frascati
Frascati,
Tuscolo e la negazione della memoria (2 di 3)
(Claudio Comandini) - Ci sono singolari analogie fra le ambigue diplomazie dell’8 settembre
1943 e il bombardamento di Frascati con gli eventi che nel 17 aprile 1191
accompagnarono la distruzione di Tuscolo coinvolgendo in un articolato
meccanismo di compromessi le istituzioni di papato, comune e impero.
Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa da poco deceduto nella III
crociata, e sposo della regina dei normanni Costanza d’Altavilla, vuole
l’incoronazione imperiale; il comune di Roma, rappresentato dal senatore
Benedetto Carushomo, ha già costretto il papa all’esilio, e pretende la
riscossione dei tributi dai paesi limitrofi come Tuscolo, Palestrina,
Albano e Tivoli; il papa Celestino III Orsini, che ottiene poi anche
diritto di conio, e la difesa assicurata dal comune, intende ristabilire a
Roma la sede papale vacante dopo il ventennale ma travagliato pontificato
di Alessandro III Bandinelli, durante il quale Roma aveva conosciuto la
grande sconfitta di Prataporci del 29 maggio 1167. In questa circostanza
truppe comunali romane nell’ordine di diecimila uomini con prevalenza
della fanteria, armate con spade, lance, archi e mazze ferrate, guidate da
Oddone Frangipane e Matteo Rosso degli Orsini, con esponenti dei Savelli e
dei Pierleoni, sono sconfitte da circa seimila soldati di cavalleria,
composti da tuscolani (con un contingente di Albano) e imperiali, guidati
da Barbarossa, il vicario imperiale Cristiano arcivescovo di Magonza, e
Rayno dei Conti di Tuscolo, congiunto all’imperatore in quanto figlio di
Tolomeo II e di Berta figlia naturale di Enrico V il Salico. Gli imperiali
sono intenzionati ad imporre a Roma il loro papa Pasquale III, ma pur
vincendo la battaglia non riusciranno nel tentativo; nel rovescio di
fortuna che li travolge, nel 1170 Tuscolo è ceduta da Rayno dei Conti di
Tuscolo al Prefetto Imperiale, diventando possesso proprio di Alessandro
III, inoltre sostenitore della lega lombarda: per dare un’idea delle
tensioni del periodo, accenniamo solo che la sua bara nel 1181 verrà
presa a sassate dal popolo romano. Tuscolo subisce forti smantellamenti già
nel 1172, nel 1183 è cinta d’assedio, mentre la Pace di Roma del 1188
fra il Senato Romano e Clemente III Scolari pone come condizione
che la città venga spianata.Nella loro complessità i patti per
cui Tuscolo viene distrutta erano piuttosto chiari, e gli esiti si vedono
soprattutto nello Ius Belli immediatamente successivo che stabilisce la
spartizione territoriale della zona fra diversi potentati ecclesiastici.
Le conseguenze si manifestano nell’accentramento della burocrazia
amministrativa della città da parte di Innocenzo III, che assume vasti
poteri e esprime anche una pronunciata ricerca di prestigio
internazionale, e nell’azione dell’imperatore Federico II di Svevia,
che tende a svincolarsi dall’autorità papale anche instaurando propri
spazi e riferimenti in un’altra area geografica, come l’Aquila in
Abruzzo e Castel del Monte in Puglia, risolvendo inoltre la V crociata in
un’operazione culturale, rinsaldando i suoi già buoni rapporti con i
musulmani e incoronandosi da sé re di Gerusalemme.Nell’armistizio
dell’8 settembre 1943 nessuno sapeva dove si sarebbe andati a parare,
sovrapponendosi, al conflitto fra i poteri dello stato e alla difficile
situazione internazionale, l’esperienza della Resistenza. Ancora nel
dicembre ‘44 repubbliche autonome a Monferrato, Alba, Montefiorino,
esprimono l’intenzione di liberare il paese sia dai nazisti, travolti
dalla guerra e dalle lotte interne, che dagli alleati, la cui prassi di
devastazione si arresterà solo dopo che le bombe atomiche di Hiroshima e
Nagasaki spezzano nell’agosto del ’45 un Giappone già disposto ad
arrendersi. E ancora durante la guerra, gli anglo-americani e un cartello
di 45 paesi istituiscono con la Conferenza di Bretton Woods del luglio
‘44 il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale per la
ricostruzione e la ripresa economica dei paesi sconfitti, di fatto
imponendo loro
