Renato Guttuso,
l’arte come esistenza
(Cristina Stillitano) - La suggestiva sede del Chiostro del
Bramante ospita le opere di Renato Guttuso fino al 5 giugno. I 77 dipinti
e i 44 disegni che compongono la mostra furono realizzati tra il 1931 e il
1986 e fanno parte della collezione Pellin, industriale di Varese amico e
sostenitore del pittore.
L’esposizione ripercorre l’itinerario artistico, intellettuale ed umano di
Renato Guttuso: la prima sezione contiene le opere degli anni della
formazione, nature morte e paesaggi. La seconda sezione rappresenta il
realismo espressionista, di cui -Natura morta con drappo rosso-
costituisce la più significativa testimonianza; nella terza domina il
-Postcubismo narrativo-, momento in cui l’artista si ispira al Picasso di
“Guernica”, a Van Gogh e ai realisti francesi. Assistiamo ad immagini
tipiche del lavoro contadino, riproduzioni di natura e ritratti come
-Carrettiere siciliano addormentato-. La sezione dedicata agli anni 50 e
60 è animata da personaggi del realismo sociale, che rinnovano il suo
legame con la vita quotidiana, come -I pescatori in riposo e L’uomo che
mangia gli spaghetti-; infine gli anni 70 e 80, l’epoca del realismo
allegorico, nel quale si spande la sua libertà evocativa e visionaria. Tra
le opere fondamentali di questo periodo: -Fumatore (1958)- e -Lamento per
la morte di Picasso (1973)-. Il motivo del fumo o della sigaretta
accompagna tutta la pittura di Guttuso, dagli autoritratti alla serie dei
fumatori, ove riesce a cogliere la tensione spirituale e il moto delle
passioni che nell’atto di fumare trovano una valvola di scarico; ad essi
si aggiunge, quale ulteriore filo conduttore, la presenza del colore
forte, simbolico e passionale.
Completano l’esposizione due opere di grandi dimensioni: -Spes contra
spem-, vero e proprio testamento di Guttuso e -Van Gogh porta l’orecchino
tagliato al bordello di Arles-; numerosi i disegni a inchiostro ed
acquarello di nudi e paesaggi riguardanti la Sicilia.
L’esposizione, come precisa il suo curatore Crispolti, è la più grande
mostra dedicata all’artista e, per la Capitale, rappresenta una occasione
unica per conoscere la vicenda creativa di un pittore che si trasferì da
Palermo nella città eterna agli inizi degli anni ’30. Renato Guttuso è
stato per più di mezzo secolo testimone del suo tempo, esplorando la
condizione umana in ogni sofferenza, mito, passione. Senza risparmiarsi,
alla ricerca del senso intimo di ogni arte: “Il vero pittore si butta
nella vita, è a questo contatto che il suo destino d’uomo diventa
pittura”. |