Il Papa del verbo e
del segno
Centrali le preoccupazioni sulla globalizzazione
(Ombretta Fumagalli Carulli) - Già da parlamentare ho visto
nella Dottrina sociale di Giovanni Paolo II il punto di riferimento più
sicuro per una società più giusta e più equa. La Sua insistenza sulla
riduzione del debito estero dei Paesi in via di sviluppo, cioè sul nodo
centrale della globalizzazione, fu una spinta per costituire in
preparazione del Giubileo del 2000 l’Intergruppo Parlamentari per il
Giubileo - più di 300 parlamentari italiani di tutti i gruppi poltici
tranne la lega Nord - ed a sollecitare analoghe iniziative in più di 100
Parlamenti dei 5 Continenti.
Giovanni Paolo II ci incoraggiò a dialogare su questi temi con chiunque ne
avvertisse l’esigenza.
Oggi, da membro Ordinario della Accademia Pontificia delle Scienze
Sociali, ritrovo nel dialogo con gli altri 32 Accademici membri dei più
vari Paesi dell’Europa, delle Americhe, dell’Africa e dell’Asia, tutta
l’importanza della tutela della dignità della persona e condivido i
pericoli segnalati più volte da Giovanni Paolo II derivanti da una
globalizzazione economica priva della globalizzazione nella solidarietà.
Il grido di incoraggiamento di inizio pontificato “Non abbiate paura,
spalancate le porte a Cristo” è pari, per forza espressiva e per la
commozione che provoca, al dialogo senza parole degli ultimi giorni tra il
Papa che non riesce a parlare e le lacrime dei fedeli di Piazza San Pietro
e di tutto il mondo.
Giovanni Paolo II si dimostra il Papa del Verbo e del Segno.
Il futuro del Verbo e del Segno non potrà ignorare i grandi temi della
giustizia sociale mondiale, centrali nel Suo pontificato. |