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Frascati: tra le macerie dell’amministrazione

Frascati: tra le macerie dell’amministrazione
Febbraio 19
08:32 2021

    La cosiddetta ‘prima repubblica’ è ormai scomparsa da tempo, affossata dai partiti ‘personali’ e dai susseguenti ‘comitati elettorali’, soprattutto locali-comunali, che, costituendosi alla vigilia di ogni tornata elettorale, appoggiano candidati improbabili, ectoplasmi o meteore che non lasciano traccia o figure di per lo più incompetenti, ma anche quei marpioni che, bazzicando le solite stanze dei bottoni, trovano sempre l’escamotage per farsi eleggere o rieleggere comunque.

   Ora è noto che, sia a livello nazionale come in quello locale, l’assenza dei partiti tradizionali con una loro lunga storia alle spalle, con le loro ideologie, i loro dibattiti popolari nelle sedi a tutti i livelli ha portato alla frammentazione delle ‘scelte’ sia politiche (usiamo con parsimonia questo termine) che alla assoluta mancanza di possibilità nell’acquisire qualche idea meno oscura sul presente e sul futuro della nostra società e ovviamente dei nostri Paesi e Comuni. Siamo una società ‘senza padri’ e in questo senso mi riferisco a quei grandi politici e statisti – ma anche a figure locali – che dopo la guerra hanno costruito (o ricostruito) l’Italia e l’Europa fino all’avvento del berlusconismo. E’ fuori di dubbio che viviamo in un tempo dove qualsiasi proposta, formula, scelta di vita, si trasformano rapidamente nel loro contrario, perché, come affermava Bauman, viviamo in una ‘società liquida’, nella quale tutto scorre, come su uno schermo dove le immagini si susseguono, l’una sovrapponendosi all’altra o scavalcandola, senza arrivare ad un punto fermo su cui riflettere. E ciò, nell’epoca della globalizzazione, comporta anche il moltiplicarsi dei problemi. Proprio la difficoltà di poter guardare ai problemi con una precisa cognizione e competenza, impegnandosi a ricercare i punti, sia pur parziali di incontro, porta la gente a richiedere soluzioni semplicistiche, per cui si affida a qualsiasi politicante o imbonitore che si presenti al pubblico o comunque all’elettorato, illudendolo con la bacchetta magica! Così tutti coloro che, pur lamentandosi della grande difficoltà dei problemi attuali, pensano di poter affidarsi alla semplicistica soluzione che presenta l’imbonitore di turno (e questo capita spesso oggi nella politica sia nazionale che locale e non solo da parte dei ‘sovranisti’), si ritrovano poi al punto di partenza se non con l’aggravarsi dei problemi.

    Tutto ciò è il risultato della totale assenza di un cammino politico che non può più fare riferimento non solo alle vecchie ideologie, ma nemmeno alle idee che si possono elaborare insieme in qualche ‘partito’ che abbia comunque una base di contenuti e non ‘viva’ alla giornata o nello spazio di una comparsata. E’ naturalmente ovvio che non si tratta di ancorarsi solo alle idee di un tempo, ma a rielaborarle per l’oggi e per il futuro. Così i politicanti approfittando della mancata formazione e attenzione da parte dela gente, gli propinano soluzioni a buon mercato lasciando poi delle persone …come prima, se non peggio! Invece i problemi complessi hanno bisogno di una democrazia non solo consultiva o deliberativa, ma partecipativa e soprattutto di competenze. Cosa che spesso non avviene né a livello di politica nazionale né nella gestione delle amministrazioni locali.

     L’instabilità dei governi (e delle amministrazioni locali) di questi anni, nonché la continua minaccia di ricorrere ad elezioni anticipate è la evidente incapacità e incompetenza di lavorare per quel bene comune (di cui i politicanti si riempiono la bocca), rinviando la soluzione dei problemi alla ‘taumaturgica’ (miracolistica) e periodica illusoria cadenza elettorale.

