Taccuino Ambiente
di Serena Grizi
Rifiuti elettorali
Dopo la tornata elettorale dell’aprile scorso si è constatata ancora una
volta l’esagerata messa in campo di risorse cartacee pubblicitarie da
parte di ogni partito. Tentando di non generalizzare è anche vero che ha
vinto lo schieramento che ha prodotto meno immagine anche se l’attenzione
generale ai rifiuti elettorali è ancora bassa.
La campagna elettorale è durata molti mesi, non una settimana: si sono
visti manifesti a profusione sugli spazi consentiti e non, manifesti dalle
dimensioni impressionanti, volantini di tutte le taglie, disastrosi mucchi
di biglietti da visita. Non contenti infatti di stampare tutto il
materiale elettorale con colori aggressivi e quasi mai su carta riciclata,
si è andata affinando negli ultimi anni la produzione del ricordino
promovendo modelli semi plastificati, difficili da stracciare,
rintracciabili in giro per la strada un mese dopo la fine delle elezioni.
Se poi uno schieramento ha prodotto più affissioni, lo schieramento
avverso, nello staccarle per protesta o per affiggere i propri manifesti,
ha lasciato in terra quella che riteneva carta straccia. Inutile dire che
noi tutti paghiamo la campagna elettorale in termini di costi ed in
termini di ri-pulitura della città (dei muri, delle strade) e quindi
politici più sensibili anche a questo costo economico/ambientale
dovrebbero già bene impressionarci.
La politica volta alla conservazione dell’ambiente ai Castelli, come nel
resto del Paese, resta purtroppo legata ad un partito faticando a
raggiungere la consapevolezza di altre nazioni europee nelle quali
l’attenzione all’ambiente è molto più trasversale. Alcuni intelligenti
politici nostrani, però, sanno bene che se i rifiuti crescono, le
polveri sottili aumentano, si diffonde l’inquinamento alimentare e di
conseguenza ci si ammala di più, rimane ben poco da dire su molte altre
faccende parimenti importanti. |