rocca
di papa
Una
Funicolare dimenticata da restaurare
(Renzo Lay) - Tornare nella vostra città costituisce sempre
un piacere particolare, e quando decido di…
ringiovanire torno a respirare
l’aria pura e frizzante di Rocca, ripercorrendo le strade ed i luoghi
rimasti nella memoria. Sono in buona compagnia in fatto di ricordi: nel
1820, all’età di 22 anni, Massimo D’Azeglio veniva ospitato dai voi
Roccheggiani, e così scrisse ne I miei ricordi al cap. XIX: “…
Poiché siamo a Rocca di Papa sul mio balcone, dal quale si domina
l’intero Lazio… la bellezza della vista, soprattutto nelle sere di
luna nuova, quando il suo corno inevitabilmente argenteo sta
sull’orizzonte ancora un paio d’ore dopo il calar del sole, mi ha
lasciato un’impressione che non scorderò mai più”.
Se fosse vissuto nel 1932 avrebbe scritto di essere entrato nel vostro
Paese non a piedi e carico delle sue tele ma in… funicolare! Ma questo
fa parte dei Miei ricordi. Nell’estate del lontano 1947 salivo l’
“Imperiale” al capolinea di Roma Termini; attraversando la campagna
romana, giunsi allo chalet di Grottaferrata, e proseguivo per
Squarciarelli; dopo aver sfiorato Valle Violata, e costeggiato Valle
Oscura (o “Scura”) giungevo a Valle Vergine. Qui l’Imperiale fece un giro
di… valzer nell’anello dei binari e lasciò i passeggeri nella
deliziosa stazioncina ai piedi di Rocca. Un tram originale attendeva i
passeggeri: elegante, con i sedili di legno pregiato in orizzontale e il
pianale in salita: era la Funicolare di Rocca. In 2’ minuti superava il
dislivello di 155 m., dopo aver incrociato la vettura gemella in una sorta
di balletto a metà rampa. Ricordi comuni a tanti turisti ed agli stessi
“anziani” roccheggiani! Ma sfogliando i siti Internet la
sorpresa è inaspettata: anche tanti “giovani” hanno raccolto quegli
stessi ricordi, unendosi con nostalgia e speranza all’opera di Angeleri/Curci/Bianchi,
che alla scienza hanno abbinato l’amore per la storia della rete
tranviaria dei Castelli, consegnando il frutto delle loro ricerche al
volume: “Binari sulle strade intorno a
Roma”.
Oggi ho rivisto la Funicolare e… non l’ho riconosciuta! E negli occhi
di tanti di voi ho letto la nostalgia di quella che fu! Oggi giace
abbandonata dentro una stazione che ha tentato di difenderla, senza
riuscirci! E giace nel più completo degrado! «Perché?»
Questo gioiello della storia di Rocca non merita questa fine! Ed esiste il
diritto/dovere di ripristinarlo, al di là dei titoli di proprietà.
Questa Funicolare ha fatto conoscere Rocca ed apprezzarla più di…
Annibale, degli Annibaldi, degli Orsini, dei Colonna, dei
Papi…, ecc. ed ha incrementato il turismo ed incentivato la
ricchezza del Paese dal 28 luglio 1932 al 5 dicembre 1962! Se è quasi
impossibile sognare il ripristino dell’intera linea dei Castelli (le
“Vicinali”), ricostruire la Funicolare è possibile. La rinascita
della Funicolare ridarebbe nuovo impulso al turismo e a voi l’orgoglio
di aver riconquistato un pezzo della vostra storia. In Italia sono pochi i
paesi e le città che hanno la fortuna di possedere funicolari, ma tutti
coloro che hanno questa fortuna le hanno rimodernate e restaurate …più
belle e più smaglianti che pria! Rinnovato vanto ed orgoglio dei
cittadini che amano la propria storia e la sanno gelosamente custodire.
