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Novembre, pioggia di titoli aspettando “Più libri Più Liberi”

Novembre, pioggia di titoli aspettando “Più libri Più Liberi”
Novembre 25
09:47 2023

Teologia e psicologia; visioni di pace. Architettura moderna in un secolo di chiese, lo sguardo femminile nel Museo. Poi storia del Chianti (il vino), e storia…di (amatissimi) gladiatori  

Molti i titoli in uscita aspettando la Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, “Più libri più liberi”, sempre alla Nuvola dell’Eur, quest’anno dal 6 al 10 dicembre: uno degli eventi più importanti per il Centro Sud, luogo di incontro fra gli editori e il pubblico, il pubblico e gli autori più amati e protagonisti del dibattito culturale e 360 gradi. E verso la 76ª edizione della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte 2024 che vedrà l’Italia presente in qualità di Ospite d’Onore.

Rincorrere la vita – Senza stancarsi di crescere a ogni età di Gioia Viola, postfazione di Doretta Bartolo, Infinito edizioni

Ripercorrere le diverse stagioni di una lunga vita, rielaborare gioie e dolori sperimentati nelle varie fasi per ricomprenderne il senso profondo. Farlo, in più, con l’autorevolezza che proviene da studi teologici e di psicologia, per svelare come alcuni avvenimenti, specie se vissuti durante l’infanzia, segnino durevolmente, più di quanto si possa pensare, l’esistenza e il modo di essere di ciascuno di noi. Come l’abbandono, che produce una sofferenza interiore spesso inconscia capace di ostacolare la crescita serena della persona. O la solitudine, che segna dolorosamente e a lungo la crescita di una bambina o di un bambino, provocando un disamore che soffoca i talenti impedendo l’espressione personale, originale e unica.

La riflessione sulla dialettica tra il Bene e il Male è il fil rouge del libro. In un’esistenza tesa a cercare il Bene, l’autrice riesce a descrivere in modo diretto e lucido gli incontri con l’odio e con il Male e come questi si siano manifestati nella sua vita. Dalla luce al buio. Non una caduta che spinge alla negatività e alla rassegnazione ma un invito a ricominciare. Sempre. A qualsiasi età. Rincorrere la vita per riconoscerne il suo senso eterno.

Segnaliamo la presentazione del libro che si terrà a Roma il prossimo 30 novembre presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, Sala dei Certosini, via Cernaia 9, ore 18,00. Intervengono con l’autrice Doretta Bartolo, Paolo Bianchini, Mario Focardi e Pietro Guerini. Modera Carmela La Rocca.

L’autriceGioia Viola (Trieste, 1934) è laureata in Psicologia e ha conseguito il magistero in Scienze religiose all’Università Gregoriana. Ha collaborato alla Rivista di Teologia morale con studi di ordine psicologico e morale; ha steso due voci del Dizionario di teologia della pace (EDB, 1997). Ha lavorato come psicoterapeuta con colloqui personali e di gruppo. Ha pubblicato, tra le altre, le opere di saggistica, Il divino e l’inconscio (1998), L’alchimia delle relazioni (2004), La sessualità innamorata (2007), La paura del diverso (2017), e L’ultima rivoluzione. La vita oltre la morte (2021); le opere di narrativa Mamma tuttavia (2000), Per amore di Mauro (2009), Eravamo tutti belli (2011), e la raccolta di poesie Altalene di dolore (2013).

Quando si dice paceVisioni, riflessioni e testimonianze sulla cittadinanza globale a cura di Antonia Rubini, Edizioni FrancoAngeli 

La gravità e la serietà che la sfida della pace ci pone oggi meritano un approccio multidisciplinare attento e scrupoloso, che però non ceda nulla alla vecchia logica secondo la quale per studiare la pace bisogna sapere di guerra. Il cammino faticoso della pace attraversa le strade impervie della relazione e della comprensione, dell’educazione e della coscienza, dell’informazione corretta come di un’economia di giustizia. E non sono che alcuni esempi. Perché “quando si dice pace” si scommette su un terreno accidentato ma vitale che richiede anche passione, dedizione ed empatia. In questo senso non ci si muove semplicemente nell’ambito di un chiarimento semantico e lessicale, ma piuttosto ci si sforza di intravedere itinerari nuovi e definire percorsi. Pace non è l’antitesi di guerra, ma piuttosto il nome della pienezza e della felicità. Bisogna imparare a solcare tutti gli affluenti del fiume della pace fino ad allontanare il rischio delle facili contraffazioni e della semplificazione. È il ruolo che è chiamato a svolgere il mondo della ricerca per offrire nuovi strumenti di lavoro e di responsabilità alla politica e a tutti gli ambiti della vita sociale. Il volume, attraverso un approccio multidisciplinare e interdisciplinare dei diversi saperi sul tema della pace, offre una visione prospettica nella quale emerge il senso e la complessità delle diverse questioni e dei nodi problematici che richiedono risposte non certo di natura retorica ma incanalati nel rispetto dei diritti umani e nella costruzione di una cittadinanza globale e consapevole.

