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Sommario anno XIII numero 4 - aprile 2004

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Filosofia della mente - Rapporto cervello-mente 2.
(Silvia Coletti)
L’ipotesi di Sfondo. Scrive Searle: “Ciascuno di noi è un essere biologico e sociale in un mondo di esseri biologici e sociali… e lJohn Searlee relazioni di ogni essere con ciò che lo circonda è ciò che chiamo Sfondo”. L’ipotesi dello Sfondo, scritto con la lettera maiuscola, è stata formulata da Searle e rientra nel dibattito contemporaneo relativo alla conoscenza umana. Lo Sfondo è una condizione biologico-sociale individuale, che ognuno di noi possiede e si costituisce di caratteristiche proprie come risultato spazio-temporale delle relazioni che un individuo ha con il mondo esterno. Per questo lo Sfondo si può definire individuale, ossia s’identifica causalmente in quel determinato spazio e tempo, attraverso la decodificazione degli effetti che le relazioni producono con ciò che circonda una persona. “Questi effetti”, scrive Searle, “hanno sede nel cervello. Lo Sfondo, infatti è tutto ciò che viene realizzato nei cervelli e corpi umani”. Questo può stare a significare che lo Sfondo produce effetti, pur se in parte stimolati e modificati dalle relazioni con il mondo esterno, che sono per certi versi già determinati dalle proprietà del cervello non-rappresentabili direttamente e da cui ricevono l’input.
Si ripresenta così uno dei problemi ormai più volte trattato dai filosofi, ossia la relazione mente-corpo o meglio ancora, per quanto riguarda il pensiero di Searle, il problema della relazione mente-cervello. Searle, infatti, afferma di avere, nella formulazione di quest’ipotesi, una posizione relativa alla relazione fra fenomeni mentali e cervello.
Il naturalismo biologico. Iniziamo a dimostrare l’esistenza dello Sfondo, utilizzando uno degli scritti di Searle intitolato Minds, brains and science del 1984, in cui è stato affrontato per la prima volta questo argomento.
Searle affronta il problema ponendosi una domanda tradizionale : qual è la relazione fra la nostra mente e il resto del mondo? O meglio ancora, come si relaziona la mente al cervello? Secondo Searle esiste una soluzione del problema conforme sia alla neurofisiologia che alla psicologia dell’uomo. La soluzione è considerare ciò che produce il cervello, nella sua relazione con la mente, come un fenomeno biologico.
Al proposito Searle riporta un’analogia tra la relazione mente-cervello e la relazione stomaco-digestione. Allo stesso modo in cui la digestione è causata dai processi che avvengono nello stomaco e realizzata nel loro funzionamento, così la nostra vita mentale è causata dai processi che avvengono nel cervello e realizzata nel sistema cerebrale. Secondo Searle, quindi, il cervello produce causalmente fenomeni mentali. Questi sono caratteristiche del cervello ed esistono realmente, così come esiste un fenomeno biologico.
Il cervello. Secondo Searle, “il cervello è una macchina biologica” che per causare
o produrre fenomeni mentali, come la coscienza, l’Intenzionalità, la causazione mentale e la soggettività, utilizza caratteristiche o anche proprietà biochimiche differenti.
Queste, a detta di Searle, “sono le quattro parti della nostra storia biologica”. Iniziamo analizzando l’ultima di queste proprietà: la causazione mentale, attraverso la quale il cervello, nel produrre fenomeni mentali, mette in relazione autopoietica il sistema neurale (microlivello) con la realtà (macrolivello).
La causazione, secondo Searle, è la relazione che lega cervello e mente, così come la schiuma è causata dal movimento dell’onda. Andiamo però a spiegare che la causazione mentale, che esiste poiché produce un effetto, vale a dire un fenomeno mentale, agisce ponendo in relazione due sistemi e le loro proprietà. Un esempio che riporta Searle riguarda la solidità del tavolo. La solidità, come proprietà del tavolo, è causata dal movimento degli elementi che costituiscono il suo micro-livello, mentre il fenomeno nella sua totalità è realizzato nel sistema formato da micro-elementi. In realtà, prosegue Searle, la solidità di un tavolo può essere ulteriormente spiegata parlando in termini di rigidità e resistenza. Queste ovviamente sono “causate da” e “realizzate in” ulteriori interazioni, che io chiamo di sub-micro-livello.