Ecco
l’elenco: 1. Funicolare Como-Brunate - La funicolare, che ha oltre 100
anni, porta i turisti dalle rive del lago di Como al “balcone delle
Alpi”. 2. Funicolare delle grotte di San Canziano - In Slovenia, poco
lontano da Trieste, una funicolare molto particolare porta i turisti dalla
base delle grotte fino al piano stradale. 3. Funicolare di Catanzaro -
Dalla stazione ferroviaria porta in centro città ogni 10 minuti. Riaperta
nel 1998 dopo 44 anni di chiusura oggi è una funicolare modernissima. 4.
Funicolare di Montecatini Terme - Trasporta persone dal 1898 verso
Montecatini Alto. “Gigio” e “Gigia” sono le più antiche vetture
originali in servizio del mondo. 5. Funicolare di Montenero - È il
“trenino dentato” alimentato da energia fotovoltaica che dalla
periferia di Livorno raggiunge un celebre Santuario sul Colle di Montenero.
6. Funicolare Monte San Salvatore - [Lugano, Svizzera] Poco distante dalla
stazione FFS di Paradiso c’è la partenza di questa moderna funicolare
in funzione da metà marzo a metà novembre. Accessibile ai disabili. 7.
Funicolare Piotta-Ritom - [Piotta, Svizzera] Sale a quota 1793 m.s.m. ed
è una delle più ripide funicolari aperte al pubblico del mondo. 8. La
funicolare Vellone-Sacro Monte - [Varese] Storia, immagini e vicissitudini
della funicolare che dalla città sale al Sacro Monte. Inaugurata nel
1909, dopo un lungo periodo di abbandono è tornata a nuova vita nel 2000.
9. Le funicolari di Genova – 10-13.
Le funicolari di Napoli - Sono ben 4 le funicolari che fanno parte del
sistema di trasporti del capoluogo partenopeo. 14. Sky Express - [Madesimo,
So] - Una funicolare totalmente in galleria porta gli appassionati
sciatori da Campodolcino a Motta.
Questo foglio spera di risvegliare la memoria e l’impegno di tutti,
Roccheggiani ed amici di Rocca di Papa, per la ricostruzione della
Funicolare, ma il merito dovrà essere soprattutto di voi
Roccheggiani, decisi a restaurare un
patrimonio della vostra Comunità e farlo risorgere dalla dimenticanza ed abbandono umilianti in cui
giace da 42 anni!
Per rendersi meglio conto del penoso stato attuale della Funicolare si
possono consultare i seguenti siti: http://groups.msn.com/funicolarerdp
http://album.foto.virgilio.it/funicolareroccadipapa
valmontone
Campionato
mondiale dei fuochi d’artificio 2004
(Comunicato Stampa) - Sarà la città di Valmontone ad
ospitare, dal 22 al 25 luglio prossimi, l’edizione 2004 del Campionato
Mondiale dei Fuochi d’Artificio d’Autore - Caput Lucis.
Negli spazi antistanti il Factory Outlet Fashion District, sarà messo in
scena uno spettacolo di rara bellezza in cui il fuoco, diventando arte,
sarà protagonista indiscusso. Un mix di arte e alta scuola pirotecnica
che vedrà Valmontone a livello dei più prestigiosi eventi del settore
che si svolgono in Spagna (Bilbao e San Sebastian), Cina (Macao) e Canada
(Toronto).
Gli artisti in gara appartengono ad otto prestigiose aziende pirotecniche
internazionali di Cina, Brasile, Slovacchia, Filippine, Australia,
Argentina, Spagna e Italia. Il programma prevede l’accensione di
artifici di grande calibro, multipostazioni di lancio, partenze simultanee
radiocomandate e grandi batterie di fuochi. Il calendario offre al
pubblico, a partire dalle 22.00, due spettacoli a sera per 4 sere
consecutive. Le squadre saranno valutate da una giuria di qualità,
formata da esperti del settore e dal Sindaco di Valmontone che valuterà
la composizione scenografica, la tonalità dei colori, la sequenza, il
ritmo, la cadenza e la balistica delle performances pirotecniche.
«La scelta di una location come il ‘Fashion District’ - hanno detto
gli organizzatori - attribuisce all’evento un ulteriore elemento di
appeal: l’arte pirotecnica si coniuga con uno spazio commerciale attivo
e vitale. E tra un’occhiata e l’altra alle vetrine si potranno
ammirare gli spettacoli pirotecnici che si alterneranno nelle quattro
serate previste». L’edizione 2004 della manifestazione, cui è abbinato
il Trofeo Città di Valmontone, ha l’obiettivo di superare il successo
di critica e pubblico registrato nel Luglio 2002, nella zona di Tor di
Quinto, a Roma.
