ORA CHI CI SALVERÀ DAL CEMENTO?
A Marino promette di tornare “l’età d’oro” del cemento, che ha visto la nostra città, specie negli anni della triade Palozzi-Cecchi-Silvagni, crescere spropositatamente per numero di abitanti e negativamente per servizi e “standard” urbanistici per la popolazione.
Oramai quasi 10 anni fa, prima la Procura della Repubblica e poi un piccolo gruppo di idealisti riuniti sotto il simbolo del MoVimento 5 Stelle di Marino avevano momentaneamente mandato a casa la vecchia politica. Quei 15 Consiglieri, il Sindaco e la Giunta, con le mani libere da qualsiasi interesse personale, erano riusciti a fermare l’esplosione urbanistica, scongiurando la micidiale speculazione del Divino Amore ed approvando, con un certosino lavoro amministrativo, un nuovo Piano Urbanistico Comunale Generale a “zero incremento di cemento” (primo caso nel Lazio!).
Ma la storia recente, purtroppo, la conosciamo: ottobre 2021, 7.746 cittadini (contro i 7.176 che avevano scelto Colizza) e svariate migliaia di cittadini che hanno preferito rimanere a casa, hanno scelto un ritorno al passato con Cecchi Sindaco.
E le conseguenze stanno per manifestarsi anche sul piano urbanistico (i fallimenti su tutto il resto sono sotto gli occhi di tutti, non c’è bisogno neanche di ricordarli): la nuova Amministrazione a guida leghista ha lasciato morire il processo amministrativo del nostro PUCG e, dopo tre anni dalla sua adozione fatta nell’agosto 2021 in Consiglio, sono decadute le “clausole di salvaguardia”, per cui l’orologio torna indietro al vecchio PRG, agli “anni d’oro” del cemento e si può ripartire con la speculazione.
Noi avevamo fatto scelte diverse, volevano fermare la crescita scriteriata e recuperare spazi di vivibilità e servizi per i cittadini, avremmo, se rieletti, chiuso l’approvazione del PUCG, e fermato per molti anni il cemento. Ma il popolo è sovrano. Chissà quanti di quelli che hanno preferito il ritorno al passato si lamenteranno nei prossimi mesi/anni delle troppe case (tante invendute), della mancanza di parcheggi, del traffico, dei marciapiedi che non ci sono, dei pochi spazi verdi, del caldo torrido o degli allagamenti (che sono proporzionalmente legati ai pochi alberi ed all’impermeabilizzazione dei terreni).. Mentre, intanto, i soliti (pochi) noti realizzeranno i loro profitti.
Si riparte, dunque e gli uffici dell’urbanistica avranno un gran da fare.. Per fortuna che nel frattempo hanno affidato ad una ditta esterna la gravosa gestione delle gravose pratiche di richiesta dei condoni.
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