Così i fenomeni mentali, secondo Searle, sono “causati da” processi che avvengono nel cervello al livello neurale o modulare, e allo stesso tempo sono “realizzati nel” sistema che è costituito da neuroni. Possiamo dire allora che, la distinzione fra micro e macro-livello nel cervello, riguarda la relazione che c’è fra cervello e mente nell’essere “causata da” e “realizzata in” una micro-struttura. Quindi per quanto riguarda la causazione mentale ricordiamo che esistono due livelli causalmente reali della descrizione della funzione del cervello, uno ad un macro-livello dei processi mentali e l’altro ad un micro-livello dei processi neurali.
Un’altra caratteristica del cervello è la coscienza o consapevolezza, in particolare quella che consente tramite le nostre capacità, di causare e realizzare fenomeni mentali. Secondo Searle, la coscienza è una realtà centrale dell’esistenza umana e il modo per dimostrare che esiste è capirne i processi, il funzionamento. La sua attività si svolge attraverso l’interazione di proprietà elettrochimiche specifiche dei neuroni e forse anche con altre caratteristiche del cervello, che non conosciamo. Questi processi causano la coscienza (consapevolezza).
All’interno di quello che abbiamo chiamato fenomeno biologico si trova anche l’Intenzionalità, un’altra caratteristica del cervello. L’Intenzionalità, scrive Searle, è la caratteristica attraverso cui i nostri stati mentali sono direzionati verso o sono relativi a stati di cose nel mondo o relativi a se stessi. Essa si riferisce a tutti gli stati mentali: credenze, desideri, ecc. sia coscienti che inconsci.
Per esempio, il desiderio di bere è uno stato Intenzionale che mi porta consapevolmente ad agire e ad avere determinate condizioni di soddisfazione, in base al contenuto, che determina le proprietà di questo specifico stato Intenzionale.
Va detto allora che la coscienza o consapevolezza di uno stato mentale Intenzionale, come proprietà del cervello, produce a sua volta una volontà d’azione, che può essere un’azione a tutti gli effetti o anche un pensiero, che in ogni caso scrive Searle, è “causata da” e “realizzata nella” coscienza, consapevole del contenuto mentale da cui dipende una qualsiasi forma d’Intenzionalità.
Legata alla coscienza di uno stato mentale Intenzionale e al suo contenuto mentale è la quarta proprietà del cervello umano: la soggettività.
Secondo Searle, “la soggettività è un fatto oggettivo della biologia”. Essa riguarda la distinzione fra uno stato mentale mio e quello di un’altra persona. Questa distinzione rientra nell’individualità, come caratteristica dello Sfondo e come importanza che hanno sia la consapevolezza di un contenuto mentale Intenzionale che le sue condizioni di soddisfazione.
La mente. Andiamo per gradi e vediamo cosa intende Searle per contenuto mentale. Scrive Searle: “La mente è semantica nel senso che più che avere una struttura formale ha una struttura semantica, un contenuto…il contenuto semantico è a sua volta ciò che noi intendiamo dai significati (simboli)”. La mente ha contenuti mentali o meglio contenuti semantici da cui dipendono le condizioni di soddisfazione.
Per esempio: Giulio crede che Antonio è andato al cinema. Se un contenuto mentale è valido, noi avremo condizioni di soddisfazione valide. Questo avviene però nei casi migliori. In realtà noi sappiamo in generale che le condizioni di soddisfazione di un qualsiasi fenomeno mentale esistono lo stesso, perché derivano dalla relazione fra Intenzionalità e consapevolezza dello stesso fenomeno mentale. Possiamo aggiungere che le condizioni di soddisfazione stabiliscono la “possibilità a” o “impossibilità a” che uno stato o evento mentale si realizzi.
Per prima cosa, andiamo ad analizzare come un contenuto mentale si produce e va a costituire i pensieri, il modo di pensare.
Ci poniamo allora una domanda: come pensiamo?
Innanzi tutto va detto che il pensiero, come sottolinea Searle, è una caratteristica del cervello non sono a livello di cellule neurali o di stati mentali coscienti o meno, ma piuttosto a livello del suo funzionamento. Il pensiero è allora un’abilità del cervello e una persona quando pensa ha attività nel cervello.
Ma come funziona il pensiero in rapporto al cervello?
Il comportamento mentale del “pensiero è causato o è in accordo con delle regole da seguire e in questo modo”, prosegue Searle, “io sono coscientemente o inconscientemente impegnato in un processo mentale”. Sono proprio alcune di queste regole, che guidano il nostro percepire, imparare, agire, quelle capacità o abilità non-rappresentabili direttamente di cui si parlava in precedenza: sono proprietà dello Sfondo nella sua relazione cervello-mente, o meglio ancora come scrive Searle, “nel rapporto fra la neurofisiologia del cervello e l’Intenzionalità della mente”.

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Sommario anno XIII numero 4 - aprile 2004