Ti conosco,
mascherina
(Silvia Cutuli) - Le apparenze spesso ingannano e cosa è più
ingannevole del travestimento? Se oggi l’idea della maschera rimanda al
gioco per eccellenza che è il Carnevale, nell’antichità era invece l’unica
possibilità in certi casi, per rovesciare i ruoli della rigida società
del tempo. Celando dietro una maschera la propria identità, ognuno aveva
la possibilità di comportarsi come meglio credeva e, soprattutto come non
avrebbe mai avuto il coraggio di comportarsi a viso scoperto. Immaginiamo
di gettare simbolicamente giù la maschera, cercando di svelare origini e
ragioni dell’arte del travestimento. Ricordiamo innanzitutto che la
maschera è uno degli elementi caratteristici ed indispensabili nel costume
degli attori, con cui si sottolinea la personalità e il carattere del
personaggio messo in scena. Proprio il teatro, o meglio la commedia
dell’arte fiorita in Italia nel XVI secolo, diede vita ad alcuni dei
personaggi per eccellenza della tradizione carnevalesca. Arlecchino,
Pulcinella, Brighella erano in origine servitori, alcuni furbi altri
sciocchi, messi in scena nelle rappresentazioni della “beffa del servo”,
una sorta di rivincita dell’umile sul padrone, attinta dalla fantasia
popolare. Allo stesso modo vennero ideati i soggetti “anziani”, ossia
Pantalone e Dottor Balanzone, nonché il Capitan meglio noto come Capitan
Spaventa, Spezzaferro e Spaccamonte.
La città italiana in cui l’uso della maschera ha origini più antiche, è
Venezia. Se nel periodo di Carnevale, il travestimento bizzarro e buffo,
era un mezzo per trasgredire a tutte le regole sociali, nei mesi restanti
la maschera era elemento di protezione per giocatori d’azzardo o patrizi
poveri che chiedevano l’elemosina agli angoli della strada. Si sviluppò un
vero e proprio commercio di maschere, tanto che i maschereri si
specializzarono nella loro fabbricazione, sin dal 1400. Questi artigiani
avevano validi aiutanti, i targheri, che imprimevano sopra lo stucco volti
dipinti con grande cura dei particolari.
Il Carnevale ha conservato fino ad oggi la magia di coinvolgere tutti in
un gioco appassionante, quello di interpretare la realtà attraverso il suo
mascheramento, come dire arrivare alla verità, passando per la finzione. |