Ombra e Luce
di Maxim Tàbory – Edizione O.L.F.A. – dicembre 2010
Traduzione di Melinda Tamàs-Tarr-Bonanni. Contiene uno scritto critico di Istvàn Fày e una prefazione all’edizione italiana di Enrico Pietrangeli.
http://www.lafeltrinelli.it/products/2120005555027/Ombra_e_luce/Tabory_Maxim.html
Dalla Quarta di Copertina: Maxim Tàbory, lontano dalla sua patria e dalla sua madrelingua, attinge all’infinito delle sue poesie, all’universalità, ma non si stacca mai dalle sue radici. Dall’io delimitato veicola verso la comunione spirituale dell’umanità. Accanto all’esistenza straziata è capace di irradiare la gioia, annunciare l’amore, quale antitesi all’odio. Girovaga «sulla via dei gialli mattoni, verso il castello di Oz dei nostri sogni». Il corpo è la dimora provvisoria dell’anima, fintantoché non potrà volare in alto… Sulle pagine del presente volume il poeta, tramite le proprie esperienze, con i sentimenti pressanti del senso dell’abbandono e il desiderio della comprensione umana rappresenta i lati peculiari del nostro ego. Dietro l’emozione dell’abbandono si diffonde una luce sovrastante, quale simbolo del cuore sensibile, capace di accogliere l’amore e l’affetto… Il poeta crea tutto questo con l’uso frequente degli strumenti poetici.
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