Esplorando... e il viaggio continua… - 8
(di Marco e antonio) - ...allora, l’ultima cosa che avevo
scoperto era che quello che salta fuori dall’archivio a molla, me lo
ritrovo
in
un primo momento sul palcoscenico sottoforma di spettacolo a me dedicato,
ma subito dopo finisce per arrivare fino ai miei muscoli, dando così
origine alle azioni verso l’ambiente.
- che palco di scena il corpo mio divie’ impegnato -
Questo vuol dire che nella prima fase, quella di riemersione dall’archivio
a molla, io non intervengo in nessun modo; è un meccanismo autonomo che
potrei chiamare forse: la libertà del pensiero.
- copie d’avvenuto il corpo mio d’autonomia ripete -
Dove a volte intervengo invece, è nella seconda fase e cioè nel compiere o
meno delle azioni; quelle, usando una parola un po’ impegnativa, mi
sembrano sotto la mia responsabilità.
- ruota s’avanza e di restar del centro d’intervenire posso solo dei
flussi -
Infatti se ripenso a quel famoso giorno nel vialetto, all’apparire di quel
signore che mi veniva incontro, ho cominciato ad assistere allo spettacolo
sul mio palcoscenico interno, completo di tutti i fotogrammi non solo
presenti ma anche successivi, arrivando già ad immaginare il momento in
cui trovandoci vicini l’avrei o meno salutato.
- che poi di scorrere il presente fino al futuro ed anche il passato
divengo -
Ormai è chiaro che non c’è stato da parte mia nessun atto di volontà nel
farli riemergere dall’archivio a molla, l’hanno fatto autonomamente
innescati da uno stimolo esterno. Subito dopo l’inizio della
rappresentazione sentivo i miei muscoli attivarsi ma non in modo casuale o
disordinato, bensì come se stessero provando a realizzare ciò che nello
stesso momento era rappresentato sul palcoscenico.
- che a ripartir da zero del corpo lo schermo mio propriocettivo trovo
in balia dei germi di scena -
Anche in questo evento io non avevo avuto nessuna parte se non quella
dello spettatore; a pensarci bene potrei considerare quello che avvertivo
dai muscoli come una parte dello spettacolo?
- il corpo mio d’autonomia ripete -
Fino ad ora ho considerato che sul palcoscenico ritrovo quello che emerge
dall’archivio a molla ma solo relativamente ai contributi dei sensori
esterni alla pelle (occhi, orecchie, tatto ecc) ma se invece gli attori
che recitano non sono solo loro? Se invece entrano in gioco anche altri
attori che interpretano i ruoli di altri tipi di sensori diversi da quelli
che ho finora considerato?
- che sedimento a rieditar quanto l’ha fatto d’antenna mia del corpo fa
di volume -
Non può essere che così visto che cominciando a farci caso mi accorgo che
in ogni spettacolo trovo sempre dentro anche quest’altra serie di attori.
Ecco un’altra cosa che avviene da quando sono nato ma a cui non ho fatto
mai caso!
È bellissimo gustarsi anche questa parte di spettacolo che oltretutto
trovo anche molto più ricca di particolari; è come vedere un film prima in
bianco e nero e adesso a colori!!! Tutta un’altra storia…
- ancora un gradino un altro gradino più indietro per assistere agli
spettacoli -
Però a questo punto mi viene in mente una domanda: il fatto che trovo sul
palcoscenico i contributi che vengono dai sensori esterni mi sembra
normale visto che loro “prendono” qualcosa dall’ambiente e lo spediscono
verso l’interno, ma che poi su quello stesso palcoscenico ci trovi anche i
contributi dei segnali che provengono dai muscoli non mi sembra più tanto
normale, visto che loro semmai “mandano” qualcosa verso l’esterno e non
verso l’interno. Sembra una contraddizione eppure quegli attori ci sono là
sul palco ormai ho imparato a riconoscerli e qualche volta anche ad
anticiparne le battute.
- ad infilarsi dentro quanto viene da fuori innesca i flussi e sul
telone mio fatto di pelle m’appare anche il futuro -
Chissà che andando a vedere come è fatto veramente un muscolo non trovi il
meccanismo che permette questo rientro?
Libri di anatomia, fisiologia, neurobiologia, sembrano scritti in arabo
per uno che come me non si è mai avvicinato a questi argomenti in maniera
accademica ed è un bell’esercizio di volontà rimanere lì a cercare la
risposta alla mia domanda.
Però alla fine riunendo in unico quadro quello che ho letto inizio ad
avere un’idea abbastanza completa di come funziona un muscolo.
- che poi d’andare altrove ad allargar limiti d’oltre faccio ricerca -
Dunque, innanzitutto ho capito che un muscolo non è un tutt’uno in blocco,
ma l’unione di diversi elementi piccolissimi che tutti insieme
costituiscono il muscolo stesso. Ognuno di questi elementi se stimolato
attraverso un nervo si contrae diminuendo le sue dimensioni in lunghezza
ma aumentandole in larghezza.
La cosa che però è fondamentale è che ad ognuno di questi elementi è
attaccato un sensore che si attiva quando l’elemento stesso si deforma. Il
sensore attivandosi fa partire una serie di segnali che arrivano su su
fino al cervello.
Ma…. Ecco la risposta!!!! Sono i segnali che provengono da quei sensori
che poi vanno a finire sul palcoscenico insieme a tutti gli altri!!!!
- il corpo mio che di sé stesso fa la risposta -
Bello, bellissimo e poi nella mia ricerca ho scoperto anche che quei
particolari sensori non sono “appostati” solo all’interno dei muscoli ma
anche nelle articolazioni, nelle cartilagini ed in tantissime altre zone;
sono tantissimi!!!
Ma pensa tu…è incredibile perché se tutto questo è vero allora vuol dire
che sul palcoscenico viene continuamente rappresentato il mondo interno
del mio corpo con una finezza e una dovizia di particolari meravigliosa.
E chi se n’era mai accorto così preso a far caso a quello che avviene
fuori?
- da fila più alta è panorama più largo e tranquillamente esce l’incoffessabile
del gradino più sotto -
Ricapitoliamo, anzi a questo punto posso anche aggiornare lo schema di
funzionamento della mia mente: per prima cosa c’è la pelle che posso
disegnare come un cerchio con alcuni tratteggi lungo la circonferenza, a
simboleggiare i sensori affacciati verso l’ambiente. Da questi tratteggi
partono una serie di fili, che sarebbero le vie nervose, che raggiungono
un altro cerchio posto all’interno del primo: l’archivio a molla.
All’uscita dell’archivio trovo un’altra serie di fili che finisce sul
palcoscenico dove si montano gli spettacoli e da esso ancora fili che
raggiungono i muscoli posti appena sotto la pelle. Adesso arriva la
novità: dai muscoli partono ancora altri fili che vanno a finire di nuovo
sul palcoscenico ad integrare gli spettacoli che già si stavano
rappresentando. E me dove mi metto?
Ma ormai è chiaro: davanti al palcoscenico!!!
- idea di fisicità e suoi balletti e me che vi assisto -
(continua) |