) | Duilian
Wu Tsang presenta Duilian, un breve film sperimentale che prende le forme narrative di un’illegittima “vicenda selvaggia” (yeshi). Sebbene ambientato nel presente, il film esplora la relazione profonda tra la poetessa rivoluzionaria cinese Qiu Jin (1875-1907) e il calligrafo Wu Zhiying (1868-1934). Qiu Jin, giustiziata come traditrice nel corso del regno della dinastia Qing, venne alternativamente definita una martire nazionalista, un’eroina comunista e un’icona femminista. Il film combina diversi stili, dal realismo magico, al documentario, sino al genere Kung fu per indagare come si costruisce una storia leggendo tra le righe delle cronache ufficiali.

A PROPOSITO DI ANDREA BELLINI
Andrea Bellini è storico dell’arte, critico e curatore indipendente. Laureato in Filosofia e specializzato in Storia dell’Arte presso l’Università di Siena.
Andrea Bellini è il direttore del Centre d’Art Contemporain Genève dal 2012. Ha co-diretto Castello di Rivoli e diretto Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea, ed è stato advisor curator per MoMA PS1 e capo redattore di Flash Art International. Dal suo arrivo presso il Centro ha lavorato instancabilmente per rafforzare il ruolo dell’istituzione in Svizzera e sulla scena artistica internazionale, nel tentativo di rilanciare la Biennale dell’Immagine in Movimento. Bellini è inoltre membro di numerosi comitati come Cultural Advisory Board del CERN di Ginevra e nel comitato di selezione di Arco Madrid.

Contatti per la Stampa
PCM Studio
Via C. Goldoni 38 | 20129 Milan
Paola C. Manfredi | paola.manfredi@paolamanfredi.com

 

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