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Il Castello Cantelmo di Alvito

Il Castello Cantelmo di Alvito
Marzo 11
02:00 2007

Comune in provincia di Frosinone, Alvito sorge ai piedi dell’Appennino, a 450 m d’altezza, il suo nome deriva dal monte sul quale sorge. Il Castello, fondato nel 1094 da Adenolfo VI d’Aquino, fu in gran parte distrutto nel 1349 da un terremoto, nel quale perirono i d’Aquino. Nel Castello di Alvito, come è riportato in un antico manoscritto, restò sepolto Adenolfo III d’Aquino e la moglie della casata Cantelmo. Lo ricostruirono i Cantelmo con Rostaino nel 1350 ad opera del maestro Landolfo, così che il Castello assunse l’assetto che ha in parte mantenuto fino ad oggi, con nuove mura, molto più belle e più fortificate. Benchè i Cantelmo avessero avuto in dono il Castello di Alvito, Berardo e Francesco d’Aquino, zii di Adenolfo III, possedevano ancora il resto del feudo; un conflitto tra le due case era quindi inevitabile e non tardò a scoppiare. Le vicende della seconda metà del Quattrocento furono alla base della decadenza di questa famiglia. L’insofferenza degli abitanti verso i Cantelmo, le ripetute sconfitte dei loro alleati francesi, l’attacco finale di Federico d’Aragona che assediò Alvito, furono le cause del loro crollo.
Giampaolo fuggì e mori in esilio, figli e nipoti dovettero ricorrere alla carità del re, altri giovani Cantelmo si recarono a servizio di signori italiani. Nel 1496 al loro posto subentrarono i Borgia.
I Borgia, con Cesare, mantennero il possesso fino al 1503, quando passò sotto il controllo degli spagnoli con le famiglie Navarro e Cardona, residenti a Napoli. Fin qui esso era stato, se non la sede, l’asilo dei feudatari del paese, i quali tra le continue ostilità erano obbligati a tenersi ben fortificati su l’altra rocca. Il successivo signore, Pietro Navarro, quanto sembra non dimorò mai in Alvito; i Cardona avevano un abitazione giù al centro del paese, dove i Gallio fondarono il palazzo ducale: si può dire che con i Borgia abbiano termine i fasti del Castello di Alvito. Il massimo splendore Alvito lo conobbe nei primi decenni del XVI secolo. Il Castello è costituito d’imponenti bastioni muniti di torri cilindriche, al cui centro si eleva l’edificio principale con torri angolari. Una grande muraglia lo delimita con torrioni agli angoli e due cortili interni, mentre all’esterno vi è un grande piazzale triangolare. Nel dopoguerra è andato distrutto un salone interno a volte gotiche, dello stesso stile del portale. Oggi del Castello di Alvito ne rimangono soltanto avanzi di torri e muraglie spezzate nell’irta rocca. Sulla principale entrata del Castello, che specchia ad occidente, si apre un vasto incavo di forma rettangolare, dove era incastrata una lapide, sotto di essa e più sminuita su altro piccolo marmo, si notano appena tratti segnati di un leone. Lo stemma dei Cantelmo, che furono i signori feudatari di Alvito dal 1350 al 1497.
Vicino al Castello si trova il borgo, anch’esso difeso da ampie mura, in cui si aprono diverse porte (anticamente erano tredici), che immettevano in altri due insediamenti alviani.
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli:Lazio- C. Rendina – L. Centra-Bonechi)

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