Uomo e natura
(Luigi Baldassarre) - Ho letto da qualche parte che ad ogni
passaggio d’epoca diventa normale allarmarsi e agitarsi perché i
consolidati valori precedenti vengono ad essere sostituiti dai nuovi. Se
questo passaggio avviene in una fase storica , come quella di oggigiorno,
che tenta prepotentemente di azzerare i valori precedenti per sostituirli
con il “nulla”, allora diventa preoccupante e sconcertante.
C’è la tendenza malsana del “fare” che quando agisce fa del male,
lasciando, a volte, delle ferite inguaribili. Infatti, vengono attaccati
sempre più gli equilibri naturali, anche quelli umani, che si sono
costituiti nel corso dei millenni, in un modo così violento e feroce, che
lascia temere per la nostra stessa esistenza. Tutto ciò avviene con
l’illusione di soddisfare i propri, egoistici interessi…..
A questo punto bisogna considerare che le leggi della natura sono
indifferenti ai bisogni dell’uomo, e sfidarle con caparbietà ed arroganza
non sempre giovano , anzi, spesso si ritorcono contro lo stesso uomo. La
terra sa essere generosa perché possiede tante risorse, ma sa essere anche
sconvolgente perché la sua stessa natura indomabile è violenta, distrugge
con terremoti, maremoti, tempeste, tifoni, esplosioni vulcaniche ecc…. Se
a volte la natura è ria, l’uomo non può essere indifferente o tutto al
più, mettere ripari momentanei, bensì deve capirla per potere utilizzare
tutti gli strumenti scientifici-tecnologici a sua disposizione che devono
mirare alla prevenzione e alla limitazione dei danni e non sfidarla
continuamente con lo sfruttamento del suolo da perforare per estrarre
giacimenti ed energia, con disboscamenti scriteriati per utilizzare
legname, oppure frantumare montagne per le cave di pietra o imbrigliare
fiumi per l’energia, o impoverire i mari sempre più sfruttati o utilizzare
l’aria per scaricare i nostri veleni o trattare la stessa terra come una
gigantesca pattumiera o creare insediamenti di qualsiasi tipo là dove è
pericoloso anche per l’uomo stesso. La natura ha un suo equilibrio ed è
con questo equilibrio che bisogna convivere. La natura non guarda in
faccia a nessuno. Il suo passato, la sua storia ci serve come esperienza e
come monito per vivere un presente equilibrato, verso un futuro possibile
per tutti. Insomma, vivere in simbiosi con la natura significa salvare se
stessi. Pertanto, l’uomo non può arrogarsi il potere di essere al centro
del mondo, come se fosse il vero ed unico dominatore. Bisogna ammettere
che la natura con le sue leggi è il vero detentore della vita e della
morte.
Spesso mi chiedo: se alcuni governanti del mondo occidentale, in modo
particolare europei e americani, dicono di credere nei propri valori,
specialmente in quelli religiosi, basati soprattutto sull’amore, sulla
fratellanza, sul rispetto di tutti gli esseri viventi, sulla pace
universale; se questi uomini tentano in tutti i modi di imporre ovunque
sulla faccia della terra codesta cultura; se costoro sono convinti di
essere il faro del mondo e poi pretendono di governarlo alimentando
guerre, ingiustizie, avversione, discriminazioni, intolleranza,
sfruttamento incondizionato della natura e degli uomini e quant’altro,
come si può credere in loro? Quale fiducia si può riporre in essi, se loro
stessi tradiscono le proprie idee, mettendo al di sopra di ogni logica e
di ogni morale, la corsa sfrenata al profitto a tutti i costi, osannando
il danaro come il dio “mammona”?
Come possono essere accettate le idee di questi manipolatori di
inquietudini che lasciano credere che il progresso deve essere una corsa
senza fine nel possedere più beni possibili con l’illusione di vivere
meglio e che per ottenere ciò si devono utilizzare tutti i mezzi leciti e
illeciti, a costo anche di distruggere natura e uomini? Ebbene, cosa
possiamo pensare di questi “sepolcri imbiancati” ove vengono custoditi i
loro raccapriccianti egoismi? Quali opportunità di speranze futuribili
costoro possono offrire? Ecco il vero allarme e l’agitazione epocale che
il Mondo intero sta subendo con una tracotanza clamorosa! Certamente non
si può tornare indietro, ma è pur vero che per costruire un futuro
sostenibile, accettabile per tutti, bisogna attuare il presente. Un
presente, però, come qualcuno ha scritto, fatto di serietà, di
responsabilità e di dialogo, di sperimentazione continua e di riflessione;
un presente dove, davvero si possa condividere l’austerità, distaccandoci
dai propri privilegi e allontanandoci dal proprio conformismo, senza
vergogna e con tanto coraggio; un presente in cui non si vedano più le
persone legate ai loro meschini egoismi, ma ritrovarle con il gusto delle
relazioni gratuite; un presente ove non si assista passivamente alla
tracotanza della delinquenza organizzata sempre più forte e ad una
politica malsana sempre più ricattata dalla economia; un presente ove
venga debellato l’ostacolo che il potere pone ogni giorno alla
collettività e al merito paziente; un presente che dia fiducia a milioni
di esseri per una cooperazione globale e di autogoverno. Questa
rivoluzione che ciascuno di Noi, semplici cittadini del mondo, dovrebbe
fare dentro di sé con assoluta libertà di mente e di cuore, sarà senza
armi e senza violenza, né contro governi, né contro oppressori. Sarà una
rivoluzione che darà energia necessaria per prenderci cura di giovani e
bambini, non solo i nostri, da bravi educatori, senza corromperli con
consumismo e compiacimenti che possono togliere loro la capacità di
imparare a vivere. Sarà una rivoluzione culturale indirizzata alla
continua ricerca di un rapporto vero e giusto tra gli esseri umani, non
solo, ma per una vera presa di coscienza verso il mantenimento,
soprattutto, di un giusto equilibrio tra uomo e natura. |