I
macchinisti avvertono: attenti all’uomo morto!
(Simone Proietti) - Sembra il protagonista malefico di un
film dell’orrore, si tratta semplicemente di un dispositivo predisposto
sui treni, una sorta di pilota automatico: l’uomo morto. Tale
apparecchiatura dovrebbe essere introdotta prossimamente da FS sulla gran
parte dei convogli, seguendo l’esempio di alcuni altri paesi europei,
Inghilterra in testa, consentendo di far transitare in sicurezza i treni e
riducendo le spese del personale, in un periodo nel quale c’è necessità di
far quadrare bilanci per compensare i tagli dei finanziamenti statali.
Ma i macchinisti insorgono, illustrando in una manifestazione svoltasi lo
scorso mese di Dicembre nella Stazione Termini, le motivazioni del loro
malessere e delle possibili tragiche conseguenze dell’impiego di tale
dispositivo. Ciò infatti vorrebbe dire la riduzione dell’equipaggio dei
treni da due ad un solo macchinista, in un periodo nel quale le ferrovie
hanno già drasticamente ridotto il personale da 225000 a 90000 unità in
poco più di 18 anni. Non solo: una strumentazione simile venne già
installata nel 1938 sui treni italiani, comportando la successiva
rimozione nel dopoguerra a causa dei numerosi incidenti nel periodo
intercorso. Inoltre, autorevoli studi scientifici, alcuni dei quali
condotti dall’Università di Tor Vergata, dimostrano l’inadeguatezza
dell’apparecchiatura per gli scopi prefissi, alla luce anche delle
esperienze europee, che hanno visto un notevole peggioramento dell’indice
di sicurezza in quei paesi che utilizzano questo sistema elettronico, con
un netto incremento di gravi incidenti ferroviari. In molti di tali paesi
molti viaggiatori hanno smesso di prendere il treno come riflesso dei
numerosi incidenti verificati. L’Italia si appresta a percorrere la stessa
strada, fatta di meno personale umano e più strumentazioni elettroniche,
incrociamo le dita… |