Ripopolamento
del camoscio d’Abruzzo
(Armando Guidoni) - Una decina di anni fa, tre esemplari di camoscio
d’Abruzzo - due femmine ed un maschio - furono trasferiti dalle aree del
Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise al famoso Zoo di Monaco di
Baviera. Ciò serviva per tentare di avviare un programma per la
dislocazione geografica del camoscio d’Abruzzo,
Per riuscire a conservare in
un’area non d’origine i tre esemplari, i responsabili dello Zoo
realizzarono una grande area dedicata. Nel corso di questi anni il nucleo
originario si è riprodotto, fino a generare una piccola popolazione in
terra di Germania. Ora, lo Zoo ha accettato, anche perché esisteva un
accordo tra le due istituzioni, di ritrasfere in Abruzzo tre esemplari
donandoli al Parco Regionale del Sirente-Velino nella istituenda area
faunistica di Rovere. L’operazione ha ottenuto un completo successo in
quanto i tre esemplari di camoscio, tornati in Abruzzo, ricolonizzeranno
un’area importante per la conservazione della specie.
“Questa entusiasmante
operazione - dichiara il direttore del Parco Aldo Di Benedetto - è stata
inserita in un programma più generale di potenziamento delle popolazioni
del prezioso e raro Camoscio d’Abruzzo, a cui seguiranno altre azioni
che interessano diverse aree protette dell’Appennino centrale tra cui il
Parco Nazionale della Maiella, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti
della Laga, il Parco Nazionale dei Sibillini, la Riserva Naturale del
Monte Velino”. “Lo scopo del programma - aggiunge il direttore - è
quello di ampliare l’areale del Camoscio trasferendo, nel tempo, piccoli
nuclei nelle zone dove la specie è vissuta fino a qualche secolo fa.
Inoltre - continua il direttore - con queste operazioni si vuole
rinforzare la variabilità genetica della specie attraverso un
rimescolamento dei patrimoni per dare maggiori garanzie alla strategia di
conservazione”.
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