Arpino. Il Castello di Ladislao
Comune in provincia di Frosinone, a 450 m d’altezza.
Arpino è situata fra le colline del medio corso del Liri, sui rilievi che chiudono la valle di Comino. Alla fine del Trecento Arpino si schierò con Ladislao di Durazzo, che l’insignì del titolo di città regia, esentandola dalle giurisdizioni signorili e facendole ottenere privilegi fiscali. Agli inizi del XV secolo, Ladislao vi fondò, sull’alto di un’altura, il Castello.
Allora Arpino era da più di un secolo possesso della Chiesa, che in funzioni difensive l’aveva circondata di mura, ma la sommità dell’altura non accoglieva alcun edificio. Là il re volle il suo fortilizio. E là va cercato, dopo esservi saliti attraverso tutto il centro storico. Una ricerca forse un po’ difficile se si ha in mente un tipico Castello medioevale, dotato di torri, merli e quant’altro corrisponda all’immagine tradizionale: perché sono state tantissime le modificazioni operate nel corso dei secoli, anche in funzione di destinazioni d’uso quanto mai diverse. Lo dimostra la stessa chiesa del Castello, ricavata all’interno di un torrione poligonale di epoca medioevale.
Il feudo fu coinvolto nelle guerre del tempo fra angioini ed aragonesi, e si salvò dall’ennesimo saccheggio soltanto per l’intervento di papa Pio II, che si rivolse agli aragonesi chiedendo misericordia per la patria di Cicerone. Ma il Castello non scampò al terremoto del dicembre 1456, in seguito al quale fu seriamente danneggiato.
Dagli aragonesi il feudo fu venduto ai D’Avalos che, a loro volta, lo cedettero ai Boncompagni con tutto lo stato, nel 1580, e allora Arpino rinacque a nuova vita. Questi riportarono Arpino nel ducato di Sora che beneficiava di una politica di notevole sviluppo economico.
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli, Lazio – Rendina – Bonechi – A.& A.Vescovo, cacciotti-marco@libero.it – blog.libero.it/artepuranews)
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