«Il connubio tra arte e cultura è uno dei cardini della nostra azione -
ha detto il sindaco Angelo Miele - Siamo lieti di ospitare ‘Caput
Lucis’, un evento che sarà il fiore all’occhiello non solo per la
Città di Valmontone ma per il comprensorio, per la Provincia
di Roma e per tutta la Regione Lazio».
L’area di Caput Lucis 2004 è raggiungibile da Roma, percorrendo per 35
km l’autostrada A1 fino a Valmontone; per chi proviene da Napoli la
città è a circa un’ora di automobile. La location è inoltre collegata
alla Capitale da circa 50 treni che partono dalla Stazione Termini.
Infine, l’Outlet dista 45 minuti dall’Aeroporto Leonardo da Vinci di
Fiumicino e 25 minuti da Ciampino.
In vista della manifestazione sono stati approntati i dispositivi di
sicurezza necessari, discussi nel corso di un Comitato Provinciale per
l’Ordine e la Sicurezza coordinato dal prefetto Achille Serra. È stato
predisposto un piano speciale per regolare la viabilità nell’area. È
prevista la presenza di oltre 500.000 persone da tutta Italia. Le
informazioni sulla manifestazione saranno presto disponibili on line
all’indirizzo www.caputlucis.com.
rocca
di papa
I
bombardamenti del 1944 La memoria e il presente
(Massimo Saba) - Proprio sessanta anni fa, tra il febbraio e
il maggio del 1944, Rocca di Papa visse forse l’esperienza più tragica
della sua storia. Tre successivi bombardamenti causarono la morte di oltre
settanta persone e la rovina di buona parte del centro storico. Peggio
ancora dell’epidemia di colera che nel 1855 aveva provocato una trentina
di vittime. Con gli Alleati già sbarcati ad Anzio qualche settimana prima
e i Tedeschi (presenti in forze già dal ’42) trasformatisi in nemici
occupanti dall’8 settembre precedente, Rocca di Papa fu colpita per la
prima volta il 14 febbraio 1944 alle due di pomeriggio. Come ha scritto
l’arch. Alessandro Abbati, all’epoca dodicenne e rifugiato con la
famiglia nelle grotte del Belvedere, una squadriglia di cacciabombardieri
americani che volava sulla Molara virò improvvisamente e puntò dritta
sul centro del paese cominciando a sganciare bombe. Furono colpite un
centinaio di abitazioni e rimasero sotto le macerie 34 civili innocenti.
Tre mesi dopo, il 25 maggio, il paese fu bombardato di nuovo alle 7 di
mattina e, questa volta, fu colpito anche il Duomo: altri 35 morti,
ciascuno con un nome, una storia e - dopo tanti anni - soltanto una foto a
ricordarne la vita. ll 27, infine, giusto una settimana prima
dell’arrivo degli Americani (il 4 giugno), l’artiglieria alleata che
preparava l’attacco finale per la conquista di Roma colpì ancora Rocca
di Papa e uccise il dott. Migliaccio, medico condotto. Altri ancora
perirono in seguito per le ferite, le malattie o i crolli. Sono ricordi
contenuti in un opuscolo commemorativo (pubblicato da don Giovanni dieci
anni fa) del quale, crediamo, non sarebbe male che il Comune curasse la
ristampa e la diffusione. A memoria di coloro che scomparvero e di quelli
che si prodigarono per alleviare le sofferenze dei sopravvissuti, ma -
soprattutto - a monito perenne per noi, figli e nipoti di tanti nostri
concittadini sacrificati sull’altare di una guerra che, come tutte le
guerre, era, è e sarà sempre un abominio. Ricordare quegli avvenimenti
può aiutarci anche oggi, in un tempo nel quale la lunga pace di cui il
nostro paese ha goduto ci porta a discutere di certi argomenti con troppa
superficialità.
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