Il
difficile cammino verso la parità dei sessi
(Elisabetta Robinson) - 8 marzo 2005, Festa della Donna.
Moltissime le iniziative, a livello nazionale ed internazionale, che in
questa giornata hanno affrontato l’importante tematica della necessaria
parità tra uomo e donna in ambito lavorativo, sociale, culturale e
familiare.
Alle Nazioni Unite, il dibattito sulla parità dei sessi si è svolto in
seno alla Quinta Conferenza Internazionale della Donna, che ha portato
all’ONU 130 delegazioni governative, tra le quali quella per l’Italia
guidata dalla Ministra per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo e
seimila rappresentanti di organizzazioni non governative. Alla sessione
della Conferenza, che ha confermato gli impegni adottati dalla Piattaforma
di Pechino sulle donne del 1995, è stato sottolineato che, nonostante i
progressi fatti dalle donne in molti settori, la povertà sia un fenomeno
ancora prevalentemente femminile, al quale si aggiunge la diffusione
dell’Aids come uno dei nuovi fattori di aumento della mortalità
soprattutto tra le giovani donne. Il Segretario Generale delle Nazioni
Unite, Kofi Annan, ha, inoltre, ricordato che tra le numerose sfide da
affrontare vi è la piaga del traffico di donne e bambine.
Anche l’UNESCO ha celebrato la Festa della Donna con lo slogan
“Uguaglianza tra i generi dopo il 2005: costruire un futuro più
sicuro”. Il Direttore Generale dell’UNESCO, Koichiro Matsuura, in una
dichiarazione diffusa a Roma dalla Commissione Nazionale Italiana
dell’Organismo, ha ricordato l’importanza dell’educazione e
dell’informazione delle donne e per le donne, come strumenti
indispensabili per legittimarne e garantirne i diritti in tutto il mondo.
Il 2005 è l’anno in cui la comunità internazionale ha fissato come
obiettivo il conseguimento della parità tra ragazzi e ragazze nella
scuola primaria e secondaria. Il ruolo dell’UNESCO sarà quello di
aiutare gli Stati che promuovono l’alfabetizzazione e l’educazione
delle donne, diritti concepiti non solo come conquista emancipativa della
donna dalla condizione di subordinazione e di disparità ma come strumenti
necessari allo sviluppo, inteso come produzione ed aumento del reddito
personale delle donne, in particolare nei Paesi meno sviluppati.
Tematiche simili sono state affrontate anche in Commissione Europea dove,
in occasione della Giornata della Donna, è stato approvato il progetto di
un Istituto per la parità tra i sessi. Lo hanno preannunciato il
Presidente dell’Eurogoverno José Barroso ed il Commissario Ue Vladimir
Spidla, durante una conferenza stampa al Parlamento Europeo. La questione
delle pari opportunità costituisce una punto di centrale importanza nella
politica della Commissione, che persegue l’obiettivo di una maggiore
presenza femminile nel mondo del lavoro. A sua volta, il Presidente del
Parlamento Europeo Josep Borrell, ha parlato di vera uguaglianza tra i
sessi anche nella prospettiva di un giusto riconoscimento salariale, oltre
al semplice rispetto dei diritti umani.
“Non ci sarà uguaglianza se i datori di lavoro non offrono gli stessi
stipendi, se non propongono vantaggi concreti per le facilitare le donne
nello svolgere attività professionali e per prevenire o compensare
svantaggi nelle loro carriere. In un giorno come oggi, non possiamo
dimenticare che nella nostra Europa così democratica in molti aspetti,
c’è anche discriminazione e violenza. Una donna su cinque in Europa
afferma di essere stata oggetto di maltrattamento. […] Nella nostra
Europa ci sono molti segnali allarmanti di una femminilizzazione della
povertà. E ci sono donne che percepiscono il 16% in meno del salario dei
colleghi uomini”.
Carlo Azeglio Ciampi, celebrando l’8 marzo al Quirinale, ha ricordato
quanta strada si debba ancora percorrere perché le donne nel mondo siano
davvero garantite e protette dalle discriminazioni e dalla violenza:
violenza sessuale, soprattutto, che le donne continuano a subire. Le
parole di Ciampi hanno, inoltre, sottolineato le difficoltà che le donne
incontrano ad affermarsi nel mondo del lavoro ed imputa alla carenza dei
servizi e alla riluttanza degli uomini a condividere appieno i compiti
familiari, l’inconciliabilità, per la donna, della professione e del
suo ruolo nella famiglia.
Il pensiero del Presidente Ciampi è andato, infine, ai 40 milioni di
rifugiati nel mondo, dei quali i quattro quinti, secondo le stime del
Consiglio d’Europa, sono madri con i loro figli, allontanatesi dalle
loro famiglie per assicurarne la sopravvivenza. |