Le
Giornate del Rifugiato 2004
(Luca Ceccarelli) - L’Associazione Centro Astalli (www.centroastalli.it),
fondata dai Gesuiti per aiutare i rifugiati in Italia, a conclusione della
Settimana del Rifugiato 2004 ha organizzato venerdì 25 giugno alle
17.30 un incontro sul tema “Liberi dalla paura, aperti alle
differenze”. Il dibattito si è tenuto a Roma presso la Centrale
Montemartini in Via Ostiense. Sono intervenuti tra gli altri Ettore
Masina, giornalista e scrittore, già deputatato al Parlamento, padre Francesco
De Luccia, dell’Associazione Centro Astalli, Samir Khaldi,
presidente dell’Associazione culturale islamica in Italia e imam
della moschea di Centocelle, e Raffaela Milano, assessora ai Servizi
sociali del Comune di Roma, da sempre in prima linea riguardo a questa
problematica.
Sebbene in Italia i rifugiati, e i richiedenti asilo
politico, siano tuttora un numero piuttosto modesto, specie se confrontato
con quelli di altri paesi d’Europa, la situazione politica
internazionale sempre più difficile, specie in certe aree del pianeta,
sta portando i paesi d’Europa e gli Usa verso un irrigidimento che rende
più difficile ottenere asilo politico anche quando, alla luce del diritto
internazionale, ve ne sarebbero i presupposti. In Italia questa tendenza
è accentuata dalla caratterizzazione dell’attuale maggioranza di
governo, che non soltanto sconta la presenza di un partito come la Lega
Nord, tendenzialmente estraneo e ostile rispetto alla questione del
diritto di asilo, ma anche l’indifferenza, e talvolta la vera e propria
ostilità a questa problematica anche da parte di taluni settori di
Alleanza Nazionale e di Forza Italia. È in discussione una proposta di
legge che mira a ridefinire il diritto d’asilo. Una legge quanto mai
necessaria, poiché le amministrazioni locali e le forze
dell’associazionismo si trovano ad operare in assenza di un quadro
legislativo appropriato, e senza poter contare su risorse adeguate
provenienti dall’autorità centrale per l’aiuto ai rifugiati. Che non
sono immigrati qualsiasi, che lasciano il proprio paese alla ricerca
(peraltro del tutto legittima) di migliori condizioni lavorative ed
economiche, ma persone che tentano di sottrarsi al carcere, alle torture,
e a tutta una serie di vessazioni ad ogni livello che subiscono per le
proprie opinioni politiche, per la propria fede religiosa, per la propria
provenienza etnica, o per le proprie inclinazioni sessuali. Giungere in un
paese straniero, e qui essere costrette a lungo a condizioni di vita non
dignitose, ed essere trattenute nei centri di detenzione temporanea,
aumenta il disorientamento e lo sconforto di queste persone, che in alcuni
casi sono state indotte, da un parere negativo sulla propria richiesta di
asilo, addirittura a togliersi la vita.
Le Giornate del Rifugiato sono state un’occasione per
incontrare alcune di queste persone, conoscere meglio le loro biografie,
venire a contatto con le loro culturale. Un’opportunità per riflettere
sull’importanza del rispetto dei diritti umani, e delle differenze
connaturate alle condizioni dei singoli e dei gruppi.
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