Omaggio a De Andrè, poeta contemporaneo
La performance è stata organizzata dalle associazioni Forum Terzo Millennio di Roma e Per l’Europa dei Comuni di Marino in collaborazione con l’Associazione turca Istituto Tevere Centro Pro Dialogo di Roma, «al fine di promuovere e favorire la crescita, in particolare tra le nuove generazioni, – chiosa Sandro Natalini presidente di Forum Terzo Millennio – di una cultura della pace e della mondialità, dei diritti umani, della solidarietà e della cooperazione tra i popoli». Il presidente dell’Associazione Per l’Europa dei Comuni, Massimo Marini, ha sottolineato «l’importanza dell’evento quale testimonianza dell’amicizia fraterna, consolidatasi nel tempo, che ci lega al presidente e ai soci del Forum Terzo Millennio. Con questa associazione si è creata una simbiosi di idee, di attività e di scambi socio-culturali che ci hanno permesso di arricchire e condividere momenti d’incontro particolari e suggestivi. Inoltre, la recente conoscenza dei nostri amici turchi, responsabili dell’Istituto Tevere ci ha permesso di capire, approfondire e vivere le diversità culturali, nazionali ed internazionali, mettendo al primo posto l’amicizia e la fratellanza tra individui. Questo è il motto e lo scopo delle nostre associazioni: ‘Adoperarsi per la pace e il superamento delle diversità’». Durante la serata il maestro Mario Alberti (chitarra e voce) ha accompagnato le varie canzoni di De Andrè con aneddoti, storie e spiegazioni sul significato della produzione deandreana, ricordando che l’artista ha valorizzato la lingua ligure e, in misura minore, il sardo, il gallurese ed il napoletano; ha collaborato anche Franco Menichelli, sempre alla chitarra. Alcuni brani sono stati recitati da Francesca Sisti e Mario D’Ottavi, ai quali si sono aggiunti Leone Schiaffini e Emiliano Marini, che hanno messo in risalto la sensibilità e la profondità di pensiero che hanno fatto di De Andrè non solo un compositore d’eccezione, ma un grande poeta contemporaneo, anche se lui affermava di aver letto Croce « l’Estetica, dove dice che tutti gli italiani fino ai diciotto anni possono diventare poeti, dopo i diciotto chi continua a scrivere poesie o è un poeta vero o un cretino. Io, poeta vero non lo ero. Cretino nemmeno. Ho scelto la via di mezzo: cantante».
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