“Opera omnia – Volume 2 – Prose” di Pietro Nigro con prefazione di Enzo Concardi
Pubblicato il libro Opera Omnia (Volume 2 – Prose) di Pietro Nigro, con prefazione di Enzo Concardi, nella prestigiosa collana “Il Pendolo d’Oro”, Guido Miano Editore, Milano 2024.
Questo secondo volume dell’Opera Omnia dello scrittore e poeta siciliano Pietro Nigro, riguardante il meglio delle sue opere in prosa, segue di poco tempo la pubblicazione del primo volume dedicato alla poesia, genere nel quale egli ha conseguito, a detta unanime della critica letteraria, esiti di valore estetico e contenutistico non indifferenti. Dei suoi scritti in prosa, ancorché collocabili anch’essi su livelli di rilievo, non è possibile esprimere una valutazione globale, data l’eterogeneità delle materie e dei generi nei quali l’autore si è cimentato e che quindi rimandiamo nello specifico, all’interno della trattazione dei singoli capitoli in cui è stata suddivisa tale raccolta, relativa dunque all’arco temporale più ampio della sua produzione scritturale nel corso dell’intera esistenza.
Il lettore che s’affaccia con curiosità a navigare tra le pagine di Nigro, potrà senz’altro riscontrare l’ecletticità dei suoi interessi culturali, che spaziano in vari campi del sapere non solo strettamente letterario. Si è cercato quindi di razionalizzare il magma complessivo dei suoi scritti, suddividendolo in cinque capitoli, tre dei quali sono a loro volta articolati in diversi sotto-capitoli, per facilitare ulteriormente l’orientamento di chi legge: in tal modo è possibile scegliere direttamente l’aggregazione che più interessa o attrae, incontrandosi con i propri gusti culturali. Questa opzione metodologica-editoriale si può qui riassumere visitando dapprima le varie enunciazioni capitolari, per successivamente entrare nel merito dei lacerti più significativi.
Un’altra avvertenza che può essere utile al lettore riguarda la cronologia: criterio utilizzato solo all’interno di ciascuna parte o sotto-parte del libro e non in assoluto. Infatti si è privilegiata la suddivisione per materia rispetto ad ogni altra considerazione.
Addentrandoci dunque nell’Opera Omnia ecco che il primo incontro avviene con le Pagine memoriali, d’arte e di letteratura (I capitolo): raggruppano le pagine autobiografiche; una miscellanea di scritti artistico-letterari; una sintesi di storia della musica (dalle origini a Domenico Scarlatti). Segue la sezione (II capitolo) dedicata alla narrativa e ad una raccolta di pensieri su temi filosofici, ideologici, politici. Le Opere teatrali (III capitolo) contemplano tre titoli: Il padre sagace; Il trionfo dell’amore; Noi studenti. Gli scritti di Critica letteraria (IV capitolo) sono inerenti a prefazioni o recensioni di pubblicazioni d’autori contemporanei, prevalentemente siciliani. Infine (V capitolo) l’originale ed interessante studio sulla Numismatica dell’Impero romano, il quale, presentando le monete coniate anche, talvolta, con le effigi dei diversi “Cesari”, ricostruisce scenari della storia imperiale.
