Ombra sì, ombra no: dipende….
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi e Ferragosto dove puoi, e milioni di italiani anche quest’anno si sono mossi in massa diretti verso mete possibilmente esotiche e comunque il più lontano possibile da casa e dalle grane di tutti i giorni. Altri milioni di italiani sono rimasti a godersi il vuoto che si è fatto loro attorno, padroni per alcune settimane di strade vuote e negozi chiusi e di una ritrovata tranquillità dal sapor domestico-domenicale. Padroni anche, abitando ai Colli Albani, di spostarsi di pochi chilometri per farsi il giro dei Castelli o riscoprire la vecchia stupenda Roma o andarsi a bagnare i piedi ai laghi o al mare o girovagare per i boschi e nel parco, tra un barbecue e una smaltita di cocomero fresco, con solo l’imbarazzo della scelta. Il giorno dell’Assunzione tanti nostrani l’hanno passato al Poligono militare di Latina, cancello nord, nel tratto di spiaggia riaperta al pubblico dal 18 luglio fino al 31 agosto. Nulla di così invitante, tra cartelli di divieto di accesso, un fosso color petrolio e l’impianto arrugginito della confinante Centrale Nucleare, ma le vecchie care dune erano ancora lì come ai tempi delle vacanze di prima della guerra e l’acqua sembrava abbastanza pulita per farci una nuotata.
Alla fine del viottolo, sulla striscia di detriti sabbiosi, una torretta di avvistamento in legno faceva un bel po’ di ombra, e lì sotto una ragazzino extracomunitario e un uomo che sembrava suo padre stavano sistemando la loro mercanzia di piccoli venditori ambulanti racchiusa in un paio di borsoni, quando sono stati malamente apostrofati da un giovane in slip, che si stava apparecchiando sulla piattaforma della torretta il pranzo che la madre – seduta con altri parenti e amici all’ombra di più ombrelloni – aveva portato pronto da casa. “Voi qui non ci potete stare, levatevi da qui sotto“. Non tanto le parole quanto il tono duro e arrogante ha richiamato l’attenzione delle persone che stavano nei pressi, e godevano al pari dei due extracomunitari dell’ombra della torretta, ma nessuno ha trovato nulla da ridire. Senza fare un fiato i due interpellati hanno preso le loro cose e si sono spostati sotto il sole di mezzogiorno che picchiava implacabile, continuando a sistemare le loro cose prima di riprendere il giro della tentata vendita. Rimasta allibita, la sottoscritta ha chiesto al ragazzo in slip che stava transitando con l’ennesimo vassoio perché il ragazzo e l’uomo non potevano restarsene come tutti gli altri all’ombra della torretta, e non ricevendo nessuna risposta ha ripetuto la domanda alla quale ha risposto in tono incerto un signore lì vicino: “Beh, quello spazio deve restare libero, è riservato all’uso della torretta“. Dove il ragazzo in slip si stava pappando il pranzetto di Ferragosto preparato da mammà, senza nulla indosso che lo potesse identificare come bagnino in servizio o altro, salvo una ricetrasmittente, tipo “mattone”, con la quale giocherellava ogni tanto. “Allora questo vale per tutti, anche per noi“, ha detto la sottoscritta salutando i presenti e sloggiando in fretta, vergognandosi per il signorino in slip, dispensatore a propria discrezione dell’ombra della torretta, e per i suoi interessati sostenitori, che non rappresentano certo l’Italia e gli italiani, ma non sono – purtroppo – nemmeno casi isolati. La cosa più toccante è stato il sorriso del ragazzo extracomunitario quando passando l’ho salutato, e quella pesca che teneva in mano con riserbo, il suo pranzo di Ferragosto.
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