OGM, un po’ di chiarezza
(Luca Marcantonio) - La questione
degli Organismi Geneticamente Modificati sta assumendo contorni sempre più
definiti e dibattuti, anche se le zone d’ombra rimangono molto estese,
perché forse non c’è un grande interesse ad illuminarle. Gli OGM sono
finiti anche sul tavolo del legislatore che, giustamente, ha imposto per i
nostri mercati sia la possibilità di riconoscere da parte del consumatore
la presenza o meno di prodotti manipolati sia l’obbligo di effettuare
nette separazioni tra campi coltivati tradizionalmente da quelli che
accolgono sementi transgeniche. Non esistono al momento ricerche
scientifiche che assicurino con matematica certezza la pericolosità di
tali prodotti, ma tantomeno studi sicuri della loro innocuità. Di
conseguenza il consumatore finale deve vedere riconosciuto il proprio
diritto a scegliere liberamente il cibo che ritiene di dover acquistare
per sé e per i propri figli. Premesso che lo scrivente non intende affatto
schierarsi con chicchessia e tantomeno sposare la causa di una o
dell’altra parte politica ma solo analizzare un tema e fornire spunti di
discussione, ci si chiede: perché gli OGM vengono tanto pubblicizzati? Il
sottoscritto dubita fortemente che grandi multinazionali della chimica
siano improvvisamente diventate strenui paladini in difesa dei poveri e
della fame nel mondo, troppo zelo è quantomeno sospetto, specialmente se
viene da enti che notoriamente fanno del profitto, spesso a qualsiasi
costo, la loro ragion di vita. Costoro insomma vogliono farci credere che
hanno investito miliardi e miliari di dollari in ricerche, studi eccetera
solo perché hanno a cuore le sorti delle popolazioni meno abbienti. Ma per
piacere. E infatti a ben vedere tutti questi pregi gli OGM non li hanno.
L’incremento dei raccolti non mi risulta che risponda a verità. Campi che
finora rendono benissimo, se convertiti forniranno, a parità di terreno
coltivato, una quantità inferiore di prodotto. Se questo è un aiuto per i
paesi in via di sviluppo non riesco a coglierne l’essenza. L’argomento è
vastissimo ed ogni aspetto andrebbe estrapolato per un più attento
dibattito, ma in via generale alcuni dati sono tanto evidenti quanto fonte
di perplessità. Per cui, oltre al già espresso dubbio sulla pericolosità o
meno di cibi transgenici (sia per gli uomini che per gli animali mangiati
dagli uomini) ci sono altri aspetti che, seppur a volo radente, meritano
di essere approfonditi. Uno di questi è la non riproducibilità dei
prodotti, conosciuta anche come “Effetto Terminator”. In pratica, il
contadino che semina mais o grano, normalmente trattiene una parte del
raccolto per seminarlo nuovamente. Le sementi OGM invece forniscono
prodotti sterili, con la conseguenza che l’agricoltore deve ogni anno
andare dalla multinazionale, pagare profumatamente, e avere i semi. Viene,
insomma, venduta la vita, perché i semi sono brevettati e chi li vuole
deve versare i diritti. Non solo, ma anche per questo tipo di coltivazione
sono necessari diserbanti specifici e pesticidi “su misura”. Prodotti e
venduti da chi? Dalla stessa multinazionale che fa i semi. Peggio ancora
accade quando le piante OGM impollinano le colture tradizionali, magari
perché a poca distanza, rendendo sterili anche quelle. Si è anche detto
che attraverso i prodotti modificati con l’inserimento di geni
“terapeutici” sarebbe possibile curare alcune malattie o prevenirne
l’insorgenza, vero, peccato però che per ottenere quest’effetto sembra si
debbano mangiare alcune tonnellate pro capite di raccolto, con la
conseguenza di guarire da un lato ma morire assai prima d’indigestione
dall’altro. Ancora, le nuove varietà proposte dai colossi della chimica
vengono pubblicizzate e spacciate come inattaccabili dai virus (sarebbe
questo uno degli scopi primari della nascita degli OGM), ma non è vero. In
Cina dopo cinque anni dal primo utilizzo di una varietà di cotone stanno
versando lacrime amare perché la resistenza ai tradizionali parassiti ha
fatto sviluppare nuove malattie di cui prima la pianta non si ammalava,
comportando così un aumento dell’uso di pesticidi con conseguente aggravio
dei costi. Insomma, per questi e per altri motivi, almeno finora sembra
che l’unico scopo della presenza degli OGM sia giustificato dalla volontà
di sfruttare fino in fondo i poveri della terra levandogli di bocca anche
quel poco grano di cui dispongono, costringendoli a pagare quello che ora
hanno di più e a meno. |