l’accrescimento del debito finanziario: questa prassi si mantiene e si
perfeziona con le più recenti guerre cosiddette “umanitarie”.Anche se
ogni città pulsa di una propria vita, esprimendo un suo carattere che
spesso sopravvive anche negli edifici abbandonati e in rovina, la
distruzione di una città suggerisce che la storia non può ripetersi,
quando qualcosa che prima era presente e attivo è andato perduto. Le città
che subiscono in diverse forme le conseguenze estreme di un conflitto, o
perdono le loro funzioni in coincidenza di un cambiamento fra i rapporti
istituzionali esterni, sparendo quasi all’improvviso ma in realtà in
conseguenza di un lungo processo (Tuscolo), o trasformano i loro rapporti
interni in dipendenza di un cambiamento generale delle funzioni esterne
della nazione, manifestando queste trasformazioni nel tempo (Frascati). Ma
sia se rase al suolo o interamente ricostruite, le città, da “luogo
dell’incontro” diventano in qualche modo “luogo dell’oblio”,
nascondendo parte della loro storia per favorire i rinnovati equilibri di
potere. Le città hanno una storia discontinua, spesso sconosciuta, fatta
anche di falsi miracoli e di bieche trattative. Al di là della
“normalità” e delle “immagini ufficiali” decise dal potere, il
“carattere” più manifesto e l’ “atmosfera” prevalente di una
città sono spesso decisi dalla sua “storia segreta”.
rocca
di papa
La
gestione forestale nel comune
(Emanuele Missori) - Il giorno 24 giugno si è svolto
nell’aula consiliare del municipio di Rocca di Papa un incontro per
presentare la pubblicazione “La gestione forestale nel comune di Rocca
di Papa tutela, valorizzazione e fruizione dei boschi pubblici” al quale
sono intervenuti molti cittadini, associazioni e i rappresentanti delle
Istituzioni del territorio (XI Comunità Montana, Parco Regionale dei
Castelli Romani, Comunità Montana dei Monti Lepini, Corpo Forestale dello
Stato, Associazione Nazionale “Città del Castagno”, Ordine
Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali di Roma), nonché il Sindaco
del Comune di Rocca di Papa Roberto Ponzo e l’assessore all’Ambiente
Maurizio De Santis. Prosegue, in questo modo, la politica d’informazione
ai cittadini di questo comune a pochi giorni dalla presentazione del
bilancio comunale, svoltosi in questa stessa sede.
L’estensore del Piano di Assestamento Forestale, il dottore forestale
Delfino Di Nunzio, ha illustrato ai presenti le finalità di
quest’importantissimo strumento di pianificazione territoriale con il
quale Rocca di Papa intende tutelare i propri boschi sia sotto il profilo
ambientale sia sotto quello economico. Negli ultimi sette anni, questo
comune ha intrapreso un’accorta politica forestale acquisendo al proprio
patrimonio ulteriori 900 ettari, portando così la superficie complessiva
di proprietà pubblica a circa 1500 ettari, una delle poche realtà
dell’Italia centrale che possa vantare simili numeri. Il Comune prevede
di ammortizzare la spesa sostenuta per l’acquisto dei boschi nel giro di
pochi anni, poiché dalla vendita del materiale legnoso incassa
annualmente circa un milione di euro. I boschi comunali sono formati per
la quasi totalità da castagni (circa 80%), ma non mancano altre specie
quali aceri, tigli e querce che ne aumentano la biodiversità e la
stabilità. Anche gli amministratori locali hanno rimarcato l’importanza
dell’aspetto economico dei propri boschi senza tralasciare, però,
quello ambientale e di salvaguardia del patrimonio boschivo (il Piano di
Assestamento Forestale sottrae, di fatto, ampie porzioni di territorio
alla speculazione edilizia garantendo, anche in futuro, la coltivazione
del castagno), e come fonte di reddito per molte famiglie che lavorano
l’ottimo legno di questa specie arborea, impiegato in edilizia, nel
mobilio e, secondariamente, come fonte energetica.
Insomma, da questo comune viene un eccellente esempio di uno sviluppo
sostenibile delle risorse naturali, che una lungimirante amministrazione
ha voluto preservare per le generazioni future e che speriamo sia
“contagioso” per i comuni limitrofi.