    Negli ultimi tempi poi è sorta l’usanza italica della ‘compravendita’ di parlamentari, ma soprattutto del passaggio di molti di questi da uno ‘schieramento’ all’altro con grave disagio dell’elettore che ha votato il candidato presentato da un ‘partito’, per ritrovarselo magari sul fronte opposto. E qui mi pare il momento di arrivare alle nostre situazioni locali. Il continuo andirivieni di personaggetti nell’olimpo comunale in questo triennio non è certo il risultato di un dibattito nei ‘partiti’ (e nemmeno nei ‘comitati elettorali’ o le cosiddette ‘liste civiche’, spariti dall’orizzonte subito dopo le elezioni), ma forse solo nel conciliabolo dei quattro amici al bar (magari ‘a distanza’!). Sembra che il gioco del voltagabbana evidentemente sia gratificante per numerosi (non pochi!) dei consiglieri comunali, assessori e via dicendo, soprattutto a Frascati, dove da destra al centro, a sinistra (termini che oggi non sembrano avere alcun significato), c’è un continuo via vai di ‘pellegrini’ che, del tutto indifferenti sia a contenuti o idee condivisibili, come al bene comune, passano imperturbabili al cambio della casacca, talvolta ci ripensano giocando al girotondo…in una sorta di moto perpetuo. Ma costoro hanno mai pensato a quegli elettori che li hanno votati, o al bene comune della città che casca a pezzi? Oppure ci sono alcuni che guardano solo ai loro propri e personali interessi? La gente comune ormai lo pensa da tempo.

     La caduta dell’amministrazione di Frascati è la conseguenza di un coacervo di individualismi, dalla carica più alta a quelle più insignificanti, salvando pochissime persone. Se si va a spulciare negli ordini del giorno dei vari consigli comunali ci si può imbattere in numerose proposte e iniziative di piccolo cabotaggio o che tutt’al più sono in funzione del tornaconto della propria conventicola, oppure in qualche ‘grande opera’ che si situa tra le vaste lottizzazioni e gli sbancamenti che hanno ormai quasi definitivamente distrutto l’ambiente naturale frascatano. Almeno Draghi, presentandosi alle camere, ha potuto citare il buon papa Francesco sulla difesa dell’ambiente, ma da noi quale autorità in questi anni ha provato a dare un giudizio sul degrado della società tuscolana non solo dal punto di vista ambientale?

     Dopo l’ultimo sindaco che, ormai 22 anni fa, pur avendo ottenuto risultati positivi, non fu rieletto per una manciata di voti, si sono susseguite amministrazioni delle quali l’unico ‘merito’ è stato quello di aver aumentato il deficit di bilancio, lasciando un degrado della città che ognuno può constatare.

Ed ora con la caduta del sindaco si apre tutta una serie di j’accuse, l’uno contro l’altro e soprattutto contro il ‘povero’ sindaco, mentre nessuno si degna di fare qualche personale e comunitario ‘mea culpa’, perché è ciascuno attribuisce agli altri l’epilogo di questa vergognosa vicenda. Sarebbe invece molto meglio che tutti costoro rispettassero il silenzio.

    Frascati ora dovrebbe aspettarsi di nuovo un commissario prefettizio, ma ricordando l’esperienza del commissario precedente la prospettiva non è affatto piacevole. E alla fine, quando si andrà alle elezioni, la bella rappresentazione fornita in questi anni da molti ‘eletti’, certamente scoraggerà tanta gente a recarsi di alle urne, ma chi dovesse ancora speriamo si ricordi di non affidarsi più a quanti finora hanno compiuto giravolte, messo in atto incapacità al posto di competenze, egoismi personali nonché movimenti rotatori da voltastomaco!

    E se oggi l’Italia può  affidarsi a Draghi, Frascati non può nemmeno sperare in un draghetto d’accatto!

 

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