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Sommario anno XIV numero 1 - gennaio 2005

 FILOSOFIA DELLA MENTE

L’abduzione: l’efficacia di un metodo ipotetico-sperimentale
(Silvia Coletti) - Pensare, cioè uscire lottando dallo stato di irritazione connaturato al dubbio, vuole dire creare una correlazione infinita di inferenze tra norme; la norma nuova si motiva in base alla norma antecedente e così via all’infinito, riconoscendo l’esistenza necessaria di una norma iniziale non verificata. È una norma antecedente ad indirizzare la serie di inferenze (abduttive) idonee a fondare nuove ed ulteriori norme. Peirce analizza la struttura dei meccanismi inferenziali riconoscendo come attività inferenziali dell’essere umano le attività di deduzione, induzione ed abduzione. L’induzione è una deduzione inversa, mentre l’abduzione è una induzione meno certa. È vero che nel pensiero umano deduzione ed induzione hanno un ruolo fondamentale, ma, secondo Peirce, nella creazione di abitudini mentali non esiste meccanismo inferenziale efficace come l’abduzione. Mentre infatti deduzione ed induzione non introducono alcunché di nuovo, l’abduzione è fonte di idee nuove. Nel momento in cui sia vera, l’abitudine mentale è norma d’azione utile; nel momento in cui non lo sia, è una norma d’azione non utile ad incidere sulla condotta umana. Peirce distingue 3 tipi di inferenza: accanto alle due forme tradizionali della deduzione (che va dal generale al particolare) e dell’induzione (che va dal particolare al generale), Peirce riconosce quindi una terza possibilità: l’ abduzione o ‘ragionamento ipotetico’. L’abduzione consiste infatti nel formulare un’ipotesi causale partendo da un effetto dato: ‘Se c’é cenere (effetto), ci deve essere stato un fuoco (causa). La validità del ragionamento abduttivo può comunque essere garantita dal metodo sperimentale: solo accendendo un fuoco posso effettivamente appurare se esso genera cenere. L’abduzione coincide dunque con il metodo ipotetico-sperimentale che caratterizza la scienza moderna da Galileo in poi. Naturalmente le conclusioni cui perviene l’abduzione non sono definitive, ma aprono la strada a nuove ricerche e a nuove conclusioni, secondo il modello di approssimazione progressiva alla verità che caratterizza il metodo scientifico. L’abduzione è uno strumento per generare ipotesi, quando ne siamo sprovvisti o quando quelle solite sembrano non funzionare. Di fronte ad alcune spiegazioni che non rientrano nello schema consueto occorre inventare delle ipotesi che diano ragione a tale spiegazione. L’abduzione è allora l’inferenza che permette di ipotizzare ciò. In che modo? La forma dell’inferenza è la seguente: si osserva un fatto sorprendente; ma se A fosse vero, C sarebbe spiegato come fatto naturale; dunque c’è ragione che sia sospettato che A sia vero.
Nell’inferenza abduttiva si parte da alcuni fatti, senza avere in mente una particolare teoria da seguire, benché quella stessa teoria possa essere considerata necessaria per spiegare i fatti sorprendenti. Schematicamente, possiamo dire che un risultato sorprendente Q è ricondotto, formulando un’ipotesi, ad un caso comprensibile e solito. In conclusione, si ipotizza una regola P, per cui se è vero che P
4Q, Q non è più sorprendente. La forma dell’abduzione così spiegata è la seguente:
                       Q
                    P
4Q
                       P
Tuttavia Peirce è consapevole del problema che comporta un’inferenza abduttiva. Questo argomento può presentare nella sua premessa fatti che hanno una certa familiarità con la conclusione, ma che potrebbero essere veri senza che la conclusione sia vera. Nell’abduzione non si parte da una regola P per affermare il conseguente, ma si parte da un fatto sorprendente Q.   Questo è molto importante, poiché il carattere sorprendente di Q è valutabile solo in rapporto ad un’attesa relativa a Q e tale attesa non può derivare che da una teoria T accetta. La regola P è allora quella T’, diversa da T che potrebbe spiegare il fatto Q. Inoltre bisogna considerare che la regola è proposta come ipotesi, cioè come possibile soluzione delle anomalie rispetto alle attese. La regola T’ ha un carattere congetturale e questa sua forma ipotetica deve essere mantenuta e trasferita all’inferenza abduttiva, che per questo è definita una forma ipotetica di ragionamento. Da questo ragionamento possiamo allora ricavare la struttura generale del ragionamento abduttivo:
Si dà il fatto sorprendente Q  in rapporto a una teoria T esistente.
S’ipotizza T’, tale che T’# T e T’ 4Q.                 Q non è più sorprendente. 
Allora si rafforza l’ipotesi T’. L’abduzione ha un carattere ibrido; è un ragionamento intermedio tra una deduzione, nella quale la conclusione segue necessariamente dalle premesse e l’induzione, che inferisce una conseguenza probabile da un insieme di premesse conservative. L’abduzione cerca di spiegare i fatti che non rientrano nel nostro sapere di sfondo. Anche per questo l’abduzione può essere fallibile.

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Sommario anno XIV numero 1 - gennaio 2005