La prosa delle pagine autobiografiche assume un carattere essenzialmente diaristico-epistolare: si tratta più che altro di lettere scritte ai suoi cari in età giovanile durante viaggi all’estero in Francia e in Svizzera (Parigi, Lione, Ginevra…), e altre missive ad ogni ritorno a Catania. Gli argomenti sono vari: dai vaglia ricevuti per pagare le tasse universitarie, ai commenti sul Festival di Sanremo; dalla descrizione dei luoghi visitati – talvolta in lingua francese – alle sistemazioni alberghiere; dalla segnalazione dei testi scolastici da acquistare ai formali saluti in uso allora («Noi stiamo molto bene, come speriamo di voi»). Da segnalare le riflessioni sui suoi anni dell’insegnamento (1962-1992) in cui rimarca l’amore e la dedizione profusi nella professione scelta e da cui emerge una visione educativa del rapporto con gli studenti e non solo didattica. Nella miscellanea artistico-letteraria appaiono saggi critici su Leopardi, Montale, Van Gogh, Gauguin e Paul Valéry (che sottotitola con L’uomo: storia di una vita, di un’anima, di uno scrittore). L’autore coglie qui l’occasione di rispecchiarsi in alcune tematiche leopardiane, di condividere la montaliana vocazione per la poesia pura, mentre sconfinata è la sua ammirazione per Valéry, considerato il più grande poeta di Francia e depositario della poesia immortale. Qui la prosa possiede naturalmente quella proprietà di linguaggio specifica e specialistica della critica letteraria. La Sintesi di storia della musica è scritta più che altro per titoli, nomi di autori e loro opere, brevi spiegazioni biografiche musicali tecniche: utile per successivi approfondimenti. Si va dal Medio Evo al Canto gregoriano al Barocco con i suoi maggiori rappresentanti: Corelli, Torelli, Purcell, Couperin, Albinoni, Vivaldi, Telemann, Rameau, Scarlatti.
Per la Narrativa sono stati pubblicati tre brevi racconti. Oltre la siepe ha la sostanza di un sogno nel quale il protagonista scopre – dopo aver camminato in un fitto ed oscuro bosco – un ‘eden’ irreale e misterioso – dove tuttavia tutto è armonia: «Lassù c’era solo lui e la natura, la sua mente e l’universo, il suo corpo, la sua anima e Dio». Altre scoperte sorprendenti lo attendono, sempre in un’atmosfera onirica e che il lettore potrà interpretare a suo giudizio, ma che posseggono comunque un timbro simbolico e metaforico. La scrittura di Nigro è dedicata al paesaggio descritto liricamente, svela la capacità della suspence, coinvolge perché i periodi sono brevi, battenti, efficaci, scorrono senza fronzoli o divagazioni. Simile è lo stile del secondo racconto – In treno – in cui due studenti si recano per la prima volta all’estero per frequentare corsi di lingue e letterature straniere. Toni è invece una storia in stile deamicisiano di povertà, esclusione, emigrazione, dolore. Il padre Beppe, sul letto di morte, spiega al figlio il motivo per cui aveva dovuto cercare la carità per sfamarlo, perché non era riuscito a mandarlo a scuola ed era stato lui ad insegargli a scrivere e a leggere: la miseria. Ed ora Toni era costretto a lasciare il luogo natio per cercare fortuna nella ‘città’ lontana. L’impianto narrativo si regge soprattutto sul dialogo fra Toni e Beppe, con accenti commoventi e tristi. Nella piuttosto estesa sezione sottotitolata Pensieri, l’autore espone in sostanza la propria visione del mondo: non v’è certo qui spazio per il dettaglio, per cui orienteremo il lettore indicando i temi e gli argomenti principali trattati. In sequenza: scritti giovanili a carattere esistenziale; arte e cultura, avanguardie e rinnovamento artistico; politica e società; la cultura dell’odio; i valori della vita; riflessioni su Dio e l’Uomo; l’ambizione umana; le catastrofi delle ideologie; il Cristo e la verità. La prosa utilizzata dall’autore è piuttosto descrittiva di concetti ideologici e sociologici, nonché memoria di eventi passati.
Le opere teatrali qui presenti possono essere suddivise in due categorie distinte. Il padre sagace (atto unico in XIII scene) e Il trionfo dell’amore (atto unico in IX scene) hanno come argomento comune ed esito finale – sebbene con trame diverse – la vittoria dell’amore, vissuto dalle nuove generazioni quale realizzazione di un sentimento autentico, superando le antiche e ristrette visioni legate agli interessi materiali e alle volontà impositrici delle famiglie di origine. Noi studenti, invece – definita dallo stesso autore una ‘commedia drammatica’ – sviluppantesi in 3 atti e VI scene, riprende il tema del rapporto tra professori e studenti, già sviscerato nelle pagine autobiografiche e nei pensieri. Le vicende si snodano intorno ai ruoli nel mondo scolastico, all’autoritarismo del corpo docente e alla ribellione dei ragazzi, ai concetti educativi e al senso di giustizia, agli errori commessi da entrambi e alla capacità di riconoscerli, col lieto fine del perdono e della riconciliazione. È ovviamente una realtà esistente ai tempi dell’insegnamento di Nigro, realtà oggi largamente cambiata. Il linguaggio delle tre opere teatrali è in sostanza il lessico quotidiano, in quanto esso rispecchia gli innumerevoli dialoghi tra i personaggi, in gran parte brevi e concisi, tranne qualche rara eccezione di carattere riflessivo.
