Per ricordare Bhopal
(Alessio Colacchi) - Il gruppo 140 di Amnesty International
ha aderito alla campagna “Nuvole d’Ingiustizia”, la quale tende a
denunciare le condizioni cui sono costrette a vivere ancora oggi a Bhopal,
in India, migliaia di persone sopravvissute alla tragedia di venti anni
fa.
Era la notte del 2 Dicembre 1984 quando dalla fabbrica di prodotti tossici
Union Carbide, poi acquistata dalla Dow Chemical, si sprigionò una nuvola
di gas che uccise all’istante oltre 7.000 persone, compromettendo la
salute dei sopravvissuti del villaggio e dei dintorni; infatti si
contarono negli anni seguenti, a causa delle malattie dovute alla nuvola
tossica, 15.000 morti, mentre oltre 100.000 sono le persone che hanno
registrato disturbi o patologie legate all’apparato respiratorio.
La campagna si svolgerà per mezzo di cartoline da spedire alla stessa Dow
Chemical, e attraverso la diffusione di un apposito rapporto Amnesty sulla
situazione attuale di quella zona, dove le persone ancora oggi non possono
usufruire di acqua potabile.
Infatti la fuoriuscita di gas tossici compromise le falde idriche e l’aria
della zona, ancora irrespirabile per la popolazione locale.
Amnesty International richiede pertanto che siano messe in luce le
responsabilità sia della fabbrica chimica Union Carbide che del governo
indiano; infatti entrambi i soggetti avevano a disposizione gli strumenti
per prevenire la tragedia. Inoltre viene richiesta una bonifica dell’area
e delle risorse idriche della zona dalle sostanze tossiche sprigionatesi
nell’aria quella notte di vent’anni fa e non ancora eliminate.
Per avere maggiori informazioni riguardo la campagna visitare il sito
di Amnesty International www.amnesty.it; invece per poter partecipare
all’attività del gruppo 140 della sezione italiana di Amnesty, o per
sottoscrivere le cartoline da inviare alla Dow Chemical, contattare il
gruppo tramite l’indirizzo e:mail gr140@amnesty.it. |