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Sommario anno XIII numero 4 - aprile 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 9

rocca di papa
Cani e cambiamenti
(Gianfranco Botti) - In attesa del titolo di città, come da richiesta di consiglio comunale, una preoccupazione attanaglia il Centro Anziani: che fine faranno i cani di paese? Quelli - per spiegarci - sempre pronti ad approfittare d’ogni situazione per trarre personale vantaggio? L’opinione prevalente è rassicurante: per essi nessun timore, svelti come sono, faranno presto ad ambientarsi alla nuova, allargata condizione, presto la capiranno, presto ricominceranno a succhiarla.
Intanto, che Rocca di Papa stia cambiando, non si discute: sta cambiando. Come: in meglio o no? Questo, ognuno può vedere, ognuno può giudicare. Se guardiamo i lavori, quelli fatti, quelli in corso, capita di mettersi sul piano dell’estetica. Su questa, le opinioni divergono. È naturale, con la buona fede, è inevitabile, per la speculazione politica. Una cosa può dirsi, che dovrebbe mettere tutti d’accordo: il paese ha una sua fisionomia ambientale definita, secolare. Che si avvia con la Fortezza, sito di fondazione, si riporta in Piazza Vecchia, al Carpino, a Piazza Garibaldi, al Duomo, sino a spalmarsi al piazzale della funicolare (del 1932). Tinta grigia, vulcanica, selce, sperone, cappellaccio. Il bianco travertino non è di casa. Che oggi, in vista del titolo di città, si intenda innovare, per andare oltre il cliché del “borgo antico”, può accettarsi o può inquietare. Nessuno e niente convincerà e metterà d’accordo tutti.
La vita continua. Vale guardare, allora, altro tipo di cambiamenti. Dei quali, il più evidente è quello politico. Non sono più le persone a servizio dei partiti, sono i partiti a servizio delle persone. Niente vita di sezione, niente assemblee, niente confronti, niente controlli. Ognuno va dove lo porta la propria personale vena. Ne consegue: partecipazione ridotta, impraticabilità di stabilire insieme programmi comuni, difficoltà di ricambio, radicamento di chi gestisce potere e soldi comunali.
Altro cambiamento meritevole di segnalazione è quello realizzato dalle donne, pervenute a una condizione di affermazione significativa inimmaginabile vent’anni fa, partendo da una situazione di ritardo pesante. Una evoluzione condita di lucidità, studio e grinta, per conquistare coscienza di sé, valorizzazione, autonomia. Quello che, invece, ancora non cambia, è il rapporto tra il paese e la bravura. Relazione irrinunciabile per conseguire attestato di modernità, sulla quale occorre di molto salire. I bravi seguitano a non trovare riconoscimento e utilizzazione. Ciò vale per il settore pubblico, dove i soldi non  hanno padrone. Nel privato, naturalmente, la qualificazione paga sempre. Nel pubblico, i bravi - oltre che inutilizzati - sono pure malvisti, perché temuti.
Se in una commissione tecnica c’è un ingegnere, è difficile per chi ingegnere non è mettere bocca. Così in una commissione d’affari generali, se c’è un avvocato.
Così, in una commissione di bilancio, se c’è un laureato in Economia e Commercio.
I bravi fanno ombra, svelano chi bravo non è. Dato che i bravi sono pochi rispetto ai generici, visto - per di più - che presentano scarsa propensione a scendere in campo, risulta facile trascurarli. Ma, non mettendo a frutto la capacità dei bravi, a parità di spese i risultati deludono. Per quella regola insuperabile: ogni cosa dipende da chi la fa. Che vale anche per i circoletti.


genzano
60 anni fa… le Ardeatine!
(Alessio Colacchi) - Appena 60 anni sono passati, ma oggi più di ieri rimane viva la necessità di sollevare la discussione riguardo eventi che segnano, anche se non sempre in maniera palese, ma purtroppo spesso nei sentimenti più intimi delle persone che li hanno vissuti, la vita di un’intera collettività.
Era il 23 Marzo 1944 quando un’esplosione a via Rasella, che causò la morte di 33 tedeschi della divisione Bozen, portò ad una tragica reazione tedesca, scatenata contro l’inerme ed innocente popolazione romana. 24 ore, appena 24 ore furono pretese dai tedeschi per la risoluzione del caso. Ma furono proprio i tedeschi a contravvenire all’iniqua sentenza. La notte seguente, secondo testimonianze di chi viveva la zona della via Ardeatina, inziarono presso le cave di tufo dell’antica via romana le fucilazioni di 335 innocenti. Chi preso nel primo rastrellamento compiuto subito dopo l’attentato nei pressi di via Rasella e via del Tritone, chi prelevato appositamente dal carcere di Regina Coeli, con la collaborazione del direttore Caretta, o chi ancora peggio fu prelevato da via Tasso, dove già aveva patito tremende torture. In tutto ciò si riscontra la responsabilità dei due criminali nazisti Erich Priebke (per cui ora c’è ancora chi si vanta di chiederne la grazia) e Kappler, nonchè del direttore del carcere Regina Coeli Caretta e del questore di Roma Caruso. Nel terribile atto caddero vittime anche sei cittadini di Genzano, di cui alcuni si trovavano in quel periodo proprio a Roma, mentre uno faceva da spola tra Genzano e Roma per trasportare vino. Si tratta rispettivamente di Bruno Annarumi, Vittorio Buttaroni, Ettore Ronconi, Ivano Scarioli, Sebastiano Silvestri ed il generale Roberto Lordi.
Tra questi, oltre a padri di famiglia ed onesti lavoratori, nonché civili cittadini, anche un ragazzo di appena vent’anni, caduto, per colpa di una follia che aveva quasi conquistato il mondo, nella morsa della morte.


grottaferrata
L’anima delle cose
(Franco Crocco) - Per celebrare il millenario della fondazione dell’Abbazia greca di Grottaferrata, ad opera di san Nilo di Rossano Calabro, sono in corso numerosi festeggiamenti, incontri, conferenze. In questo ambito, il Liceo Artistico “San Giuseppe” di Grottaferrata ha ospitato, dal 15 al 20 marzo, otto studenti della scuola iconografica bizantina del comune di Nea Kydonia (isola di Creta) attivando per loro un corso-seminario di pittura dal titolo “L’anima delle cose”.
Nel prossimo mese di ottobre, la suddetta scuola di Nea Kydonia ospiterà, a sua volta, un gruppo di studenti del Liceo Artistico, offrendo loro la possibilità di seguire un corso di pittura bizantina, concludendo così uno scambio culturale di notevole importanza, nonché di crescita personale e professionale degli studenti coinvolti.

 I NOSTRI PAESI - pagina 9

Sommario anno XIII numero 4 - aprile 2004