Osservatorio italico (o italiota?)
Il Paese delle risposte facili dove è difficile trovare le domande scomode
La Corte di Cassazione è la stessa che – tra infinite altre sentenze bizzarre – ha sancito che i persecutori possono continuare ad abitare accanto alle loro vittime, che violentare la donna con i jeans stretti non è stupro, che sei conclamati e pericolosissimi capimafia devono andare liberi ed è la stessa
che ha condannato Berlusconi non su prove fattuali ma solo in base al singolare principio giuridico del “non poteva non sapere” (se provate a invocarlo in Francia, Inghilterra o altrove vi ridono in faccia). Lo stesso giudice Esposito qualche ombra l’ha causata con la sua improvvida intervista, tanto che perfino il CSM sta valutando gli atti a fini disciplinari. Anche i nemici più irriducibili di Berlusconi – se sono onesti – qualche domanda scomoda infine dovranno pur farsela. Se sono onesti: purtroppo, in questo Paese ottenebrato dall’odio di fazione succede che parlare di Berlusconi senza astio non è mai visto come un tentativo di usare oggettività ed equilibrio bensì come un esercizio di servilismo. Questa è una strada che conduce dritta al burrone della guerra civile.
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