on Veronesi e De Silva riprende l’anno della Mondadori di Velletri
Con Veronesi e De Silva riprende l’anno della Mondadori di Velletri: la grande letteratura protagonista con “Il colibrì”
Due tra i più grandi scrittori della letteratura italiana e internazionale contemporanea si sono ritrovato nel pomeriggio di venerdì alla Mondadori Bookstore di Velletri. Di fronte ad una Libreria gremita, Diego De Silva e Sandro Veronesi hanno dialogato intorno al romanzo di quest’ultimo, “Il colibrì” (La Nave di Teseo), definito il libro dell’anno nel 2019. Una storia intensa, appassionante, di cui sono stati letti due piccoli estratti da Silvia Ciriaci ed Emanuele Cammaroto del circolo dei lettori: l’accorata introduzione di Diego De Silva, sempre magico nel saper utilizzare le parole con la delicatezza e l’incisività del caso, ha messo in discesa un dialogo fluido e ricco di contenuti, capace di spaziare dal romanzo all’attualità e viceversa. Il concetto da cui è partita la dissertazione è quello di “disfacimento”: nonostante l’incedere del tempo, vero grande tema del libro, il passare di questo ci porta a delle acquisizioni e a dei vantaggi. “Sandro Veronesi” – ha detto De Silva – “è la testimonianza vivente che anno dopo anno uno scrittore può sempre sorprenderti di più. In questo caso porrei l’accento” – ha inoltre aggiunto – “sulla disinibizione nei confronti della parola. Pur essendo un romanzo con tantissimo mestiere è spontaneo, istintuale, soprattutto nell’aggettivazione”. L’idea che si cela dietro il titolo dell’opera (“che ha una struttura anarchica”) è davvero affascinante: Marco Carrera è un architetto che si piega alla resilienza, metafora della vita, come metafora è l’uccello tropicale (il colibrì) che ha la peculiarità di muoversi a velocità enorme per restare fermo in aria o addirittura volare all’indietro. È un modo originalissimo, questo, per spiegare come viene spesso vissuto il tempo: “si spappola perché è caotico” – ha detto Veronesi – “pieno di eventi imprevedibili. Attraversiamo il dolore e incontriamo la felicità in due modi, una attiva e propositiva, che va incontro all’imprevisto, e una passiva, in cui si resta dove si è”. Il tema letterariamente più profondo è proprio quello della “infelicità sostenibile”, come sottolineato da De Silva. Spesso e volentieri è più comodo restare in una zona comfort in cui nulla accade, perché non arrivano danni, anche se in fondo non si è felici, come può accadere ad esempio nei rapporti di coppia. “La resilienza” – ha proseguito Veronesi – “è un concetto che ho studiato in architettura: una caratteristica misurata, un resistere senza perdere le proprie caratteristiche. Questo romanzo e il personaggio di Carrera parlano di un uomo che resta fermo nonostante le batoste. Il mio obiettivo era un dono ai lettori, ma in realtà ho cercato di comunicare loro che volevo liberarmi dalla dittatura del tempo tramite l’accettazione dello stesso”. Nella vita di Marco, però, ci sarà qualcosa che contribuirà a scuoterlo dal torpore. E leggendo il romanzo, diviso per anni in uno spazio temporale preciso, si può comprendere meglio la psicologia di uno degli elementi più interessanti della letteratura italiana contemporanea, l’uomo alle prese con le sue domande esistenziali. Al termine della partecipatissima presentazione una splendida torta realizzata da Gelatomania e poi firma-copie e foto-ricordo. Per la Mondadori Bookstore un ottimo primo appuntamento dell’anno, in vista del secondo fissato per sabato 25 gennaio alle ore 18.30 con Marco Presta che presenterà “Fate come se non ci fossi” (Einaudi).
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