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Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 10

frascati
Frascati, Tuscolo e la negazione della memoria (2 di 3)
(Claudio Comandini) - Ci sono singolari analogie fra le ambigue diplomazie dell’8 settembre 1943 e il bombardamento di Frascati con gli eventi che nel 17 aprile 1191 accompagnarono la distruzione di Tuscolo coinvolgendo in un articolato meccanismo di compromessi le istituzioni di papato, comune e impero. Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa da poco deceduto nella III crociata, e sposo della regina dei normanni Costanza d’Altavilla, vuole l’incoronazione imperiale; il comune di Roma, rappresentato dal senatore Benedetto Carushomo, ha già costretto il papa all’esilio, e pretende la riscossione dei tributi dai paesi limitrofi come Tuscolo, Palestrina, Albano e Tivoli; il papa Celestino III Orsini, che ottiene poi anche diritto di conio, e la difesa assicurata dal comune, intende ristabilire a Roma la sede papale vacante dopo il ventennale ma travagliato pontificato di Alessandro III Bandinelli, durante il quale Roma aveva conosciuto la grande sconfitta di Prataporci del 29 maggio 1167. In questa circostanza truppe comunali romane nell’ordine di diecimila uomini con prevalenza della fanteria, armate con spade, lance, archi e mazze ferrate, guidate da Oddone Frangipane e Matteo Rosso degli Orsini, con esponenti dei Savelli e dei Pierleoni, sono sconfitte da circa seimila soldati di cavalleria, composti da tuscolani (con un contingente di Albano) e imperiali, guidati da Barbarossa, il vicario imperiale Cristiano arcivescovo di Magonza, e Rayno dei Conti di Tuscolo, congiunto all’imperatore in quanto figlio di Tolomeo II e di Berta figlia naturale di Enrico V il Salico. Gli imperiali sono intenzionati ad imporre a Roma il loro papa Pasquale III, ma pur vincendo la battaglia non riusciranno nel tentativo; nel rovescio di fortuna che li travolge, nel 1170 Tuscolo è ceduta da Rayno dei Conti di Tuscolo al Prefetto Imperiale, diventando possesso proprio di Alessandro III, inoltre sostenitore della lega lombarda: per dare un’idea delle tensioni del periodo, accenniamo solo che la sua bara nel 1181 verrà presa a sassate dal popolo romano. Tuscolo subisce forti smantellamenti già nel 1172, nel 1183 è cinta d’assedio, mentre la Pace di Roma del 1188 fra il Senato Romano e Clemente III Scolari pone come condizione  che la città venga spianata.Nella loro complessità i patti per cui Tuscolo viene distrutta erano piuttosto chiari, e gli esiti si vedono soprattutto nello Ius Belli immediatamente successivo che stabilisce la spartizione territoriale della zona fra diversi potentati ecclesiastici. Le conseguenze si manifestano nell’accentramento della burocrazia amministrativa della città da parte di Innocenzo III, che assume vasti poteri e esprime anche una pronunciata ricerca di prestigio internazionale, e nell’azione dell’imperatore Federico II di Svevia, che tende a svincolarsi dall’autorità papale anche instaurando propri spazi e riferimenti in un’altra area geografica, come l’Aquila in Abruzzo e Castel del Monte in Puglia, risolvendo inoltre la V crociata in un’operazione culturale, rinsaldando i suoi già buoni rapporti con i musulmani e incoronandosi da sé re di Gerusalemme.Nell’armistizio dell’8 settembre 1943 nessuno sapeva dove si sarebbe andati a parare, sovrapponendosi, al conflitto fra i poteri dello stato e alla difficile situazione internazionale, l’esperienza della Resistenza. Ancora nel dicembre ‘44 repubbliche autonome a Monferrato, Alba, Montefiorino, esprimono l’intenzione di liberare il paese sia dai nazisti, travolti dalla guerra e dalle lotte interne, che dagli alleati, la cui prassi di devastazione si arresterà solo dopo che le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki spezzano nell’agosto del ’45 un Giappone già disposto ad arrendersi. E ancora durante la guerra, gli anglo-americani e un cartello di 45 paesi istituiscono con la Conferenza di Bretton Woods del luglio ‘44 il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale per la ricostruzione e la ripresa economica dei paesi sconfitti, di fatto imponendo  loro l’accrescimento del debito finanziario: questa prassi si mantiene e si perfeziona con le più recenti guerre cosiddette “umanitarie”.Anche se ogni città pulsa di una propria vita, esprimendo un suo carattere che spesso sopravvive anche negli edifici abbandonati e in rovina, la distruzione di una città suggerisce che la storia non può ripetersi, quando qualcosa che prima era presente e attivo è andato perduto. Le città che subiscono in diverse forme le conseguenze estreme di un conflitto, o perdono le loro funzioni in coincidenza di un cambiamento fra i rapporti istituzionali esterni, sparendo quasi all’improvviso ma in realtà in conseguenza di un lungo processo (Tuscolo), o trasformano i loro rapporti interni in dipendenza di un cambiamento generale delle funzioni esterne della nazione, manifestando queste trasformazioni nel tempo (Frascati). Ma sia se rase al suolo o interamente ricostruite, le città, da “luogo dell’incontro” diventano in qualche modo “luogo dell’oblio”, nascondendo parte della loro storia per favorire i rinnovati equilibri di potere. Le città hanno una storia discontinua, spesso sconosciuta, fatta anche di falsi miracoli e di bieche trattative. Al di là della “normalità” e delle “immagini ufficiali” decise dal potere, il “carattere” più manifesto e l’ “atmosfera” prevalente di una città sono spesso decisi dalla sua “storia segreta”.   