Antonia Rubini è ricercatrice senior in Pedagogia generale e sociale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. L’educazione alla politica, con particolare riferimento all’educazione alla cittadinanza, la comunicazione educativa e il tema della pedagogia delle famiglie sono i suoi principali ambiti di interesse. Consigliera nel Direttivo della Società Italiana di Pedagogia generale e sociale (SiPeGeS).

Il cielo in terra Un secolo di chiese e cappelle nell’architettura moderna e contemporanea di Mario Botta, Libri Scheiwiller

Il libro è una rassegna degli edifici sacri delle diverse confessioni cristiane dagli anni ’20 del ‘900 ai giorni nostri, che ne indaga l’evoluzione con l’originalità e l’acutezza di analisi del maestro ticinese. Come dichiara lo stesso Mario Botta, il volume si sofferma «sul tentativo di chiese e cappelle di portare un ‘frammento di cielo in terra’ e interpreta la necessità di avere, anche in questi tempi, delle testimonianze ‘oltre il finito’», per le quali l’architettura si propone come uno strumento appropriato, nel solco di una storia millenaria. Attraverso i testi scritti da Botta e apparsi negli ultimi cinque anni nella rubrica Luce e gravità pubblicata su “Luoghi dell’Infinito”, il libro analizza l’evoluzione dell’edificio religioso negli ultimi cento anni, confrontandosi con una tipologia costruttiva che appartiene alla storia profonda dell’uomo e facendo trasparire la concezione dell’autore rispetto a cosa sia l’architettura e come essa possa rispondere ai compiti che è chiamata a svolgere oggi. Ciascun edificio è raccontato dalle parole di Botta e accompagnato da un ampio corredo di immagini, partendo dagli edifici dell’inizio del secolo scorso, per proseguire con le realizzazioni dei maestri del Movimento Moderno, da Le Corbusier (presente con il celeberrimo capolavoro di Ronchamp) ad Alvar Aalto, fino ai grandi italiani come Gio Ponti (cattedrale di Taranto) e Giovanni Michelucci. L’indagine procede poi con il superamento del Moderno nel secondo ‘900 con le opere di autori come Oscar Niemeyer, Carlo Scarpa, Alvaro Siza e Richard Meier, soffermandosi anche sulle creazioni di artisti, come la cappella di Houston di Mark Rothko e quella del Rosario a Vence di Henri Matisse. Grande attenzione viene data anche alle opere di inizio millennio, dove Botta si confronta con compagni di viaggio, da Zumthor a Rafael Moneo, da Mario Cucinella ad Andreas Meck.

Introdotto da Fulvio Irace, il libro si chiude con un contributo di Alessandra Coppa – che riflette sul significato di costruire una chiesa oggi – e con una panoramica dedicata alle numerose creazioni di Botta stesso, grande edificatore di luoghi di culto per le città e l’uomo di oggi.

Mario Botta – (Mendrisio 1943), uno dei più importanti architetti dei nostri giorni, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, è l’esatto opposto dell’archistar. Da sempre affianca alla sua attività creativa una riflessione critica sulla figura dell’architetto nella società attuale, sui compiti e i fini dell’attività architettonica.

Sguardi femminili sul museo: Interviste di Maurizio Luvizone, Libri Scheiwiller

Nuovo volume della collana Interviews, che raccoglie interviste dedicate a personaggi di spicco del panorama artistico internazionale sui temi di più stretta attualità. Dopo i primi tre titoli dedicati ad architettura (Sguardi sull’architettura contemporanea. Interviste di Fulvio Irace), design (Sguardi sul design contemporaneo. Interviste di Matteo Vercelloni) e teatro (Sguardi sul teatro contemporaneo. Interviste di Fabio Francione), in questo volume concepito come un ragionamento a più voci condotto dal curatore insieme a quindici direttrici e professioniste del settore museale, Maurizio Luvizone riflette sul management nella museologia contemporanea e sulla visione che ciascuna intervistata porta, anche in ottica di transizione verso un futuro più sostenibile e inclusivo. Partendo dall’assunto che il museo è (o dovrebbe essere) il luogo in cui, più che celebrare il genio di pochi, si provvede alla felicità di molti e dove, più che ricevere risposte, si stimolano domande, il libro riporta alcune conversazioni con donne che, con vari ruoli e in musei diversi, talvolta lontani fra loro (per storia, cultura, dimensione, missione…), stanno cambiando l’idea di museo nel mondo.

Dal dialogo emerge un’idea di museo come “fabbrica culturale” che produce valore immateriale (conoscenza e gusto) e materiale (risorse economiche) da reinvestire per migliorare la bontà del servizio a beneficio del proprio pubblico, un centro di produzione, ricerca e condivisione indispensabile per la crescita economica, sociale e civile del territorio che lo accoglie. Ne discutono con l’autore, fra le altre, Frances Morris, a capo della londinese Tate Modern, Gabriella Belli, già direttrice dei Musei Civici di Venezia, Giovanna Melandri, già presidente del MAXXI di Roma, Andrea Bayer, curatrice del Metropolitan Museum of Art di New York.

