L’abduzione: l’efficacia di un metodo ipotetico-sperimentale
(Silvia Coletti) - Pensare, cioè uscire lottando dallo stato
di irritazione connaturato al dubbio, vuole dire creare una correlazione
infinita di inferenze tra norme; la norma nuova si motiva in base alla
norma antecedente e così via all’infinito, riconoscendo l’esistenza
necessaria di una norma iniziale non verificata. È una norma antecedente
ad indirizzare la serie di inferenze (abduttive) idonee a fondare nuove ed
ulteriori norme. Peirce analizza la struttura dei meccanismi inferenziali
riconoscendo come attività inferenziali dell’essere umano le attività di
deduzione, induzione ed abduzione. L’induzione è una deduzione inversa,
mentre l’abduzione è una induzione meno certa. È vero che nel pensiero
umano deduzione ed induzione hanno un ruolo fondamentale, ma, secondo
Peirce, nella creazione di abitudini mentali non esiste meccanismo
inferenziale efficace come l’abduzione. Mentre infatti deduzione ed
induzione non introducono alcunché di nuovo, l’abduzione è fonte di idee
nuove. Nel momento in cui sia vera, l’abitudine mentale è norma d’azione
utile; nel momento in cui non lo sia, è una norma d’azione non utile ad
incidere sulla condotta umana. Peirce distingue 3 tipi di inferenza:
accanto alle due forme tradizionali della deduzione (che va dal generale
al particolare) e dell’induzione (che va dal particolare al generale),
Peirce riconosce quindi una terza possibilità: l’ abduzione o
‘ragionamento ipotetico’. L’abduzione consiste infatti nel formulare
un’ipotesi causale partendo da un effetto dato: ‘Se c’é cenere (effetto),
ci deve essere stato un fuoco (causa). La validità del ragionamento
abduttivo può comunque essere garantita dal metodo sperimentale: solo
accendendo un fuoco posso effettivamente appurare se esso genera cenere.
L’abduzione coincide dunque con il metodo ipotetico-sperimentale che
caratterizza la scienza moderna da Galileo in poi. Naturalmente le
conclusioni cui perviene l’abduzione non sono definitive, ma aprono la
strada a nuove ricerche e a nuove conclusioni, secondo il modello di
approssimazione progressiva alla verità che caratterizza il metodo
scientifico. L’abduzione è uno strumento per generare ipotesi, quando ne
siamo sprovvisti o quando quelle solite sembrano non funzionare. Di fronte
ad alcune spiegazioni che non rientrano nello schema consueto occorre
inventare delle ipotesi che diano ragione a tale spiegazione. L’abduzione
è allora l’inferenza che permette di ipotizzare ciò. In che modo? La forma
dell’inferenza è la seguente: si osserva un fatto sorprendente; ma se A
fosse vero, C sarebbe spiegato come fatto naturale; dunque c’è ragione che
sia sospettato che A sia vero.
Nell’inferenza abduttiva si parte da alcuni fatti, senza avere in mente
una particolare teoria da seguire, benché quella stessa teoria possa
essere considerata necessaria per spiegare i fatti sorprendenti.
Schematicamente, possiamo dire che un risultato sorprendente Q è
ricondotto, formulando un’ipotesi, ad un caso comprensibile e solito. In
conclusione, si ipotizza una regola P, per cui se è vero che P4Q,
Q non è più sorprendente. La forma dell’abduzione così spiegata è la
seguente:
Q
P4Q
P
Tuttavia Peirce è consapevole del problema che comporta un’inferenza
abduttiva. Questo argomento può presentare nella sua premessa fatti che
hanno una certa familiarità con la conclusione, ma che potrebbero essere
veri senza che la conclusione sia vera. Nell’abduzione non si parte da una
regola P per affermare il conseguente, ma si parte da un fatto
sorprendente Q. Questo è molto importante, poiché il carattere
sorprendente di Q è valutabile solo in rapporto ad un’attesa relativa a Q
e tale attesa non può derivare che da una teoria T accetta. La regola P è
allora quella T’, diversa da T che potrebbe spiegare il fatto Q. Inoltre
bisogna considerare che la regola è proposta come ipotesi, cioè come
possibile soluzione delle anomalie rispetto alle attese. La regola T’ ha
un carattere congetturale e questa sua forma ipotetica deve essere
mantenuta e trasferita all’inferenza abduttiva, che per questo è definita
una forma ipotetica di ragionamento. Da questo ragionamento possiamo
allora ricavare la struttura generale del ragionamento abduttivo:
Si dà il fatto sorprendente Q in rapporto a una teoria T esistente.
S’ipotizza T’, tale che T’# T e T’ 4Q. Q non è più
sorprendente.
Allora si rafforza l’ipotesi T’. L’abduzione ha un carattere ibrido; è un
ragionamento intermedio tra una deduzione, nella quale la conclusione
segue necessariamente dalle premesse e l’induzione, che inferisce una
conseguenza probabile da un insieme di premesse conservative. L’abduzione
cerca di spiegare i fatti che non rientrano nel nostro sapere di sfondo.
Anche per questo l’abduzione può essere fallibile. |