Dalla
parte della donna
(Antonietta Chiarello) - Il 28 marzo 1917 è una data
storica per le donne inglesi, che dopo tante lotte conquistarono il
diritto di voto. Nel novembre del ’20 anche le donne americane poterono
partecipare alle elezioni. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel
’46 si recarono a votare per la prima volta le francesi e le italiane,
che avevano combattuto al pari degli uomini durante la Resistenza.
Infatti, soltanto la Costituzione repubblicana ha accordato il suffragio
elettorale alle donne italiane. Solo da allora anche la donna italiana si
è recata alle urne compiendo autonomamente le proprie scelte e acquisendo
coscienza di sé, delle proprie capacità e potenzialità.
Un lungo cammino è stato fatto rispetto ai secoli passati, quando
l’uomo e la donna sono stati legati a ruoli stereotipati e differenziati
anche per importanza.
Nell’antica civiltà greca le donne erano relegate nel gineceo, uno
spazio della casa creato appositamente per loro, una specie di soggiorno
obbligato. A questo proposito è molto divertente una commedia di
Aristofane (5° secolo a.C.) intitolata “Le donne a parlamento”, in
cui l’autore immagina che le donne si ribellino agli uomini e prendano
il potere politico, emanando leggi gradite alle femmine e sgradite ai
maschi: c’era forse già una labile coscienza dell’ingiustizia patita
dal sesso femminile?
Nell’antica Roma, è vero che la matrona, la domina (=padrona, da cui
deriva il nostro donna) aveva un suo ruolo ben preciso in famiglia, ma a
guardar bene esso si riduceva a esser casta, custodire la casa, filare la
lana.
Nel Medioevo, secondo un diffuso pregiudizio, la donna era considerata
quasi incarnazione del demonio, fonte di tentazione per l’uomo; alcune
donne, considerate streghe, erano processate, torturate, condannate, arse
sul rogo.
Qualcosa cominciò a cambiare col Rinascimento e poi con l’Illuminismo e
la Rivoluzione francese; pian piano si affermò l’idea che uomo e donna
avessero pari diritti e doveri. Tale rivendicazione diede origine al
movimento del femminismo, che in Italia fu molto attivo soprattutto negli
anni ’70. Le femministe con cortei, manifestazioni, interviste,
trasmissioni vollero farsi conoscere e sollevare il problema: “Tremate,
tremate le streghe son tornate!”, era uno dei loro slogan più noti!
Uno dei documenti ancora oggi più completo sui diritti della donna è
costituito dalla Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di
discriminazione nei confronti della donna approvata dall’ONU nel 1979
che ribadisce l’uguaglianza tra uomo e donna, ma già sposta il
dibattito dal concetto di uguaglianza a quello di differenza, più attento
all’identità peculiare della donna: parità di diritti formali, sì, ma
rispetto della diversa identità. |