Osservatorio Città Clima, nel 2024 a Roma il record di eventi meteo estremi
Gennaio 01
11:05
2025
Legambiente ha presentato oggi il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima 2024, attraverso il quale vengono conteggiati e analizzati gli eventi estremi legati alla crisi climatica: giornate con esondazioni, allagamenti, siccità prolungata sono aumentate in Italia del +485% rispetto al 2015, con 351 eventi meteo estremi. Anche quest’anno, per il quinto anno di fila dal 2020 in poi, il record tra le città è quello di Roma, con 13 giornate.
“Se la Capitale continua, anno dopo anno, ad avere il record di eventi climatici estremi che si sono abbattuti sul proprio territorio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – vuol dire che qui, ancor più che altrove, c’è il bisogno urgente di contrastare con tutte le forze le cause di tali eventi e di rendere il territorio più adatto a mitigarne le conseguenze. Gli interventi strategici e le politiche determinanti sono quelle per la cura del verde, quella di cura del sistema di collettamento e scarico delle acque meteoriche, la messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico, ma anche uno stop deciso al consumo di suolo che invece continua imperterrito a Roma, soprattutto a causa di nuovi ed enormi hangar della logistica che sorgono in un batter d’occhio a sostituire aree non edificate”. Secondo il rapporto annuale ISPRA sul consumo di suolo in Italia, pubblicato nelle scorse settimane, la Capitale continua a stare anche in questo caso, sul podio per i numeri enormi di asfalto e cemento che sostituiscono terreni naturali: sono 71,33 gli ettari di incremento del suolo consumato a Roma nel 2023, pari a circa 50 campi da calcio, che fanno della città, il terzo peggior comune d’Italia e peggiore in assoluto tra le grandi città capoluogo di Regione.
“Se la Capitale continua, anno dopo anno, ad avere il record di eventi climatici estremi che si sono abbattuti sul proprio territorio – commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – vuol dire che qui, ancor più che altrove, c’è il bisogno urgente di contrastare con tutte le forze le cause di tali eventi e di rendere il territorio più adatto a mitigarne le conseguenze. Gli interventi strategici e le politiche determinanti sono quelle per la cura del verde, quella di cura del sistema di collettamento e scarico delle acque meteoriche, la messa in sicurezza contro il dissesto idrogeologico, ma anche uno stop deciso al consumo di suolo che invece continua imperterrito a Roma, soprattutto a causa di nuovi ed enormi hangar della logistica che sorgono in un batter d’occhio a sostituire aree non edificate”. Secondo il rapporto annuale ISPRA sul consumo di suolo in Italia, pubblicato nelle scorse settimane, la Capitale continua a stare anche in questo caso, sul podio per i numeri enormi di asfalto e cemento che sostituiscono terreni naturali: sono 71,33 gli ettari di incremento del suolo consumato a Roma nel 2023, pari a circa 50 campi da calcio, che fanno della città, il terzo peggior comune d’Italia e peggiore in assoluto tra le grandi città capoluogo di Regione.
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