rocca di papa
La gestione forestale nel comune
(Emanuele Missori) - Il giorno 24 giugno si è svolto nell’aula consiliare del municipio di Rocca di Papa un incontro per presentare la pubblicazione “La gestione forestale nel comune di Rocca di Papa tutela, valorizzazione e fruizione dei boschi pubblici” al quale sono intervenuti molti cittadini, associazioni e i rappresentanti delle Istituzioni del territorio (XI Comunità Montana, Parco Regionale dei Castelli Romani, Comunità Montana dei Monti Lepini, Corpo Forestale dello Stato, Associazione Nazionale “Città del Castagno”, Ordine Provinciale dei Dottori Agronomi e Forestali di Roma), nonché il Sindaco del Comune di Rocca di Papa Roberto Ponzo e l’assessore all’Ambiente Maurizio De Santis. Prosegue, in questo modo, la politica d’informazione ai cittadini di questo comune a pochi giorni dalla presentazione del bilancio comunale, svoltosi in questa stessa sede.
L’estensore del Piano di Assestamento Forestale, il dottore forestale Delfino Di Nunzio, ha illustrato ai presenti le finalità di quest’importantissimo strumento di pianificazione territoriale con il quale Rocca di Papa intende tutelare i propri boschi sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello economico. Negli ultimi sette anni, questo comune ha intrapreso un’accorta politica forestale acquisendo al proprio patrimonio ulteriori 900 ettari, portando così la superficie complessiva di proprietà pubblica a circa 1500 ettari, una delle poche realtà dell’Italia centrale che possa vantare simili numeri. Il Comune prevede di ammortizzare la spesa sostenuta per l’acquisto dei boschi nel giro di pochi anni, poiché dalla vendita del materiale legnoso incassa annualmente circa un milione di euro. I boschi comunali sono formati per la quasi totalità da castagni (circa 80%), ma non mancano altre specie quali aceri, tigli e querce che ne aumentano la biodiversità e la stabilità. Anche gli amministratori locali hanno rimarcato l’importanza dell’aspetto economico dei propri boschi senza tralasciare, però, quello ambientale e di salvaguardia del patrimonio boschivo (il Piano di Assestamento Forestale sottrae, di fatto, ampie porzioni di territorio alla speculazione edilizia garantendo, anche in futuro, la coltivazione del castagno), e come fonte di reddito per molte famiglie che lavorano l’ottimo legno di questa specie arborea, impiegato in edilizia, nel mobilio e, secondariamente, come fonte energetica.
Insomma, da questo comune viene un eccellente esempio di uno sviluppo sostenibile delle risorse naturali, che una lungimirante amministrazione ha voluto preservare per le generazioni future e che speriamo sia “contagioso” per i comuni limitrofi.
A margine dell’incontro è stato distribuito ai presenti un opuscolo informativo sulla gestione forestale dei boschi del comune di Rocca di Papa e una carta dei sentieri che consigliamo ai lettori amanti delle passeggiate di procurarsi telefonando all’assessorato all’ambiente al numero 06.94.28.61.58 o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica ambiente@comunediroccadipapa.it.


