The manchurian
candidate
(Cristina Stillitano) - Remake di “Va e uccidi” di J.
Frankenheimer del 1962, “The Manchurian Candidate” è un thriller
fantapolitico di un regista di altissimo livello. Già premio Oscar con “Il
silenzio degli innocenti”, John Demme ci ha guidato nel viaggio
introspettivo attraverso personaggi di profonda commozione, come quello
interpretato da Tom Hanks in Philadelphia. La vicenda del capitano B.
Marco (D. Washington), reduce dalla guerra del Golfo e ossessionato da
strane allucinazioni, è l’opprimente ricerca della verità contro le
manipolazioni (anche mentali) del potere, qui nelle vesti della ambigua
multinazionale Manchurian Global. La sceneggiatura a base di microchip e
lavaggi del cervello forse non è più convincente come lo era ai tempi di
Frankenheimer, che rievocava, nei postumi del conflitto coreano, un clima
surreale da guerra fredda, ove i timori e le incertezze avevano anche la
forme delle atrocità tecnologiche. Il film di Demme è diverso: più forte e
più debole insieme. Come tanti remake non riesce a ritrovare quella verve
che caratterizzò l’originale, che destò tanto scalpore - a destra e a
sinistra - da venire bandito dalle sale con l’accusa di aver “ispirato”
l’assassinio di J.F. Kennedy. Ma resistendo alla tentazione del paragone e
disponendosi con la necessaria “leggerezza”, si scopre uno dei maggiori
talenti di Demme: la passione disincantata per il ritmo, che avvolge la
narrazione fomentandola ad ogni sequenza. L’atmosfera claustrofobica è
alimentata sapientemente con dissolvenze in nero e con una cadenza
irregolare di montaggio, che rimanda agli impulsi ossessivi di un cervello
in corto circuito. La tensione vive di allusioni gettate come fendenti nel
buio, ove l’inquietudine si vede prima ancora di sentirsi, mentre la
macchina affonda nel primo piano di un volto privo di ogni individualità.
Semplicità estetica che mira dritto al punto, dinamicamente, esponendo
senza filtri i suoi personaggi nella loro fisicità “carnale”, disarmati
come chi li guarda.
Scheda: Usa 2004; Di Jonathan Demme; Con D. Washington, M. Streep, L.
Schreiber, J. Voight, B. Ganz, V. Farmiga, R. Hitchcock; Fotografia T.
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