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Sommario anno XIV numero 5 - maggio 2005

 SPETTACOLI

Il Mercante di Venezia, di William Shakespeare
(Elisabetta Robinson) - Una delle opere drammatiche più affascinanti e controverse di Shakespeare, Il Mercante di Venezia (“The Merchant of Venice”, 1596-97), giunge sul grande schermo grazie allo splendido adattamento realizzato da Michael Radford. I premi Oscar Al Pacino e Jeremy Irons, assieme a Joseph Fiennes (Shakespeare in Love) e alla bellissima Lynn Collins, compongono l’eccezionale cast del film, che vede per la prima volta il regista de Il Postino, alle prese con un’opera shakespaeriana. L’approccio al testo è tradizionale rispetto, ad esempio, all’interpretazione moderna del Romeo +  Giulietta di Baz Luhrmann (interpretato da Leonardo di Caprio), ma il risultato finale del lavoro di Radford non è assolutamente statico né risulta essere troppo teatrale. Il Mercante di Venezia trasporta lo spettatore nella Venezia del XVI secolo, quando la malvista comunità ebraica della città era ghettizzata. Evitato e odiato dai nobili e dai mercanti veneziani, l’ebreo Shylock (Al Pacino), ha saputo accumulare una notevole fortuna praticando l’usura. Il mercante Antonio (Jeremy Irons), sebbene disprezzi Shylock, si rivolge egualmente a lui per farsi carico del debito del suo amico Bassanio (Joseph Fiennes) il quale, per conquistare la mano della bella e favolosamente ricca Porzia (Lynn Collins), ha bisogno di una somma di denaro della quale Antonio non dispone. La clausola del contratto che Antonio stipula con Shylock è chiara: se Antonio non restituirà il denaro a Shylock entro il termine stabilito, l’usuraio avrà la facoltà di prendere, come pagamento, una libbra di carne dal petto di Antonio. Nonostante le obiezioni di Bassanio, Antonio accetta le condizioni poste nel contratto. Nel frattempo, il mondo di Shylock inizia, pian piano, a sgretolarsi sotto i suoi occhi. L’amata figlia Jessica (Zuleika Robinson), rinnega la sua fede per fuggire con Lorenzo, un amico di Bassanio (Charlie Cox), portando via con sé una grossa somma del denaro paterno. Sentendosi tradito e abbandonato, Shylock concentra la sua rabbia e il suo risentimento sul mercante Antonio. Quando questo non riesce a pagare il debito per tempo, Shylock ignora ogni preghiera di clemenza e pretende il rispetto della clausola contrattuale. Solo un miracolo sembrerebbe in grado di salvare il mercante, costretto dalla legge ad onorare il patto stipulato con Shylock.
Il personaggio dell’usuraio risulta essere una figura molto complessa, le cui azioni sembrerebbero, in parte, giustificate dalla persecuzione alla quale è sottoposto. Si tratta, infatti, di una figura crudele, avida e vendicativa ma tragica allo stesso tempo - l’uomo orgoglioso che cerca di affermare se stesso di fronte ad un manifesto pregiudizio nei suoi confronti. In uno dei dialoghi più famosi di Shakespeare, Shylock si rivolge ai suoi oppressori domandando: “Se veniamo trafitti, non sanguiniamo anche noi (ebrei)?”. Si tratta di un’intensa e struggente richiesta di rispetto, che Al Pacino interpreta in maniera eccellente, ricercando la vulnerabilità dell’uomo irato e profondamente ferito e portandola allo scoperto. Rivelazione del film è la bravissima e straordinariamente bella Lynn Collins, che presta il suo volto alla protagonista femminile dell’opera, Porzia, la cui mano è ambita da una folta schiera di bizzarri pretendenti che, ogni giorno, si presentano nella sua casa sull’isola tentando la fortuna nella speranza di conquistarla. L’interpretazione della Lynn è estremamente efficace nel faccia a faccia che contrappone Porzia a Shylock, durante la scena che segna il climax delle vicende narrate.
Il Mercante di Venezia può essere, senz’altro, classificato come una delle migliori versioni cinematografiche di un’opera shekespaeriana, al pari del Titus di Julie Taymor.

 SPETTACOLI

Sommario anno XIV numero 5 - maggio 2005