A margine dell’incontro è stato distribuito ai presenti un opuscolo
informativo sulla gestione forestale dei boschi del comune di Rocca di
Papa e una carta dei sentieri che consigliamo ai lettori amanti delle
passeggiate di procurarsi telefonando all’assessorato all’ambiente al
numero 06.94.28.61.58 o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica ambiente@comunediroccadipapa.it.
frascati
Il
quadro di François Marius Granet
(Giovanna Ardesi) - Un singolare capolavoro ad olio su tela
della collezione Aldobrandini, quello di François Marius Granet.
È in mostra fino all’11 luglio 2004 al museo delle Scuderie a Frascati,
insieme ad un gruppo di pregiati acquerelli sulle ville tuscolane, messi a
disposizione dal museo del Louvre. La tecnica utilizzata per
quest’ultimi è quella del “lavis”, ossia dell’inchiostro diluito
(bruno o seppia) tale da permettere diverse tonalità nella costruzione
dell’immagine.
Grande protagonista della mostra è senz’altro la tela dell’artista
francese, raffigurante il pittore bolognese Domenico Zampieri, detto il
Domenichino, nell’atto di essere accolto nell’antica Villa Belvedere
dal cardinale Pietro Aldobrandini all’inizio del ‘600. L’ispirazione
per questa opera era nata in Granet in occasione del suo soggiorno di
alcuni mesi tra il 1822 e il 1823 a Frascati, ospite del principe
Francesco Aldobrandini-Borghese che aveva conosciuto all’inizio del 1800
a Parigi. Qui il principe italiano aveva intrapreso la lunga carriera
militare, e qui si era unito in matrimonio con Adelaide de la Rochefoucaud.
Rimasto amico del pittore, Francesco Aldobrandini lo aveva ospitato nella
sua villa a Frascati, mentre era in corso l’esecuzione di un grande
progetto di restauro di diversi affreschi, tra cui quelli del Domenichino.
Ed è durante tale soggiorno che venne concepita e realizzata dal Granet
la splendida tela, come omaggio al principe Aldobrandini, oltre che al
Domenichino. L’opera si compone di due raffigurazioni. Quella in primo
piano rappresenta la scena storica ambientata nel portico della villa, che
per la sua ricchezza di dettagli è quasi una cronaca esatta
dell’avvenimento: il Domenichino è al centro della scena, con vari
personaggi, mentre si avvicina riverente al cardinale Pietro con sotto al
braccio la cartella contenente dei disegni.
La raffigurazione in secondo piano, invece, rappresenta il teatro delle
acque così come era in origine: sulla sommità si trovano due colonne che
versano acqua, mentre lungo la cascata si possono scorgere vari giochi
d’acqua che bagnano i visitatori mentre salgono le scalinate attigue. La
collina del Belvedere, che fa da cornice alla cascata, è tagliata in tre
piani ed è ornata di grotte e di facciate architettoniche, a rustico. Nel
ninfeo erano presenti tutti i gruppi scultorei. La balaustra sopra il
ninfeo aveva ancora le statue romane. Mentre nel nicchione centrale del
ninfeo, insieme alla statua di Atlante, si trovavano le statue
raffiguranti Ercole e le Esperidi, andate perdute non molti anni fa.
Questo gruppo scultoreo (di cui oggi resta soltanto la statua di Atlante)
era stato concepito associando Ercole con il cardinale Pietro Aldobrandini,
mentre Atlante era stato associato allo zio di Pietro, il papa Clemente
VIII, allo scopo di raffigurare, forse scherzosamente, il cardinale Pietro
che accorre ad alleviare gli impegni dello zio papa.
Orari: dal martedì al venerdì, ore 10-18. Sabato e festivi, ore 10-19.
Lunedì chiuso.
carchitti
La
scuola e le diverse realtà sociali
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - A chiusura dell’anno
scolastico gli alunni della scuola “F.Socciarelli” di Carchitti, hanno
affrontato il tema della multiculturalità, i sentimenti di tolleranza e
rispetto, l’allargamento delle proprie conoscenze sulle varie realtà
sociali, ed è stato anche presentato un calendario su diverse tematiche,
l’ecologia, l’educazione stradale, lo sport etc.
gallicano
nel lazio
Concerti
a Sant’Andrea
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Nel mese di giugno e luglio, nella cittadina di Gallicano nel
Lazio, concerti a Sant’Andrea, con vari gruppi, tra cui “Surrey Youth
Choir” dal United Kingdom, altri gruppi di coro dagli U.S.A..
Organizzato da European Incoming Services, Parrocchia Sant’Andrea,
comune di Gallicano e coro Polifonico “Gallus Canit”.
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