Nella parte dedicata all’autore come critico letterario di opere contemporanee possiamo leggere prefazioni a sillogi poetiche, recensioni a pubblicazioni di carattere autobiografico, introduzioni a libri di narrativa, giudizi critici relativi a pittori … ed anche Altre riflessioni letterarie, pubblicate in varie antologie, di cui una ci pare riassumere in pieno il pensiero di Pietro Nigro sul mondo d’oggi: «Un ritorno alle origini del Cristianesimo si impone per debellare le tremende conseguenze che hanno portato l’uomo alla dissennatezza che si è espansa nel corso dei secoli. L’esempio di Francesco ci indica la via che porta ad un capovolgimento di una situazione che sta divenendo sempre più tragica. Non si pretende che l’uomo faccia per filo e per segno quello che Francesco è riuscito a compiere, ma si “crei equilibrio di convivenza” nonostante la fragilità della natura umana che porta a comportamenti non del tutto encomiabili. Non è essenziale che si creda o no ad una religione purché i comportamenti si allineino ai principi che essa ci indica». Egli, come critico letterario, rivela la capacità di risalire dai versi o dalla prosa, al mondo interiore degli autori, indagando anche sui fattori ambientali e sociali che possono aver influito sul loro percorso culturale, letterario, artistico e spirituale.
L’ultimo capitolo dell’Opera Omnia – come già anticipato – dal titolo Numismatica dell’Impero romano, consiste in una rassegna storica attraverso le monete che ogni imperatore coniava per caratterizzare il suo potere: talune raffiguravano il volto dei vari ‘cesari’ succedutesi, altre riportavano vari simboli della vita pubblica e delle attività svolte nell’economia del tempo, essenzialmente agricola. Il materiale numismatico appartiene alla grande collezione dell’autore e nel libro, a fianco del breve ritratto che egli tratteggia per ogni personaggio, vengono pubblicate anche le fotografie delle stesse monete, con specificate le loro caratteristiche tecniche. Nella piacevole lettura vi faranno compagnia: Giulio Cesare, Marco Antonio, Ottaviano, Tiberio, Nerone, Tito, Domiziano … e tanti altri. Per concludere non ci resta che risottolineare la vocazione multiculturale di Pietro Nigro, che ha voluto spaziare in molti campi del sapere, spinto da una “sete” di conoscenza non comune.
Pietro Nigro è nato ad Avola (sr) nel 1939 e risiede a Noto (sr); laureato in Lingue e Letterature Straniere all’Università di Catania, ha insegnato inglese presso varie scuole superiori. Ha iniziato a scrivere poesie fin da ragazzo; la sua ispirazione trae origine dai luoghi siciliani della sua infanzia e dagli ambienti francesi e svizzeri visitati durante le vacanze estive, in particolar modo Parigi (la sua città d’elezione), dove si recava spesso per perfezionare la conoscenza della lingua francese. Il primo libro di liriche, Il deserto e il cactus, è stato pubblicato da Guido Miano nel 1982 e gli è valso il 1° Premio assoluto per la poesia edita, Targa “Areopago” (1983, Roma). Sono seguite molte opere poetiche, testi di saggistica e altri lusinghevoli riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio “Luigi Pirandello” per la Letteratura (Taormina, 1985) e il Premio “La Pleiade ‘86” «per la produzione letteraria e poetica già riconosciuta a livello critico» (sala del Cenacolo di Montecitorio, Camera dei Deputati, Roma 1986).
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