frascati
Il quadro di François Marius Granet
(Giovanna Ardesi) - Un singolare capolavoro ad olio su tela della collezione Aldobrandini, quello di François Marius Granet.
È in mostra fino all’11 luglio 2004 al museo delle Scuderie a Frascati, insieme ad un gruppo di pregiati acquerelli sulle ville tuscolane, messi a disposizione dal museo del Louvre. La tecnica utilizzata per quest’ultimi è quella del “lavis”, ossia dell’inchiostro diluito (bruno o seppia) tale da permettere diverse tonalità nella costruzione dell’immagine.
Grande protagonista della mostra è senz’altro la tela dell’artista francese, raffigurante il pittore bolognese Domenico Zampieri, detto il Domenichino, nell’atto di essere accolto nell’antica Villa Belvedere dal cardinale Pietro Aldobrandini all’inizio del ‘600. L’ispirazione per questa opera era nata in Granet in occasione del suo soggiorno di alcuni mesi tra il 1822 e il 1823 a Frascati, ospite del principe Francesco Aldobrandini-Borghese che aveva conosciuto all’inizio del 1800 a Parigi. Qui il principe italiano aveva intrapreso la lunga carriera militare, e qui si era unito in matrimonio con Adelaide de la Rochefoucaud. Rimasto amico del pittore, Francesco Aldobrandini lo aveva ospitato nella sua villa a Frascati, mentre era in corso l’esecuzione di un grande progetto di restauro di diversi affreschi, tra cui quelli del Domenichino. Ed è durante tale soggiorno che venne concepita e realizzata dal Granet la splendida tela, come omaggio al principe Aldobrandini, oltre che al Domenichino. L’opera si compone di due raffigurazioni. Quella in primo piano rappresenta la scena storica ambientata nel portico della villa, che per la sua ricchezza di dettagli è quasi una cronaca esatta dell’avvenimento: il Domenichino è al centro della scena, con vari personaggi, mentre si avvicina riverente al cardinale Pietro con sotto al braccio la cartella contenente dei disegni.
La raffigurazione in secondo piano, invece, rappresenta il teatro delle acque così come era in origine: sulla sommità si trovano due colonne che versano acqua, mentre lungo la cascata si possono scorgere vari giochi d’acqua che bagnano i visitatori mentre salgono le scalinate attigue. La collina del Belvedere, che fa da cornice alla cascata, è tagliata in tre piani ed è ornata di grotte e di facciate architettoniche, a rustico. Nel ninfeo erano presenti tutti i gruppi scultorei. La balaustra sopra il ninfeo aveva ancora le statue romane. Mentre nel nicchione centrale del ninfeo, insieme alla statua di Atlante, si trovavano le statue raffiguranti Ercole e le Esperidi, andate perdute non molti anni fa. Questo gruppo scultoreo (di cui oggi resta soltanto la statua di Atlante) era stato concepito associando Ercole con il cardinale Pietro Aldobrandini, mentre Atlante era stato associato allo zio di Pietro, il papa Clemente VIII, allo scopo di raffigurare, forse scherzosamente, il cardinale Pietro che accorre ad alleviare gli impegni dello zio papa.
Orari: dal martedì al venerdì, ore 10-18. Sabato e festivi, ore 10-19. Lunedì chiuso.


carchitti
La scuola e le diverse realtà sociali
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - A chiusura dell’anno scolastico gli alunni della scuola “F.Socciarelli” di Carchitti, hanno affrontato il tema della multiculturalità, i sentimenti di tolleranza e rispetto, l’allargamento delle proprie conoscenze sulle varie realtà sociali, ed è stato anche presentato un calendario su diverse tematiche, l’ecologia, l’educazione stradale, lo sport etc. 


gallicano nel lazio
Concerti a Sant’Andrea
(T
ania Simonetti-Marco Cacciotti) -
Nel mese di giugno e luglio, nella cittadina di Gallicano nel Lazio, concerti a Sant’Andrea, con vari gruppi, tra cui “Surrey Youth Choir” dal United Kingdom, altri gruppi di coro dagli U.S.A.. Organizzato da European Incoming Services, Parrocchia Sant’Andrea, comune di Gallicano e coro Polifonico “Gallus Canit”.

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Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004