Ostelli del Santa Maria della Pietà, una storia infinita
In questi giorni La Repubblica si è occupata della recente sentenza del TAR che riconosce alla ditta vincitrice del bando del 2015 il diritto di avviare gli Ostelli nel
comprensorio del Santa Maria della Pietà. Il motivo per cui il quotidiano se ne è occupato è che la Regione avrebbe, nel fare il bando, previsto oneri a carico della ditta vincitrice troppo bassi rispetto al prezzo di mercato (circa 5000 € al mese di affitto per due
padiglioni e complessivi 140 posti letto).
Il vero scandalo riteniamo non stia in questo ma nel fatto che dal 2000 siano stati spesi milioni di euro per avere degli ostelli al Santa Maria della Pietà per i pellegrini di ben 2 giubilei per il turismo giovanile e “non ricco”, come previsto anche dalle tariffe imposte previste nello stesso bando del 2015. Il vero scandalo sta nel fatto che negli anni 2000 sia stato chiuso l’ostello esistente nella città di Roma, mandato a spasso decine di lavoratori e ancora oggi si debba constatare che a Roma non esista neppure un Ostello. Unica Capitale d’Europa a potersi “vantare” di questo.
La Regione forse non guadagna quanto “il mercato” ritiene corretto, ma di sicuro nello stallo di questi anni la città e l’area di Monte Mario hanno perso 18 anni di occasioni di accoglienza e servizi turistici, che hanno visti prima ridimensionarsi e poi sparire, hanno visto giacere in un limbo una parte importante della centralità urbana del Santa Maria della Pietà, sancita nei protocolli di Intesa tra le diverse amministrazioni e attesa dai cittadini. Insomma hanno perso 18 anni di un intervento che avrebbe potuto contribuire allo sviluppo dell’area, che riteniamo resti uno dei compiti delle amministrazioni pubbliche.
Il vero scandalo sta nel fatto che mentre si sottolinea l’inadeguatezza di un bando perché dà poche entrate si permette il rientro dei servizi psichiatrici all’interno dell’ex manicomio
provinciale, contro quanto previsto dalle leggi vigenti.
Aspettiamo quindi anche di sapere se questi fondi verranno destinati alle iniziative per la salute mentale, più ancora, se lo sono i fondi derivanti dagli altri affitti presenti nel comprensorio, passati e attuali, gestiti dalla Regione o dalla ASL RM1 e se questo svilupperà servizi distribuiti sul territorio e non rinchiusi nuovamente in Manicomio.
Inutile dire che aspettiamo anche che qualcuno consideri la proposta di legge di iniziativa
popolare per il riuso del Santa Maria della Pietà che giace ancora presso il Consiglio Regionale.
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