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Oro per le farfalle azzurre a Miè

Ottobre 08
23:00 2009

Una squadra che fa tremare le avversarie e fa sudare freddo Russia e Bielorussia, già detentrici storiche del primato nella disciplina. Il perduto è perduto e non vi può essere rassegnazione, ma a volte perdere ingiustamente una competizione – in questo caso estremamente importante e determinante ai fini di un percorso sportivo giunto ai massimi livelli – e sapendola perdere con dignità intoccata e senza rabbie distruttive e crolli psicologici, può far scattare la molla che ti fa ulteriormente agguerrire. Hanno lavorato sodo, in silenzio, a testa bassa e ora le nostre azzurre hanno semplicemente rimesso le cose a posto, così come dovevano andare e sono andate, dimostrando al mondo dello sport e non solo che la fatica paga, che il sudore lava e che la tenacia vince. Una bella lezione di vita come dovrebbe essere ogni competizione sportiva, specialmente quando si parla di discipline cosiddette minori e perciò pure, purissime come l’oro che ora brilla come una fiamma olimpica accesa in ritardo, o forse, chissà, e perché no, accesa in anticipo. Il 2012 non è poi così lontano, e tutto è possibile. Quando le nostre ragazze mercoledì 16 settembre sono tornate a casa, portandoci due ori e un argento, ad accoglierle all’aeroporto di Fiumicino c’erano tutti quelli che hanno sempre creduto nelle loro straordinarie possibilità e che in tutti i modi le hanno sostenute, prime fra tutti le loro famiglie e le loro allenatrici, che hanno sofferto penato gioito lavorato per esse e con esse, in una sfida in questo settore sportivo senza precedenti. Noi ci siamo portati a casa Elisa Blanchi – che solo a pronunciarlo questo nome ti mette il fuoco nelle vene – titolare dal 2002 della squadra azzurra e sguardo senza ombre quando guarda alla strada fatta e a quella da fare, ed è stata una festa del cuore e un tripudio di popolo. A Velletri dove Elisa si è formata nella palestra Xistos sotto la guida della prima allenatrice Monica Brandizzi, che riconobbe in lei bambina di tre anni la stoffa del vero atleta, e dove l’uno e il due settembre al palazzetto dello Sport la squadra azzurra ha partecipato al Gran Galà per l’Abruzzo regalando emozioni da non potersi dire, e a Lariano dove Elisa è nata e la sua famiglia vive, e dove insieme alle sue compagne ha ricevuto il “Fungo d’oro” in occasione della sagra del “Fungo porcino”. Tornare a casa da campionessa del mondo crediamo sia stato per Elisa Blanchi quasi un dovere da compiere nei confronti della sua famiglia e del mondo dello sport pulito, e prima ancora verso se stessa e la sua formidabile squadra.

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