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Sommario anno XIV numero 5 - maggio 2005

 FILOSOFIA

Il Non-Essere come diverso
(Silvia Coletti) - Il prof. Movia, nel testo Apparenza essere e verità, sottolinea che con l’analisi del ragionamento di Parmenide, Platone offre la sua posizione, che non riguarda più un essere univoco e stabile, ma relativo, dal momento in cui una cosa è in quanto Identica a se stessa e in quanto Identica a se stessa è quella cosa piuttosto che un’altra. L’Essere è determinato rispetto alla propria identità e in relazione con il resto che non corrisponde alla sua identità e che per questo lo determina come Essere in sé. Ciò che è, è veramente in grado di agire e di patire. “L’Essere è potenza” e con tale definizione Platone introduce il movimento nell’Essere.
Nel passo 249a del Sofista vengono attribuiti al mondo dell’Essere: movimento, vita, anima, intelligenza; ossia vengono attribuite quelle caratteristiche proprie del mondo del divenire. “L’Essere è potenza”, potenza di agire e subire. Se poniamo l’anima come soggetto che conosce, essa agisce quindi si muove. Se poniamo l’idea come oggetto conosciuto, essa subisce e proprio per questo anch’essa si muove.
“Non si può dire che subisca ciò che è immobile”. Caratterizzando in tal modo l’Essere, Platone compie questa operazione: abbassa di grado l’Essere ed eleva il Non-Essere, ovvero il divenire. Il suo intento è quello di giungere ad un accordo tra i due livelli per costituirne un legame. Tale operazione porta però al sorgere di un problema: se l’Essere assume le stesse caratteristiche del Non-Essere, come è possibile distinguere i due livelli?
Osserviamo infatti che per Platone l’idea di moto è in moto.
Platone, come suggerisce il pensiero del noto studioso Ross nel testo Platone e la teoria delle idee, dicendo questo, ossia che la conoscenza implica menti reali e soggette a cambiamento, non ha abbandonato la sua fede nelle idee immutabili, aggiunge solo che dobbiamo accettare anche l’esistenza di menti soggette a cambiamento. Così come aveva costretto i materialisti ad ammettere che vi sono realtà non sensibili oltre a quelle sensibili, lo stesso fece con gli idealisti, ammettendo che la realtà include esseri viventi oltre le idee.
“Bisogna dunque convenire di buon grado che il Movimento è l’Identico e non Identico. Perché quando lo diciamo Identico e non Identico, non diciamo nello stesso modo”. (continua)

 FILOSOFIA

Sommario anno XIV numero 5 - maggio 2005