Un’ipotesi di educazione alla conoscenza 2.
(Silvia
Coletti) -
Come avviene
la formazione?
La
formazione evolve e si sviluppa a partire dal basso, ossia educando i
sensi intellettivi dell’alunno: la memoria, l’immaginazione, l’intelletto,
la volontà. In quale modo? Essi vengono addestrati esercitandoli
all’azione che è conforme ad ogni singolo individuo. L’esercizio che in un
primo momento può essere uguale per tutti (standard), in seguito in base
alle lacune evidenziate o all’interesse maggiore dimostrato dall’alunno
può essere modificato e accomodato all’esigenze del momento. In questo sta
la capacità e abilità dell’insegnante: individuare e riorganizzare un
lavoro precedentemente impostato. Come si addestra all’apprendimento un
alunno? Partendo dalla capacità dell’insegnante di porgersi in un certo
modo. Anche la vista e l’udito si devono applicare e sono soggetti ad
esercizio. Esprimersi in modo chiaro, con una modificazione del timbro e
del tono della voce, ponendo l’accento sulle parole o sui concetti
fondamentali di un determinato argomento, aiuta l’alunno
nell’apprendimento (preselezione di un’informazione).
Insegnare è un’arte formativa.
Non basta
conoscere, bisogna amare ciò che si conosce e farne un abito. Insegnare è
educare alla conoscenza in modo terapeutico: allenare la mente
nell’insieme delle sue capacità a saper acquisire informazioni. La
posizione non sempre statica, ma anche dinamica dell’insegnante durante la
lezione apporta alla classe un senso di coinvolgimento e un’attenzione
maggiore.
All’esercizio deve in un secondo tempo subentrare la formazione.
Formare un alunno significa, e qui sta il fulcro della questione in
merito, farlo concrescere con ciò che è già preesistente per sua natura e
struttura individuale, rispettando nei limiti i suoi tempi di
apprendimento e sviluppando le capacità e le inclinazioni proprie della
sua singolarità. Tale attività svolta dall’insegnante e rivolta all’alunno
consente a questo ultimo di esprimersi, di fare e di realizzare una parte
essenziale della sua personalità, attraverso l’addestramento delle
corrispettive doti pratiche e creative, mirando affinché queste ultime si
possano tradurre in abilità concrete.
È
ovvio, ma va comunque sottolineato, che ogni forma di educazione o
formazione è anche auto-educarsi o formarsi, ossia il processo di crescita
e di formazione è valido per tutti e ciò accomuna insegnanti e alunni.
Insegnare, in questo caso, non è un’attività basata su una libera
iniziativa, ma è una con crescita. È anche per questo motivo che i
materiali dimostrativi e di studio necessari alla crescita siano
accessibili a tutti.
Diverse sono le conoscenze e differenti sono gli approcci sull’oggetto e
del soggetto. Elemento comune è la conoscenza e la possibilità di
acquisire una muova nozione, attraverso la memoria che viene allenata
quando la si esercita a memorizzare ciò che ha compreso e nella
ripetizione; l’intelletto con il ragionamento e di più con il
discernimento. L’alunno si addestra, si educa dall’incontro di questi
elementi con la volontà nello scegliere, nel decidere, nel sapersi
dominare, nell’essere costante.
Importante nella formazione è ancor di più la validità e la chiarezza
dell’esposizione di concetti e di argomenti, che deve possedere
l’insegnante. In questo modo si potranno sviluppare ed esporre anche
giudizi veri e opinioni chiare. La conoscenza umana è valida infatti se
conforme e non confonde come sono le cose. È importante sapere che la
scuola è un luogo che educa: uno spazio nel quale le energie individuali e
sociali degli alunni, adeguatamente seguiti e corretti dagli insegnanti,
possono svilupparsi, formarsi ed esprimersi al meglio. Insegnare ed
imparare l’onestà intellettuale delle idee significa sviluppare una forma
mentis che si esprime anche in un’azione sociale tesa al bene comune. |