Oreste della Posta, PCI Lazio, lancia allarme per gravità situazione economico/sociale Ciociaria
Roma/Frosinone. Oreste della Posta, PCI Lazio, lancia allarme per gravità situazione economico/sociale Ciociaria
“ Ormai è dramma lavoro – è il grido di allarme di Oreste della Posta, segretario regionale del PCI – occorre una svolta, così non si può continuare e le misure adatte vanno scelte e attivate oggi. Il mercato del lavoro, nella nostra provincia, è in forte frenata, e non solo per gli effetti negativi legati alla pandemia in atto, e le cause vanno ricercate nel tempo e al fatto che non sono state affrontate in modo deciso. Dal punto di vista occupazionale, gli ingressi previsti nel mondo del lavoro e nelle imprese ciociari, hanno fatto registrare, come risulta da uno studio di Unioncamere e ANPAZ, una flessione del 33%; si è passati, infatti, da 1790 ingressi registrati a dicembre scorso, a 1190 previsti per la fine di dicembre 2020. – continua nella illustrazione dei dati oggettivi il dirigente comunista -Ma la cosa che preoccupa è che, mentre nelle altre province si registra una forte richiesta di medici, tecnici specializzati, operatori sanitari e di personale per le sanificazioni, chiaramente legata alla fase che stiamo vivendo, nella nostra provincia è praticamente assente. Solo il 7% delle imprese prevede l’ingresso di nuovo personale di cui il 64% a tempo determinato e solo il 36% a tempo indeterminato. Ancora oggi, dopo nove mesi di contrasto alla pandemia e nonostante i contributi e i ristori previsti dal governo, il tessuto economico ciociaro mostra evidenti segni di difficoltà nel ripartire. Il settore maggiormente in sofferenza è quello delle costruzioni con il 60% delle imprese che stentano a ripartire. Confidiamo nel piano del governo, conosciuto come Superbonus 110% per i lavori di efficientamento energetico, e prorogati al 2022, con la speranza che la burocrazia non ritardi la partenza. Occorre, altresì, – conclude Oreste della Posta – un progetto per un grande piano di risanamento ambientale e territoriale e per il recupero e la valorizzazione dei nostri centri storici per dare impulso al settore del turismo, della ristorazione e dell’accoglienza. Il 27% di queste attività è sospesa, mentre il 69% viaggia a regime ridotto con la possibilità concreta che molte di esse non riapriranno. L’unico settore che nella nostra provincia pare non risentire della crisi è quello chimico-farmaceutico con il 63% attivo come il periodo pre-covid. In questo quadro., considerato che il piano vaccini dovrebbe andare a regime entro la fine del 2021, appare di fondamentale importanza una seria pianificazione economica da parte del governo e soprattutto lavorare ad un nuovo modello di sviluppo per scongiurare ed evitare di trovarsi impreparati alle situazioni di emergenza ulteriori che potrebbero presentarsi.”.
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