Maurizio Luvizone – manager, docente e consulente in gestione delle organizzazioni culturali, scientifiche e non profit. Insegna “Fondamenti di marketing culturale” all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.

CHIANTI dagli Etruschi a Ricasoli il vino che ha trasformato la Toscana in stile di vita di Zeffiro Ciuffoletti e Paolo Storchi, Kellermann Editore

Il nuovo volume della collana Grado Babo interamente dedicato a uno dei vini italiani più celebri, tuttora identificato come simbolo dell’enologia del nostro Paese. Vino di nobili natali, il Chianti è diventato una delle bandiere del vivere italiano e della Toscana, sua zona di produzione. Due importanti voci della ricerca storica e dell’agronomia italiana – Zeffiro Ciuffoletti e Paolo Storchi – accompagnano il lettore alla scoperta della sua storia e del suo percorso enologico. La storia del Chianti si lega indissolubilmente a quella dell’Unità d’Italia attraverso la figura del barone Bettino Ricasoli, produttore di vino e fine politico. La passione per l’agricoltura, e in particolare per la viticoltura e l’enologia, si mischia in Ricasoli anche all’attività politica, che nel 1861 lo porta a succedere a Cavour alla guida del neonato stato italiano. A lui va riconosciuto il grande impegno nell’ammodernamento del sistema agrario nel contesto degli ideali risorgimentali. Nel suo Castello di Brolio, al centro della zona di produzione del Chianti, Ricasoli condusse i suoi esperimenti per la produzione di vini di qualità adatti all’esportazione, stabilendo nel 1872 la storica formula che prevedeva la presenza di Sangiovese, Canaiolo nero e Malvasia. Con Ricasoli il Chianti conquista il ruolo di primo piano che lo porterà ad essere considerato ancora oggi uno dei simboli dell’enologia italiana. Il libro è introdotto dalla prefazione di Francesco Ricasoli, discendente del barone Bettino Ricasoli, e ripercorre la storia del Chianti senza tralasciare un’attenta analisi delle zone e dei vitigni utilizzati per la sua produzione, oltre che un approfondimento sul paesaggio del Chianti nella letteratura e un accenno alle tradizioni culinarie che più tipicamente sono associate a questo celebre vino.

Gli autori – Zeffiro Ciuffoletti – (San Giovanni delle Contee, Grosseto, 1944), professore ordinario di Storia Contemporanea, ha insegnato Storia del Risorgimento ed è membro dell’Accademia dei Georgofili. Vicepresidente della Società Toscana per la Storia del Risorgimento, ha fatto parte dei comitati scientifici nazionali per gli anniversari di Mazzini, Garibaldi, Ricasoli e Cavour. Importanti i suoi studi sull’agronomia toscana, in particolare sul sistema di fattoria, la mezzadria e Bettino Ricasoli agronomo, nonché sulle tradizioni alimentari della Maremma.

Paolo Storchi – (San Giovanni Valdarno, Arezzo, 1959), agronomo, è primo ricercatore del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Accademico ordinario dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino e Accademico corrispondente dell’Accademia dei Georgofili. Ha svolto docenze in Viticoltura presso le Università di Firenze, Siena e Teramo in vari corsi di Laurea e in Master post-Laurea.

L’era dei gladiatori di Rupert Matthews, Gremese

Un saggio illustrato di Rupert Matthews che esamina la figura dei combattenti romani. Una serrata analisi del contesto che li vide protagonista di una lunga epoca, a partire dagli spettacoli cruenti che stimolavano l’esaltazione sadica degli stessi spettatori: nelle arene, infatti, i Gladiatori lottavano fino alla morte, gli animali selvatici venivano istigati a combattere tra loro e i criminali venivano giustiziati con mezzi barbari. In tale ambito, le vittorie militari erano segnate dai Trionfi che vedevano i generali sfilare per la città mentre gli sconfitti venivano sacrificati agli dèi, così come le corse di carri e bighe romani si svolgevano, senza esclusione di colpi, tra ruote dentate, manovre improvvise e colpi di frusta scambiati tra i guidatori che mettevano a repentaglio le vite degli stessi corridori. All’insegna di “pane e giochi circensi”, le due cose che – secondo Giovenale – il popolo ansiosamente bramava, si sviluppa il discorso narrativo di quest’opera che traccia la storia romana e dei Gladiatori tracciandone origini, sviluppi, significati e implicazioni sociali – dai credo religiosi ai successivi motivi di propaganda politica e conquista del consenso popolare. Immancabili, come per gli altri fortunati volumi della collana “Saggi Illustrati” di cui il volume fa parte (Roma in guerra, Samurai, I vichinghi, Gli indiani d’America), le splendide illustrazioni di accompagnamento al testo.

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